Cap.15 È CON TE CHE VOGLIO STARE

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Quella sera in barca fu così magica a tal punto che mi rigiravo e rigiravo nel mio letto, non riuscivo a prender sonno. Pensavo continuamente a quando Nico aveva provato a togliermi il vestito intento a voler fare l'amore con me. Questa cosa mi mise un po' di paura. E se Nico si dovesse stancare di me? Se all'inizio dovesse dire che è disposto ad aspettarmi e poi in realtà col tempo possa stancarsi? Mi frullavano nella testa tremila domande. Le ore passavano e il sonno non arrivava. Alle 6 e 30 di mattina mi arresi, mi alzai dal letto, controllai il telefono e mi resi conto che quella notte sarebbe stata la notte di San Lorenzo. Potevamo guardare le stelle cadenti ma senza Sole non sarebbe mai stata la stessa cosa. Mi vestii velocemente, presi l'auto e mi diressi verso l'ospedale. Avevo bisogno della mia amica, non poteva rispondermi ma potevo comunque raccontarle cosa era accaduto il giorno prima. Senza di lei era tutto così difficile, tutto così vuoto.
Arrivata in ospedale, vidi che Alex era ancora lì.
"Ciao Chiara..."
"Alex ti prego non puoi ritornare a casa ogni giorno solo per un paio d'ore e passare le restanti 22 ore qui in ospedale..."
"Come faccio a lasciarla da sola Spiegamelo?"
"Non la lasci sola Alex, almeno per un giorno devi riposare. Ci sarò io qui con lei te lo prometto."
"E se dovesse svegliarsi e io non ci sono?"
"Aspetterà te per svegliarsi ne sono sicura."
Alex mi ringraziò, prese le sue cose ed uscì.
Entrai nella stanza di Sole e le lessi le parole della canzone di Nico. Cercai di cantarla anche se non ricordavo bene l'intonazione, la musica l'avrebbe aiutata a svegliarsi ed ogni volta che potevo cantavo per lei.
Guardai per un attimo il mio telefono e non mi resi conto che Nico mi aveva cercata più volte.

- Buongiorno amore.
- Chiara dormi ancora?
- Stavo andando in spiaggia dopo se vuoi ti accompagno da Sole.
- Amore mi stai facendo preoccupare...
- Qualcosa non va?

Non so perché dopo la serata che avevamo trascorso qualcosa mi aveva portato a provare paura. Forse era il mio passato che ogni tanto ritornava a farmi visita. Forse erano state le sue intenzioni anche se mi aveva detto che non ci avrebbe più provato. Se ne avessi parlato con qualcuno sarei sicuramente risultata pesante, mi avrebbero risposto che non c'era niente di male perché era il mio fidanzato e non voleva di certo approfittare di me. E per di più mi aveva chiesto scusa e che per amore mi avrebbe rispettata e attesa per tutto il tempo che volevo. Cosa volevo di più? Non mi fidavo di Nico? Perché sempre i soliti dubbi esistenziali che mi assalivano?.
Iniziai a parlare con Sole, solo lei poteva capirmi fino e in fondo. Lei mi incoraggiava in tutto come mi aveva incoraggiata ad uscire con Nico quella sera.
"Lo so, non puoi rispondermi. Non sai quanto ho bisogno di te. Perché mi assale la solita paura di essere ferita? Perché non vivo e basta senza farmi troppe paranoie? Tu sei in un letto di ospedale e i tuoi problemi in questo momento sono di gran lunga più importanti dei miei. Ma se non parlo con la mia migliore amica, con chi allora?".
Il telefono iniziò a squillare, avevo già due chiamate perse di Nico. Non potevo continuare a non rispondere.
"Pronto... Nico"
"Chiara finalmente mi hai fatto spaventare! Perché non rispondi?"
"Scusami ma avevo bisogno di stare un po' con Sole e sono venuta qui in ospedale."
"Ti sento strana. Qualcosa non va?"
"No niente sono solo stanca, per di più la notte di San Lorenzo l'ho sempre trascorsa con Sole ed il pensiero che lei sia qui in un letto d'ospedale non mi aiuta di certo."
"Lo so amore, ti capisco. Sei sicura che non c'è altro? Se vuoi ne parliamo..."
"No tranquillo. È solo un momento poi passa."

