CAPITOLO 3

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Stiles, un po' turbato per la situazione che si stava creando, raggiunse l'amico e s'incamminarono verso l'uscita dell'istituto, Stiles lo seguiva a ruota, reggendo con disinvoltura lo zaino. La figura di Isaac si stagliava contro la luce del sole. I corridoi del College of Science & Engineering erano gremiti di studenti. Il campus era un luogo circondato da giardini verdi curati e aiuole fiorite, gli alberi iniziavano a mostrare le loro foglie tinte di un verde scuro. Una grande struttura moderna, illuminata dalle ampie finestre al centro. Il college comprendeva diversi edifici all'interno dei quali si trovavano aule dall'ampio spazio per lo studio e l'apprendimento.
Stiles si trovò davanti al vecchio distributore di snack e, come ogni mattina, digitò il codice per prendere le sue patatine al barbecue, ma incontrò qualche difficoltà. Il distributore sembrava determinato a non cedere il proprio pacchetto. Stiles si stava infuriando. Ripensò all'imbarazzante momento con il professore Hale, rendendo più frustrante la sua lotta contro quell'aggeggio inaffidabile.
«Stupido affare» ringhiò a denti stretti dando colpi decisi al metallo. «Stupido. Stupido. Stupidissimo affare!»
Stiles, con uno strattone deciso, riuscì a farsi dare le patatine.
«Ehi, calmati amico» al suo fianco c'era Isaac. Stiles girò di scatto la testa e lo guardò nervoso con la mascella contratta. «Il prof ti ha rotto le palle per il fatto che non eri attento in classe?»
Stiles aprì il pacchetto e si ficcò in bocca cinque patatine masticando e s'incamminò verso la biblioteca. «Non proprio, altre faccende di cui non voglio parlare ora.»
«Sei sicuro?» domandò preoccupato Isaac.
«Sicuro. Ora ho solo bisogno di sistemare quella maledetta app e stare un po' per i fatti miei.»
In quel momento, come in altri, avrebbe preferito essere al posto del suo amico. Ormai aveva fatto l'abitudine ad avere poca fortuna rispetto a Isaac.
Un po' Stiles lo invidiava perché aveva un carattere forte e quel suo talento di ignorare i giudizi delle persone gli avrebbe fatto veramente comodo nella vita. Ciononostante, a suo modo, voleva davvero un gran bene a Isaac. Erano come fratelli.
«Credo che tutti, compresi i professori in questo istituto, ti abbiano detto di non andare a prendere gli snack in quella vecchia macchina» disse Isaac cercando di smorzare un po' la tensione. «Del tablet non posso farci molto, non so nemmeno che cos'hai combinato. La scena di oggi è stata... strana. È la prima volta che Hale riprende uno studente del suo corso. Poi, un'altra cosa: perché hai iniziato a illuminarti prima? È un'altra roba da nerd che stai preparando?»
«Ehm... sì, più o meno» disse Stiles. Poi provò a cambiare discorso vedendo l'espressione dell'amico, sapeva bene quando Stiles mentiva, non era capace di farlo. «Tra un paio di giorni è il mio compleanno, avevo in mente di fare una piccola festa a casa mia tipo: torta, film e videogiochi. Tu io e, se vuoi, anche qualcuno della squadra.» D'un tratto Stiles notò in Isaac un'espressione strana, sembrava stesse nascondendo qualcosa visto il sorrisetto che aveva stampato sulle labbra. «Oh no... Isaac, che hai combinato?» chiese.
«Splendido piano il tuo eh... però ventuno anni si compiono una volta sola» rispose Isaac. «Quindi avevo pianificato una serata alternativa.»
«Ti prego, non ho proprio voglia quest'anno» rispose Stiles scocciato.
«Troppo tardi Stiles, ormai ho già organizzato tutto. Ci sarà: tanta gente, alcolici e un sacco di altre cose. Il festeggiato non può mancare!»
«Isaac, conosco solo la metà, della metà, dell'altra metà delle persone che ci sono qui. Tu sei quello in gamba e che fa amicizia con tutti, non io.»
«Ecco perché ho deciso di invitare solo i più intimi, tra cui anche una persona speciale...»
Stiles alzò lo sguardo, temeva per la domanda che gli stava per porre. Deglutì prima di parlare. «Hai invitato anche Lydia?» esclamò e l'amico cominciò a ridere. Il volto di Stiles divenne teso, sentì che stava sudando freddo. Diede un colpo secco a mano aperta sul petto all'altro. Isaac tossì ma non sembrò provare dolore perché scoppiò in una fragorosa risata. Stiles era davvero permaloso, non sopportava quando Isaac lo stuzzicava. «Sei impazzito? E ora come mi comporto? Che faccio? Come mi vesto? Diamine, che ti è saltato in testa?»
In quel momento, Stiles sentiva il suo stomaco ribaltarsi, come se qualcuno stesse mescolando i suoi organi interni. Aveva sempre provato qualcosa di speciale per Lydia, ma non aveva mai accettato quei sentimenti. Lydia era una di quelle classiche ragazze inarrivabili, in ogni senso.
Stiles era più basso di lei di almeno venti centimetri e questo lo imbarazzava molto, sentiva di essere a disagio ogni volta che doveva alzare lo sguardo verso di lei.
Però Lydia, nei suoi confronti, era sempre stata molto gentile e presente per qualunque suo problema con lo studio. Stiles era certo che lo vedesse solo come un amico.
