Capitolo 42.

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Mi guardava con occhi pieni di speranza e a tratti anche confusi.

Non mi ero resa neppure conto di ciò che avevo appena confessato.

"È ovvio che ti amassi, Billie." - sospirai, gettandomi all'indietro - "Avevo solo molta paura e penso di averlo ammesso a me stessa solo ora."

Ci fu un attimo interminabile di silenzio.

"Questo però non cambia nulla. Perché fai così?"

"Ero sempre stata convinta che mi amassi, ma quando ho iniziato a stare troppo male per la tua distanza mi sono costretta a credere che non fosse così e ho provato a farmi aiutare per dimenticarti. Per affrontare il dolore avevo deciso di staccarmi da te e comportarmi freddamente nei tuoi confronti, ma ovviamente non ho sempre potuto farlo, perché" — prese una pausa e respirò profondamente — "il mio amore per te ha sempre vinto su tutto."

Sollevai un attimo la testa e la notai trattenere le lacrime.

"Mi dispiace per come mi sono comportata." - affermai tristemente, con dei sensi di colpa mai provati prima.

"Non è colpa tua. Avevi paura."

"Si ma non avrei dovuto coinvolgerti nei miei problemi."

"Non importa." — accennò ad un leggero sorriso per tranquillizzarmi.

"Ma allora perché mi hai chiesto di essere amica tua se volevi allontanarti da me?"

"Kim io non riesco a starti distante" — continuò, avvicinandosi a me — "e l'unico modo per rimanere vicino a te è questo."

'Sacrificherebbe se stessa per starmi vicino? E dopo tutto quello che le ho fatto?' pensai.

Calò nuovamente il silenzio.

"Amo più te che me stessa, Kimberly. Non sopporterei di sapere che stai male senza poterti aiutare. È già successo in passato e non voglio più dover ripetere lo stesso errore." — interruppe la quiete.

A quelle parole le lacrime cominciarono definitivamente a scorrermi giù per il volto, per quanto forzassi il contrario.

Erano lacrime che non avevo versato da tempo.

Lacrime che non credevo avrei potuto più dedicare a qualcuno.

Billie, a quel punto, si avvicinò ancora un po' a me e cominciò ad asciugarmi il viso.

"Dai non piangere, va tutto bene." — mi sorrise.

La verità è che non solo piangevo per i sensi di colpa nei suoi confronti, ma anche perché finalmente l'accettazione dei sentimenti che provavo (o perlomeno, che avevo provato) per lei mi aveva liberato da un peso.

Aveva fatto scattare in me qualcosa che avevo sempre represso e così, metaforicamente, si erano liberate anche le mie lacrime.

Piangevo a singhiozzi mentre Billie provava a calmarmi, fallendo miseramente.

Col senno di poi, mi chiedo anche come io abbia fatto a non svegliare tutta la struttura.

"Va tutto bene?" — accorsero Chicago e Diana in stanza, con palesi segni di pianto sotto gli occhi. Dovevano aver origliato tutto il tempo.

"Si, sto bene." - mi asciugai velocemente le lacrime e feci un profondo respiro sotto gli occhi preoccupati della ragazza affianco a me.

"Volete fare a cambio? Kim preferisci dormire con me?" — domandò la bionda.

"No, va bene così." - finii di asciugarmi le lacrime e mi sistemai sotto il lenzuolo come niente fosse successo.

"Se qualcosa non va, fai un fischio però." — mi sussurrò all'orecchio la mia amica, mentre la bruna e Billie erano andate a confabulare in bagno.

"Buonanotte." - annuii

"Buonanotte, Kim."

"Hey, ti sei calmata?" - si accertò che stessi meglio - "Se ti crea problemi me ne vado, ti lascio con le tue amiche."

"No, è okay." - dissi con freddezza.

Nella mia mente riaffioravano tutte le parole che le avevo detto e che mi aveva detto.

Tutte le volte che mi aveva detto di essere innamorata di me e tutte le volte che le avevo risposto male.

Soffrivo a pensare alla difficoltà che aveva fatto ad aprirsi e alla facilità con cui io ero riuscita fino a quel momento a deluderla.

Proprio come aveva fatto Lavinia con me quando stavamo insieme.

"Non voglio che quello che ci siamo dette stasera cambi qualcosa."

"Billie, mi dai la mano?" - la zittii.

"Certo" — sorrise labilmente.

Non appena la sue mani si intrecciarono nelle mie, ogni dubbio e incertezza svanirono.

Seppi cosa volevo e cosa avevo sempre voluto.

Una persona che a costo di vedermi stare con un'altra restava al mio fianco, amandomi comunque incondizionatamente.

Questa persona però, subito interruppe il momento.

"Cos'hai fatto?"

"Di che parli?" - spalancai gli occhi che per qualche secondo avevo chiuso, intenta a godermi il momento.

Tw

Mi sollevò la manica e fissò il mio polso bendato da una doppia garza impossibile da non percepire al tatto.

"Ti sei ferita?" — mi guardò preoccupata e rividi per la seconda volta in poco tempo quegli occhi pieni di lacrime.

"Lascia stare." - ricoprii nuovamente la benda con la manica.

Mi gettò subito le braccia attorno al collo, abbracciandomi forte.

Riuscivo a sentire le sue lacrime scivolarmi addosso per tutta la schiena, e così cominciai a piangere anch'io con lei.

"Non ti lascerò mai più da sola." — la sentii sussurrarmi con voce rotta, prima che mi addormentassi.

E alla fine non più.Where stories live. Discover now