Sbagliavo a non aprirmi con lui, il segreto per far funzionare bene le cose in una coppia è proprio il dialogo ed io invece non stavo agendo nel modo giusto con lui.
Temevo di perderlo se avessi continuato con le mie solite paranoie.
Posai il telefono nella borsa, avevo bisogno di un caffè e di mangiare qualcosa ma non avevo portato nulla con me e per di più quel giorno in ospedale c'ero solo io con Sole. Non potevo lasciarla da sola dovevo almeno aspettare che arrivasse sua mamma. Avevo promesso ad Alex che non l'avrei mai lasciata sola.
Ad un certo punto entrò una signora sulla settantina nella stanza.
"Buongiorno cara"
"Buongiorno Signora..."
"Scusami non volevo essere invadente, sono ricoverata nella stanza accanto ed ogni tanto vengo a trovare questa povera ragazza e le racconto delle storie."
"È bellissimo da parte sua..."
"Sai sono sola già da 10 anni, mio marito è morto quando finalmente potevamo goderci la vita da pensionati ed il nostro sogno era quello di girare il mondo insieme. Purtroppo un brutto male l'ha portato via."
"Mi dispiace davvero tanto."
"Non è facile convivere con la solitudine ma la fede mi ha dato una grande forza ed ogni qual volta mi è possibile cerco di aiutare chi è in difficoltà. Come mai questa bellissima ragazza è in coma?"
"Era in macchina, stava raggiungendo i genitori e il suo ragazzo qui dove trascorriamo le nostre vacanze, dopo aver sostenuto l'ultimo esame della sessione estiva all'università. Una macchina andava a 200 km/h sull'autostrada, il conducente è risultato positivo all'alcool test dopo essersi schiantato con tutta forza nel paraurti anteriore della macchina di Sole. Lui se l'è cavata con qualche punto alle gambe e alla testa mentre lei è qui in coma da giorni."
"Oddio, povera piccola. Pregherò il Signore affinché possa svegliarsi quanto prima" disse la Signora con un'aria davvero triste.
"Immagino anche per lei non sia facile trovarsi qui da sola"
"No non è facile. I ricordi con mio marito però mi tengono in vita perché mi fanno riflettere sul grande amore che c'è stato tra noi."
"Come vi siete conosciuti?"
"Sai mio marito era un marinaio, spesso passava lunghi periodi lontano da casa.Ci conoscemmo proprio al porto durante una delle mie lunghe passeggiate. Prima di conoscere lui avevo avuto un'altra storia ma quell'uomo era davvero burbero e irruento tanto che quando Piero, mio marito, si avvicinò per la prima volta a me ebbi paura. Ma lui non si arrese, mi fece la corte per mesi! Pensa un po'! Io non volevo nemmeno avere una nuova storia la paura prese il sopravvento. Ma l'amore ha sempre vinto e ci ha fatto vivere una storia d'amore unica durata ben 40 anni con tre figli meravigliosi che ora vivono all'estero."
"La sua storia mi ricorda un'altra coppia di mia conoscenza."
"Sei fidanzata tesoro?"
"Si da poco."
"Allora forse dovresti dire a quella coppia di tua conoscenza di vivere il loro amore fin quando Dio lo consenta e di non aver paura di un amore così forte."
"Va bene riferirò." risposi alla signora sorridendo. Aveva capito perfettamente che si trattava di me. Anche lei mi sorrise dolcemente venendo verso di me, mi diede una piccola carezza sulla guancia e poi salutò Sole accarezzandole la mano.
Quella signora aveva un animo buono, mi aveva toccato molto la sua storia d'amore, era una di quelle storie che sanno di eterno, che profumano di infinito e che sembrano ancora vive attraverso i racconti di chi le ha vissute.