Nel suo animo cominciarono a manifestarsi tante immagini di loro due insieme, di loro che prendevano un gelato, ridevano e scherzavano, perfino di loro che si davano un casto bacio.
D'improvviso Stiles fu assalito da una fitta lancinante alla testa, e qualcosa si manifestò dinnanzi ai suoi occhi. Cominciò ad avvertire una sensazione di gelo intenso che gli sollevava i peli del corpo. Le tenebre lo avvilupparono. Scorse una donna dai folti candidi capelli, le mani somiglianti ad artigli ma il volto celato da dense nubi nere.
Un'altra allucinazione pensò. Basta... ti prego...
Poi scomparve tutto.
Davanti a lui si ritrovò la figura preoccupata di Isaac. «Stiles? Tutto bene?»
«Non lo so, ho avuto... u-un male alla testa come... ieri» rispose. «Ora sto meglio, credo.»
«Vuoi che ti porto in infermeria?»
«Uhm... no, grazie. È stato solo un momento...»
Stiles sorrise con benevolenza per rincuorare l'amico. Notò poi Isaac distratto, cogliendo la sua attenzione rivolta altrove. Vide l'arrivo di due ragazze che entrambi conoscevano bene. Erano le sorelle Lydia e Allison Martin, forse le più agiate della città, poiché il loro padre aveva fatto una grande fortuna con la sua impresa di moda a New York, nei primi anni del nuovo millennio. «Guarda un po' chi sono arrivate. Le sorelle Martin.»
Lydia era una ragazza semplice, al contrario, sua sorella si presentava sempre con abiti di prestigiosi stilisti. Nonostante avessero solo un anno di differenza, le due si somigliavano molto. Entrambe una chioma bionda, occhi azzurri e un fisico esile.
Si avvicinarono a un gruppo di tre ragazze e iniziarono a conversare con loro. Stiles era incerto su come comportarsi, ma non indugiò. Si aggiustò la maglietta blu, spazzolò i pantaloni color cachi e si fece avanti con decisione. Era consapevole di ciò che stava facendo? Non riusciva ancora a capire perché i suoi passi lo stessero portando verso di lei, quando, all'improvviso, l'agitazione lo assalì e cambiò direzione.
«Stiles!» disse la ragazza alle sue spalle. Lui frenò di colpo il suo passo girandosi.
«Ehi, Lydia!» disse sorridente alzando una mano per salutarla, la voce forse di una nota troppo alta. «Come... come va?»
«Molto bene grazie» rispose cordiale, avvicinandosi a lui. «Isaac mi ha detto che vuoi fare una festa per il tuo compleanno e ci ha invitate. È vera questa notizia?»
«Assolutamente sì» gli occhi del ragazzo si posarono da Isaac, che lo guardava divertito a braccia conserte, a Lydia e a quel suo splendido sorriso. «Stiamo ultimando gli inviti e tutto il resto... tu... pensi di venire?» domandò con voce tremante.
«Sì, penso con Allison e un altro paio di amiche. Se non è un problema, ovviamente.»
«Certo che no! Anzi, più siamo e meglio è per tutti.»
«Bene, allora informaci sull'ora e il luogo.»
D'un tratto la sorella si avvicinò. L'una a fianco dell'altra erano tanto simili da potersi confondere. Allison sorrise a Stiles. «Stilinski! Come stai? Il tuo amico ha già lanciato la notizia di una festa per il tuo compleanno, è vero?»
«Bene, grazie Allison. Effettivamente sì... in realtà sta facendo tutto lui» rispose.
«Una specie di festa a sorpresa?» domandò sorridendogli.
«Una specie, sì.»
«E noi ci saremo! Scusaci, dobbiamo tornare in aula. Ci vediamo Rosso.»
«Ciao Stiles!»
Isaac aveva assistito alla scena con molto divertimento e dovette anche nascondere una risata che trattenne a fatica. Si avvicinò a Stiles e gli diede una pacca di conforto sulla spalla sinistra.
«Ma che cavolo ho detto? L'ho invitata alla mia festa di compleanno a cui non so nemmeno se parteciperò?» disse Stiles mentre guardava il gruppetto di ragazze allontanarsi.
«Bé Stiles, non so tu ma credo che sei ufficialmente fregato e la festa si deve fare e tu sarai l'ospite d'onore» disse Isaac ancora più divertito.
«Mi sono fregato da solo, mannaggia a me...» si sfregò la testa spettinando i capelli rossi. «Ma che diamine!»
«Oh insomma, non fare così, è solo il tuo compleanno e finalmente potrai stare al centro dell'attenzione di tutti, soprattutto di Lydia Martin!»
«Odio l'attenzione di tutti...» ripeté Stiles sconsolato.
«Sarà divertente, credimi!» Isaac poi controllò l'orologio digitale che aveva al polso. «Non avevi il turno al negozio oggi?»
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e sbuffò. «Merda! Me ne ero completamente scordato!»









* * * S P A Z I O A U T O R E * * *

Sì gente, lo so, state aspettando l'arrivo di Derek! Abbiate ancora un attimo di pazienza, ben presto entrerà a far parte della storia in un modo che nemmeno voi possiate immaginare!
Nel frattempo, cosa ne pensate della storia? Vi sta piacendo? Lo so, ho cambiato un sacco di cose, tra cui il fatto che Stiles non è insieme a Scott, ma non temete che anche Scott lo rivedrete in un'altra versione! Però, spoiler: di questa cosa se ne parlerà nel prossimo volume

Ascesa dell'Erede | STEREK (vol. I) Where stories live. Discover now