Cap.8 BANGKOK

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Quella notte sognai di salire su un aereo e nel momento in cui stava per atterrare tutti i passeggeri svanivano nel nulla. L'unica ad essere su quell'aereo ero io, la cintura di sicurezza era bloccata e non potevo uscire dall'aereo. Mia mamma provò a svegliarmi vedendo che mi lamentavo mentre dormivo.
"Chiara, Chiara svegliati. Stai facendo un brutto sogno!"
"Mamma oddio non immagini il panico che ho avuto. Ero su questo aereo e non riuscivo più a scendere."
"Sono solo gli avvenimenti passati che ti disturbano il sonno, se vuoi possiamo rivolgerci ad un bravo psicologo. Magari potrebbe aiutarti."
"In realtà mamma io mi sento molto meglio rispetto a qualche settimana fa..."
"Non c'è bisogno che nascondi niente a tua madre ma ricordati sempre di andare con i piedi di piombo".
Mia mamma mi accarezzò il viso, prese la borsa per il mare ed uscì recandosi verso il lido.
Avevo sempre avuto un buon rapporto con mia mamma, solo lei riusciva a capirmi fino e in fondo. Da piccola, ogni volta che andava a lavoro, mi aggrappavo alla porta impedendole di uscire. Le tiravo i pantaloni fin quando non arrivava in suo soccorso mia nonna Nina che riusciva a convincermi e a portarmi in cucina ad assaggiare uno dei suoi dolci appena sfornati.
Se solo si potessero rivivere i profumi e i sapori dell'infanzia.

Pensai di nuovo al sogno che avevo fatto, sarà sicuramente dovuto alla preoccupazione del futuro o al desiderio inconscio di non far più partire Nico per la Thailandia. Mancava solo un giorno, non potevo impedirgli un'esperienza così bella solo per l'egoismo di non voler restare senza di lui per due settimane. Passeranno in fretta, mi fido di lui e sarà anche una nuova prova da superare per capire quanto siamo disposti a far funzionare al meglio le cose. L'amore è anche questo, amare anche la libertà di chi ci sta accanto e se di essa se ne fa qualcosa di sbagliato allora il rapporto era fittizio e non basato su sentimenti reali. Dover stare in coppia non deve mai opprimere libertà personale nei limiti sempre del rispetto della persona che amiamo.
Sicuramente mi sarebbe mancato da morire, ma dovevo aspettarlo per poi ritornare più forti di prima con un bagaglio colmo di esperienze, momenti felici ed emozioni da raccontare.

Mi preparai per andare in spiaggia, Nico mi disse che sarebbe arrivato più tardi, stava mettendo in ordine tutto l'occorrente per il viaggio. Il giorno prima mi disse che era disposto a rinunciare, non voleva che io restassi da sola, tra l'altro tutti erano ormai in coppia e mi sarei sentita un po' fuori luogo. Ma con decisione gli risposi che doveva andare, non volevo rinunciasse ad un viaggio che aveva desiderato da tempo.
Quando arrivò il giorno della partenza, Nico mi promise che mai nulla sarebbe cambiato e che avrebbe fatto il possibile per mettersi in contatto con me anche più volte al giorno.
"Mi raccomando voglio tante foto, voglio vivere con te almeno attraverso un telefono Bangkok e altri posti che visiterai."
"Ti porterò con me ovunque puoi starne sicura".
Mi baciò intensamente, attraverso quel bacio potevo sentire quanto ormai appartenessimo l'uno all'altra, la distanza ci avrebbe reso solo più forti.
Trattenni le lacrime non volevo farmi vedere così conoscendo Nico non sarebbe più partito. Mi avviai verso l'uscita dell'aeroporto e raggiunsi Alex e Sole che si erano offerti di accompagnare Nico ed io mi aggiunsi a loro per poterlo salutare. Lungo tutto il tragitto che andava da Napoli alla costiera cilentana non dissi una parola, come d'altronde facevo spesso anche in viaggio con i miei perché amavo osservare fin dall'infanzia quel tratto di strada che aveva degli scorci da favola, attraversando Vietri sul Mare aguzzavo sempre la vista per poter ammirare bene il mare dall'alto oltre il guardrail.
Quando arrivammo alla mia villetta, salutai Alex e Sole, entrai in casa e mi cambiai i vestiti mettendomi qualcosa che mi coprisse le spalle. Raggiunsi la chiesa del paese e mi sedetti su una delle ultime panche in legno. Desideravo con tutto il mio cuore pregare, pregai per le sofferenze del mondo, per le mie sofferenze e le preoccupazioni e conclusi pregando per Nico affinché il suo viaggio non avesse complicazioni. Decisi di aspettare la messa delle 10:00, non mi aspettavo che in quella chiesa ci fosse un coro così preparato. Mi avvicinai mettendomi nei posti accanto al coro, conoscevo bene le loro canzoni avendo già fatto parte in passato di una corale. Mi venne spontaneo cantare con loro che quasi mi guardavano per capire da dove fossi uscita. A fine messa, presi la mia borsa e mi avviai verso l'uscita, quando una voce di una ragazza mi fermò.
"Scusami volevo chiederti una cosa se posso"
"Ciao, certo dimmi.."
"Innanzitutto piacere io sono Elena..."
"Piacere mio, io sono Chiara"
"Non ci conosciamo ma hai un viso molto familiare, io faccio parte del coro di questa parrocchia, non ho potuto far a meno di notare che hai una bellissima voce"
"Ti ringrazio, si vengo qui spesso a messa ogni estate da 15 anni."
"Mi piacerebbe se tu venissi domani sera alle nostre prove, guarda ti lascio un biglietto con il mio numero puoi contattarmi quando vuoi"
"Elena sei così gentile ma io sono qui in vacanza e a settembre andrò via".
"Non è un problema magari ogni volta che vieni qui in estate potresti far parte del nostro coro".
"Ci faccio un pensiero e magari ti chiamo"
La salutai e lei raggiunse altri ragazzi in lontananza, uno di loro mi guardò con aria strana. Non diedi peso alla cosa e ritornai a casa a cambiarmi per poi scendere in spiaggia. Girai e rigirai più volte quel biglietto tra le mani non sapendo cosa fare, lo misi nella tasca della mia borsa promettendomi che ci avrei ripensato.

Illumini i miei passi Where stories live. Discover now