Quando la signora stava per uscire dalla stanza nello stesso momento arrivò Nico.
"Ciao giovanotto, tu sei il fidanzato di Sole?" disse teneramente a Nico.
"Buongiorno signora no... sono il fidanzato di quella ragazza seduta lì accanto a Sole che stamattina ha deciso di ignorarmi."
"Ah.. vieni qui ti confesso un segreto"
Nico fece per avvicinarsi alla signora che le sussurrò a bassa voce, come se io non sentissi, alcune parole.
"Sai cosa ti dico? Quella ragazza è follemente innamorata di te e visto che lo ha capito allora ha paura."
"Grazie signora, mi sa che ha proprio ragione."
Li guardai divertita per quella complicità che c'era fra tutti e due e su come erano d'accordo su quello che io provavo.
Nico salutò la signora che ritornò nella sua stanza, mi guardò per qualche istante non sapendo quasi cosa dire.
"Allora? Ha ragione la signora no?"
"Può darsi... ne riparleremo fuori di qui tu ed io. Tra non molto dovrebbe arrivare Gemma che prenderà il mio posto accanto a Sole. Non mi sento di lasciarla da sola."
"Si tranquilla, ti aspetto fuori allora."
Che cosa stavo combinando? Avrei detto a Nico che avevo bisogno di stare un po' da sola per schiarirmi le idee ma allo stesso tempo non riuscivo a stare senza di lui.
Gemma entrò nella stanza di corsa.
"Ciao tesoro... come stai?"
"Bene Gemma grazie..."
"Non vedo Alex come mai?"
"Alex è andato per un po' a casa a riposare. Non voleva in nessun modo ed io l'ho convinto promettendogli che avrei preso il suo posto."
"Che cara che sei, hai fatto bene. Sole non mi aveva ancora parlato della sua storia con Alex l'ho conosciuto qui in ospedale quando è accaduto l'incidente. Ma per tutto ciò che ha fatto mi è stato ben chiaro dall'inizio quanto amasse mia figlia."
"Si Gemma è vero, stai attenta che a breve ti ritroverai con dei nipotini per casa!".
"Chiara! Non corriamo per favore."
"Scherzo..."
"Prima o poi sarà così, non è uno scherzo, è solo speranza la nostra."
Salutai Gemma e mi diressi verso l'uscita dell'ospedale, Nico era ancora lì ad aspettarmi.
"Quindi? Possiamo parlare ora?"
"Si certo ma non immagini quanta fame io abbia."
"Ok allora parleremo davanti un bel panino."
"E se fosse una pizza invece?"
"Ok meglio ancora."

Ci dirigemmo verso una pizzeria che si trovava nelle vicinanze dell'ospedale, Nico aveva già mangiato lì una volta e mi disse che era davvero buona.
"Facciamo un gioco, tu scegli per me la pizza ed io per te vediamo se riusciamo ad indovinare i nostri gusti."
Nico sorrise scaricando il menù con il codice QR impresso sulla sua tovaglietta.
"Qual è il pegno in tal caso uno di noi non dovesse indovinare?"
"Mi dici per filo e per segno cosa ti è successo stamattina e perché sei così strana..."
"Non sono strana..."
"Chiara so riconoscere il tuo sguardo ormai e so anche che quando hai paura ti chiudi in te stessa."
"Non ti rispondo prima vediamo chi perde!"
"Allora tu prendi una capricciosa, indovinato?"
"Si tu invece rucola prosciutto e scaglie di parmigiano?"
"Mmm si ma non è proprio tra le mie preferite!"
"Stai dicendo sul serio o vuoi solo che io parli e ti dica tutto?"
"No davvero preferisco la diavola più di tutte."
"Ok... Adesso però ho fame dopo parliamo!"
"Lo sai che quando hai l'aria imbronciata sei ancora più bella?"
"Smettila stupido!"
Lui era la mia spensieratezza, colui che riusciva a togliermi ogni peso dal cuore. La signora in ospedale aveva ragione: ero follemente innamorata ed avevo paura di qualcosa che fosse più grande di me e che non riuscivo a gestire. Le emozioni erano tante e non volevo correre.
"Allora Signorina, dove passerà la notte di San Lorenzo?"
"Mi sta invitando per caso? Io non esco con gli sconosciuti mi dispiace!"
"Ma Signorina lei mi ha rapito il cuore... quindi prendere o lasciare?"
"Io direi prendere..."
"Ah quindi si fida di me anche se non mi conosce?"
"Si i suoi occhi me l'hanno detto fin dal primo istante."
"Verrebbe quindi con me a vedere le stelle in spiaggia?"
Mi avvicinai a lui dandogli un leggero bacio sulle labbra.
"Questo è un si o è un addio?"
"È un sì per tutta la vita"
Nico mi sorrise ed io feci altrettanto, mi baciò mettendo le sue mani nei miei capelli e mi accarezzò dolcemente il viso.
"Lo sai vero che ti amo più di ogni altra cosa? Non devi avere dubbi."
"Non ho mai avuto dubbi sul fatto che tu mi amassi, ho solo paura che ti possa stancare di me prima o poi e che questa cosa di aspettare il matrimonio tu non la condivida"
"Non ne abbiamo già parlato ieri sulla barca? Farò di tutto per dimostrarti che è con te che voglio stare. Il tuo modo di vedere le cose ha cambiato anche le mie. E sono convinto anche io di non voler bruciare le tappe."
"Vale lo stesso per me, è con te che voglio stare."

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