Cap.13 INVEROSIMILE

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Il nostro viaggio stava per concludersi e quei giorni erano serviti a me e a Nico per capire tante cose e soprattutto per chiarire ciò che avevamo vissuto nei giorni precedenti.
" Non sembra un po' troppo il bagaglio da stiva di 23 kg solo per te?" disse Nico diverito dopo aver imbarcato il mio bagaglio .
"Voi uomini non capirete mai la necessità di avere tutto ciò che occorre durante il viaggio..."
"Ah quindi vorresti dire che sono necessari 5 paia di scarpe per una sola settimana?"
Fulminai Nico con lo sguardo e lui ancor più divertito mi tirò verso di lui baciandomi. Quanto adorava punzecchiarmi e giocare con me per il solo pretesto di potermi poi stringere a lui e baciarmi.
"Ecco il nostro volo al gate 4, non mi sembra vero che sia passata già una settimana." dissi guardandomi in giro e osservando quanta gente corresse presa dall'ansia di poter perdere il volo.
"Ci pensi mai che tutto questo diverrà sempre più frequente per te?"
"Si, Nico..."
"Sembra quasi ti dispiaccia, perché?"
"No non mi dispiace ma so che ogni volta mi mancherai enormemente."
"Posso viaggiare con te ogni volta che il mio lavoro lo consentirà che ne dici?"
"Si mi sembra un'ottima idea anche se ci saranno dei mesi che ci metteranno a dura prova..."
"Amore...Possiamo resistere a tutto giusto? Ce lo siamo già detti!"
Appoggiai la mia testa sulla sua spalla mentre attendevamo seduti l'apertura del nostro gate e lui mi sfiorò i capelli dolcemente.

Dopo qualche ora arrivammo finalmente all'aeroporto di Napoli. Fuori ad attenderci dovevano esserci Alex e Sole. Provai a contattarli tramite messaggio ma entrambi non risposero e non riuscivamo in nessun modo a trovarli nemmeno nel parcheggio dell'aeroporto.
Dopo circa 15 minuti il telefono di Nico squillò. Era Alex.
Dalla faccia di Nico compresi che qualcosa non andava.
"Cosa stai dicendo Alex? Ma davvero? Vi raggiungiamo quanto prima, prendiamo un taxi per la stazione di Napoli e prendiamo il primo regionale per il Cilento".
"Cosa è successo Nico?" Dissi con la voce tremante.
"Sole..."
"Sole cosa?!"
"Sole stamattina ha avuto un brutto incidente, il trauma cranico è stato talmente forte che ha perso i sensi ed è entrata in coma"
Non riuscii a dire niente, scoppiai in lacrime e dissi a Nico che dovevamo immediamente raggiungerla.

Arrivammo in ospedale e mi fiondai davanti la terapia intensiva dove c'erano anche i genitori di Sole, Alex e gli altri ragazzi.
Abbracciai sua madre ed entrambe scoppiammo in un pianto liberatorio ma allo stesso tempo pieno di sofferenza.
"Perché Chiara? Perché la mia bambina? Perché?"
"Gemma devi star tranquilla, sono sicura che il Signore salverà la nostra Sole. Lei è forte e si riprenderà quanto prima."
Dopo due ore di attesa nessuna notizia e non ci permettevano di vederla.
Alex era distrutto tanto che si era addormentato su una delle sedie fuori la terapia intensiva. Nico era seduto accanto a lui e cercava in tutti i modi di non lasciarlo solo.
Mi alzai e mi incamminai verso la cappellina dell'ospedale, presi la corona del rosario che avevo sempre con me nella borsa e cominciai a recitarlo chiedendo a Mamma Maria di vegliare su Sole e far in modo che si potesse svegliare quanto prima.
"Mamma... Mamma Maria, non farlo per me ma per i suoi genitori che soffrono così tanto in questo momento. Tu ci sei sempre nei momenti più difficili e in quelli felici, non mi abbandoni mai e non abbandonarmi nemmeno ora che la mia amica ha bisogno di aiuto."

Mentre ero assolta nella preghiera mi sembrò di sentire dei passi che giungevano verso l'altare. Era un frate francescano con una lunga barba e tra le mani aveva un rosario dorato. Mi guardò e mi disse dolcemente.
"Figlia cara, perché piangi così tanto? Non ha detto nostro Signore di essere forti e non aver timore di nulla?"
Io sorpresa dalle sue parole quasi non sapevo cosa rispondere.
"Si.. ha ragione ma la mia amica ha avuto un brutto incidente ed è finita in coma. Rivolgevo la mia preghiera a Maria affinché potesse salvarla"
"Maria ti ha già ascoltata, come può una Madre non ascoltare i suoi figlioli? È la fiducia che cambia ogni situazione, se ti fidi di ciò che il Signore ti mette nel cuore nessuno potrà mettersi contro".
Il frate non mi diede nemmeno il tempo di rispondere che girò le spalle dopo aver fatto il segno della croce ed uscì dalla cappellina. Non riuscii nemmeno a chiedergli come si chiamasse e se poteva anche lui pregare per Sole.

Illumini i miei passi Where stories live. Discover now