"RIMETTERCI L'ANIMA"

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«E te sei?»
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«So' n' amico de Davide, m'hanno detto de chiamatte che stanno andando via.»
«E non potevano venire loro a dirmelo?»
«Senti, se vòi me ne vado, era solo per fartelo sapè.»
Colgo un tono infastidito, si gira di scatto e va via, mischiandosi in un mare di gente.
Neppure lo conosco e già è voluto scappare da me, inizio a pensare di essere davvero un disastro.
«Ehi, aspetta!» Cerco di rincorrerlo con fatica, la testa mi gira e per uscire dal locale vado appoggiandomi in ogni angolo.
Mi sento prendere per la vita, è Davide che mi guida fuori verso di loro, accompagnando i passi con le sue solite battute che, onestamente non riesco neanche a capire per quanto sia stordita, ma che mi fanno scoppiare a ridere ugualmente. 

Se un mesetto fa avessi visto una ragazza aggirarsi per Roma mezza ubriaca sorretta da un amico, in preda a una risata isterica, l'avrei sicuramente giudicata più che male. E invece eccomi qui, sono io la cretina mezza sbronza, con un gruppo di amici che probabilmente non mi sopporta più.

«Ma sei pazza?!» urlo a Rebecca di colpo, fermando la risata. Mi ritrovo la faccia tutta bagnata e lei che rapidamente me la asciuga con un fazzoletto.
«Scusame Mì, era l'unico modo pe' fatte riprende un pò.»

Mi "sveglio" abbastanza da riconoscere il ragazzo che mi aveva chiamata nel locale, mi avvicino e gli chiedo scusa per la mia reazione scorbutica.
«Nun te preoccupare Micole, è tutto ok.»
Mi appare comprensivo, anche se mentre parla gira lo sguardo altrove.
«Te ancora me dici come te chiami però!»
Replico io con determinazione.
Scoppiano tutti in una forte risata e Rebecca coprendosi la faccia con una mano, mi fa intendere di aver fatto una figura di merda.
«Che succede?» Chiedo perplessa. 
«Sono Mattia, Mattia Briga.» Mi stringe la mano con forza, fissandomi con un sorrisetto stampato in volto, abbastanza imbarazzante.
«Mì, davvero nun lo conosci? Si che sei brilla, ma lui è Briga!» urla quella vipera di Martina, mettendosi sottobraccio a Mattia.
Tutti in coro cercano di spiegarmi chi è questo ragazzo: Amici di Maria De Filippi, "Sei di mattina", concerti e tante altre cose che non comprendo del tutto.
Lui si mette in disparte e io faccio finta di essere interessata a quello che gli altri hanno da dirmi.
Ricominciamo a camminare, Mattia mi blocca prendendomi per un braccio e mi porta più dietro.
«Senti, io sono Mattia e basta, un ragazzo che scrive musica, non dare retta a loro. Se vòi, imparerai a conoscermi da sola al di là del fatto che, come dicono, io sia conosciuto.»
«Non volevo mancarti di rispetto, ultimamente sono inchiodata sullo studio e la parola televisione è scomparsa dal mio vocabolario.»
«Non è assolutamente un problema,  tranquilla.»

Non facciamo in tempo a riprendere il passo che mi ritorna in gola quello che ho mandato giù poco fa, sono costretta a vomitare tutto in un vicolo, per fortuna desolato.
Sto davvero male, sembra che tanti chiodi mi stiano perforando la testa e che mi si stia accendendo un fuoco nello stomaco.
Sento una mano calda appoggiarsi sulla fronte e un altra spostare dietro i miei capelli mossi castano chiaro.

«Grazie.» sussurro con gli occhi lucidi,  pulendomi la bocca con la manica della maglia.
«Vedi, 'n fondo non sono così male come pensavi... E te assicuro che nun è stato 'no spettacolo tanto gradevole pe' me!» Inizia a ridere rubando un mezzo sorriso anche a me.
«Lo so, che vergogna, sono mortificata, scusame. E comunque non ho mai pensato fossi un cattivo ragazzo. In realtà non sono proprio nelle condizioni di formulare pensieri.»
«Strano, a primo impatto faccio 'na brutta impressione a tutti.» Dice a tono basso riprendendo a camminare.
« Te vedo solo molto diverso da me, questo sì.» Prendo coraggio e, infilandomi il cardigan, pronuncio queste parole. «Appari sicuro e forse un pò "prepotente", qualità che ogni tanto vorrei avere anche io.»
«Te sei egocentrica!»
«Come scusa?»
«Sei egocentrica. Esci con gli amici, vai nei pub, te ubriachi e rimani l'intera serata al centro dell'attenzione. Inizialmente perchè fai "caciara", poi perchè c'hai bisogno de quarcuno che te tenga d'occhio.»
«Beh, te ne puoi anche andare se la pensi così.»
«Ma nun è n'attacco, è la verità e ora come ora te non capisci.» Cammina sicuro con le mani in tasca, istigandomi a tirargli una sberla. «Nel senso, pari tanto caruccia e te devi ridurre a bere? Non ha senso, non la comprendo la gente così, l'alcol non risolve i problemi, li porta.»

Bene, una persona incontrata da neanche due ore mi sta sputando in faccia cosa pensa di me, sta facendo una radiografia del tutto sbagliata sul mio conto. Da un lato sono tentata nel mandarlo all'altro paese e dall'altro...se avesse ragione? Se apparissi davvero così?

«Te non me conosci.» Dico trattenendo le lacrime dopo vari minuti di silenzio.
«No, però c'ho preso, vero?»
«Non sai nulla di me e della mia vita! Non dovresti neanche permetterti!»
«Beh, dopo che te ho vista rimettere anche l'anima direi che ho il diritto de ditte quarcosa!» Si accende una sigaretta creando una nuvola di fumo davanti al suo volto.
«Dammene una.» Dico a bruciapelo. In venticinque anni non ho mai provato e ora mi ritrovo a chiederne una ad un ragazzo che mi sta uccidendo moralmente.
«No.»
«Come no? Gentile!»
«Il fumo uccide.»
«Ma te sei strano! Fino a prova contraria stai fumando eh!»
«Te non devi farlo. Non vuoi farlo, non sei tipa. Non sei neanche tipa che beve, perchè te vuoi rovinare?»
«Io sono già rovinata.» Abbasso gli occhi.
«Chi te ha rovinata?»

L'ECO DELLA LIBERTÀ | BRIGAWhere stories live. Discover now