Capitolo 9.

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Carmine

"Ma buongiorno principé!" urlo aprendo le braccia superando Gioia mentre camminiamo per andare a fare la pizza.

"Carmine...vedi di andartene a fanculo." mi risponde sbuffando.

"E come siamo volgari stamattina, eh." la prendo in giro mettendomi alla postazione vicino alla sua.

"Ma che vuoi, si può sapere?"

"Parlare." le rispondo tornando serio.

"E di cosa, io e te non dobbiamo proprio dirci nulla." afferma guardandomi seria mentre infila la sua piccola mano nell'impasto.

"Ma come... io di te non so proprio nulla." le dico facendo il finto tonto.

"Okay dimmi, cosa vuoi sapere?" mi fa un cenno del capo incazzata nera.

Quanto mi piace farla incazzare.

"In realtà una cosa ci sarebbe...sei qui di Napoli?"

Lei annuisce alzando le spalle.

"Ma cumm è possibil, foss na vot che è ritt na fras in napoletano." dico sorpreso e divertito allo stesso tempo.

"Vuoi sapere perché?" mi domanda pulendosi le mani con uno straccio.

Io annuisco, fissandola.

"Perché lo trovo volgare, e maleducato." afferma fronteggiandomi.

Pulisco le mie mani e le scoppio a ridere in faccia per la differenza di altezza che ci divide.

"Ragazzi! Servono due volontari che vanno a prendere la farina in deposito!" urla il pizzaiolo.

"Jamm nuij." rispondo io prendendo Gioia dal polso e tirandola con me, facendo attenzione a non stringere troppo.

Una volta entrati in deposito chiudo la porta, le faccio aderire le spalle al muro e le blocco i polsi in alto chiudendole ogni via possibile per scappare.

"Ma che fai?! Sei impazzito?!" sussurra arrabbiata per non farsi sentire.

"Ahh Gioia mia...ti desse fastidio questa situazione staresti già urlando come una pazza per interromperla." le dico avvicinandomi di più.

"Okay...io non urlo, ma tu dimmi che cosa vuoi."

"Io da te non voglio niente Gioia...voglio solo vederti sorridere." ammetto non distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.

"E tu lo chiami niente...pensavo avessi capito, ma evidentemente sei troppo occupato a fare l'eroe di sto cazzo." dice dimenandosi come una pazza.

"Gioia fermati."

"No, lasciami stare." sibila ad un millimetro dalla mia bocca.

"Gioia ti lascio se mi lasci parlare." le dico allentando la presa dai suoi polsi.

"Ma io con te non ci voglio parlare Carmine, tu non lo capisci." si lamenta lei, dimenandosi ancora.

A quel punto decido di lasciarla.

"No, piccrè. Si tu ca nun capisc, ij t vogl aiutà. E tu sta cosa nun a può suppurtà." le dico ad un centimetro dalle labbra.

"Ma io non voglio essere aiutata!" urla lei spiengendomi via "Nessuno mi può aiutare, lo capisci? La mia vita è finita nel momento in cui ho ucciso mio padre e non ricomincerò a vivere mai più! Smettila, stai perdendo tempo!"

"Ragazzi, ma che sta succendo?" Beppe entra urlando preoccupato insieme a Liz.

"Gioia jammuncen, forz."

"Carmine hai capito? Lasciami stare!" sussurra prima che Liz la porti via mentre io mi convinco sempre di più a volerla salvare.

Una vita gialla, insieme. -Carmine Di SalvoWhere stories live. Discover now