PROLOGO

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Oltre la periferia di Beacon Hills, si stendeva una fusione di quartieri e ambienti distinti che incorniciavano la grande città. Case basse dall'aspetto anonimo e tetti spioventi coperti di muschio, abbracciavano il freddo grigio del Pacifico. Giardini curati, si allineavano lungo ombrose strade alberate. La pioggia, compagna costante, tingeva il mondo di grigio, mentre piccoli negozi e un paio di caffetterie punteggiavano la strada principale. Il profumo di pini e cedri aleggiava nell'aria.
Nelle residenze adiacenti, precisamente in una modesta villetta caratterizzata da una facciata in legno scuro e da un tetto ricoperto da tegole grigie, si ergeva uno splendido giardino appena curato, abbellito da fiori e cespugli. Posta all'ingresso, sulla veranda, trovava posto una comoda panchina in legno di noce. La finestra all'entrata emanava una luce accogliente, ma l'atmosfera all'interno era permeata da una lugubre sensazione di terrore.
Claudia si aggirava per il salotto, avvolta in una vestaglia sbiadita. I passi, attutiti dal parquet anticato, rimbombavano nella notte. Il pallore del viso, segnato dalla stanchezza, era messo in risalto dai lunghi capelli corvini che le ricadevano sulle spalle. Il ticchettio dell'orologio a pendolo sul muro e il fragore del temporale all'esterno sembravano scandire, come una lenta agonia, il ritardo del marito. Si affacciò alla finestra, ma di lui ancora nessuna traccia. Udiva la pioggia abbattersi con insistenza sul tetto, e la vedeva scorrere lungo le finestre impolverate. Il suo scroscio, regolare e costante, cullava l'impazienza che le attanagliava lo stomaco. Un lampo squarciò il cielo, illuminando per un attimo l'oscurità che aveva inghiottito la via, il tuono lo seguì ruggendo minaccioso
Riprese il suo cammino intorno alla stanza e iniziò a mordicchiarsi l'unghia del pollice destro, il sapore metallico del sangue sulla lingua. La preoccupazione per il marito la tormentava, facendole temere il peggio. Era consumata dalla paura che gli fosse accaduto qualcosa di spaventoso, quella assenza prolungata non era da lui. Abbassò la mano, per cercare conforto nella collana che le pendeva dal collo diafano. Con dita tremanti, giocherellò con la pietra, facendola scorrere sul filo metallico. Era un quarzo, lucido e dal colore ambrato.
La porta si spalancò, e Claudia sussultò per lo spavento. Il marito entrò senza curarsi di bagnare il pavimento. Le gocce scendevano dai capelli brizzolati, finendo poi sul volto segnato dalle rughe che iniziavano a intravedersi nonostante i suoi quarant'anni.
«Noah!» esclamò la donna, la voce era strozzata da un groppo in gola. Si avvicinò al marito gettandogli le braccia al collo per stringerlo forte a sé. «Che cos'è successo? Perché non mi hai chiamata?»
Noah non pronunciò parola. Si allontanò da lei e si mise a camminare nervoso per la stanza, come se stesse cercando qualcosa. D'un tratto sollevò lo sguardo e, con passo deciso, salì le scale che conducevano al piano superiore. La donna lo guardò dapprima dubbiosa, poi perplessa da quel comportamento inusuale, decise di seguirlo.
Il suono di cassetti che si aprivano e di ante che si spalancavano rimbombò per tutta l'abitazione. Non appena entrò in camera, Claudia rimase stupita nel vederlo rovistare tra i vestiti di entrambi e spargerli ovunque. In piedi davanti agli armadi aperti, lanciava gli abiti come se fossero privi di valore nelle tre valige poggiate sul letto.
«Noah, ho visto delle cose... i Morfici stanno bene? E il Decano?» cominciò a dire Claudia, prima di iniziare a tremare. Gli occhi le si riempirono di lacrime e mise una mano sulle labbra per non mostrare il tremolio.
«Oh...» l'uomo si fermò. «Non ora, Claudia... dobbiamo andarcene da qui e subito.» Sembrava tranquillo, fin troppo per la situazione in cui si trovavano, ma era evidente che la sua mente era altrove. C'era qualcosa di diverso in lui, qualcosa che Claudia non riusciva a riconoscere.
«Noah. Che sta succedendo?»
