Capitolo 9

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Un fresco venticello estivo muoveva le foglie di una piantina di basilico posta sulla veranda. Il riflesso di una luminosissima luna piena si immergeva in una piccola pozzanghera accanto ad una sdraio in legno. Stefano se ne stava tranquillo sdraiato al chiaro di luna mentre sorseggiava il suo solito thè con i biscotti. Centinaia di pensieri lo assopivano. Penetravano con forza nella sua mente in cerca di risposte che, forse non sarebbero mai arrivate.

Aveva ancora impresse nella mente le parole di Sara che lo avevano bruscamente destabilizzato. Nonostante fosse a conoscenza della districata situazione che stava vivendo non smetteva mai di sperare. Alzò la tazza dal tavolino di legno alla sua destra rovesciando qualche goccia di thè su di un foglio piegato in quattro. Quel foglio se ne stava raggomitolato assieme al suo destinatario, baciato dai riflessi della luna, in attesa che qualcuno lo leggesse.

Stefano lo guardò per qualche istante, allungò la mano e, tremolante, lo afferrò. In tre mesi non aveva mai avuto il coraggio di aprirlo ma qualcosa dentro di lui lo spingeva a farlo. Infondo in cuor suo sperava di trovare le risposte alle domande che gli divoravano la mente. Fissò le stelle per qualche istante, fece un bel respiro ed aprì il foglio.

"Firenze, 3 marzo 1974

Amore mio, nonostante i brutti periodi mi piace ancora chiamarti così. Ti scrivo questa lettera perché voglio che tu sappia alcune cose. Sai meglio di me quanto sia duro lasciare i propri affetti per lavorare lontani da casa, ora più che mai ho insistito affinché tu non partissi ma, come tuo solito, non mi hai dato ascolto. La tua testa dura ti ha convinto a partire e lasciarci da soli a riempire questa casa. Si, sto parlando al plurale perché non sono sola, c'è qualcuno qui con me, qualcuno che non vede l'ora di chiamarti papà. Spero tanto che quando leggerai questa lettera tu sia con i tuoi nuovi colleghi a goderti dell'ottimo ragù bolognese e perché no, mentre racconti di noi. Nonostante tra noi non sia il momento migliore volevo comunque dirtelo: Ti amo!

Che il futuro ci riservi un amore migliore,

-Sara "

Una lacrima rugò il viso di Stefano. Il suo procrastinare lo aveva portato inesorabilmente verso una strada sbagliata. Ora gli era più chiaro l'atteggiamento che Sara continuava ad avere ed anche quella telefonata sul posto di lavoro gli era più chiara. Aveva rovinato tutto un'altra volta. Si alzò di scatto e posò la tazza. Tra le mani stringeva ancora quella lettera, un figlio era una grossa responsabilità ma non ne aveva ancora capito l'importanza. Con un gesto rapido accartocciò il foglio e, senza pensarci troppo, lo lanciò via.

Malaguti: I Segreti Della DottaWhere stories live. Discover now