«Ti spiegherò tutto dopo. Ora non è il momento» rispose l'uomo ancora più reticente davanti a tante domande. Poi le si avvicinò e le posò entrambe le mani sulle spalle. Claudia si accorse che quegli occhi che tanto amava erano ormai delle pozze scure, le pupille sembravano fondersi con l'iride. Noah sorrise, ma la barba folta copriva l'increspatura delle labbra, rendendo il suo aspetto inquietante. «Va' a prendere il piccolo, faremo un viaggio in famiglia. Che ne pensi?»
L'uomo tornò verso l'armadio e, ancora una volta, Claudia non lo riconobbe. Non era la persona che aveva sposato, aveva un atteggiamento che la terrorizzava. La mano, che in un primo momento le aveva coperto le labbra, si posò sul ciondolo che portava al collo e lo strinse forte. Tenne a freno la lingua, soffocando la domanda che la tormentava. No, non poteva credere ai pensieri orribili che le attraversavano la mente, suo marito non poteva essere un assassino.
«Noah, che cos'hai fatto?» chiese invece.
L'uomo non rispose subito, continuò a riempire le valigie: in una i suoi vestiti, nell'altra quelli della moglie.
«Mi servirebbe il ciondolo di tua nonna.»
«Ma cosa... no!» Claudia si avvicinò a lui e gli strattonò un braccio. «Noah, guardami! Il ciondolo... cose riguardanti l'Abbazia sono passate nella mia testa. Ma ho bisogno di sapere la verità da te.»
Noah lasciò perdere i vestiti, e le prese il volto tra le mani. «Tesoro, non è come sembra. L'ho fatto per noi. Volevano distruggere la nostra famiglia, volevano... volevano il tuo potere. Ora, dammi il ciondolo, sembra che quel fardello sia ormai diventato troppo pesante per te.»
Claudia percepì quel tocco, freddo e tremante, come estraneo.
Un tuono rombò all'esterno, mentre la pioggia batteva con forza sulle finestre, e in quel momento, in un angolo oscuro della stanza, emerse una figura mostruosa. La donna si allontanò di colpo, spalancando la bocca per la paura e portandosi una mano sulla collana. Le avevano insegnato a non fidarsi mai di nessuno e ora, la fiducia verso suo marito stava iniziando a vacillare.
«Cosa hai fatto?» chiese.
«È un amico, tutti pensavano fosse il male ma... non è così» rispose Noah, alzando le mani per farla calmare. «Lui e i fauni hanno salvato me, hanno salvato la nostra famiglia. Ora, per favore, dammi il ciondolo. Devo consegnarlo a lui. È ciò che vuole e noi saremo per sempre liberi.»
«Ma di che diamine stai parlando?» La domanda della donna uscì in un sussurro.
«Forse è meglio ascoltare tuo marito.» La voce del mostro la sferzò come una folata di vento gelido. Era grottesca, roca e inumana. Un brivido percorse la schiena di Claudia.
«Ti prego.»
Noah, ancora una volta, cercò di avvicinarsi a lei. La donna fece un passo indietro e i suoi occhi, solitamente di una calda sfumatura di verde, divennero bianchi. Per un solo istante, un'onda di potere fluì dalla sua anima, non aveva mai percepito nulla di simile in vita sua prima di quel momento. Scagliò Noah lontano, facendolo volare contro il muro della stanza alle sue spalle. Claudia, una mano posata sulla fronte, respirò a pieni polmoni per calmare i battiti del cuore e riprendersi da quell'intensa esplosione di energia.
Noah, accasciato sul pavimento, la guardò con espressione sconvolta. «No, io non sono il...»
«Mamma...» alle spalle della giovane donna comparve il suo bambino di cinque anni.
I capelli rossi arruffati dal sonno e, mentre si stropicciava gli occhi entrò nella camera, tenendo stretto tra le braccia un orsacchiotto. Claudia corse da lui e lo prese in braccio.
La creatura nascosta nell'ombra scomparve in una nube grigia. Noah scrollò il capo cercando di riprendersi dal colpo. Per un istante guardò suo figlio avvinghiato al collo della moglie.
«Claudia...»
«Vattene!» disse lei stringendo il bambino a sé. «E non tornare mai più.»













* * * S P A Z I O A U T O R E * * *

Nuova storia un po' diversa dalle altre, mi sono lasciato trasportare dalla fantasia. Ho cambiato radicalmente le cose proposte dalla mia serie tv preferita, ovvero Teen Wolf, cambiando ai personaggi sia l'età che il protagonista. Inoltre mi sono immaginato un mondo fantasy all'interno di Beacon Hills. E non solo, noterete poi più avanti che ci saranno anche dei cambiamenti riguardo ad alcuni tratti fisici immaginati da me! Inoltre ho aggiunto alcuni nuovi personaggi giusto per dare quel pizzico in più!
Quindi per ora la mia domanda è: cosa ne pensate come prologo?

Ascesa dell'Erede | STEREK (vol. I) Where stories live. Discover now