Capitolo 12

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Le foglie secche di un'esile geranio appoggiato al davanzale rimanevano immobili, baciate da un sottile raggio di sole che ne illuminava tutto il vaso. Stefano fissava il vuoto, sporto di poco dalla finestra che dava sulla strada. Se ne stava da solo, immerso nei suoi pensieri, a godersi il meraviglioso panorama bolognese. Ammirava affascinato le mura in cotto dei casolari del centro storico, staccando lo sguardo, di tanto in tanto, su di una delle due torri. "Commissario!" baccagliò una voce femminile, "Venga a vedere!". Stefano abbassò la testa, e sospirando si voltò di scatto. "Mi dica Ferrari, trovato qualcosa?" domandò accostandosi alla collega.

"Qualcosa di interessante, guardi." Ferrari si accovacciò verso il focolare del camino, estrasse un paio di pinzette e, con estrema delicatezza sollevò un minuscolo pezzo di carta bruciata. "Però...che scoperta Ferrari!" commentò Stefano complimentandosi.

"Sorprendente vero? Ma non finisce qui!" ribatté la collega. "L'ultima volta che siamo stati qui il camino era pieno di cenere, ora invece era pulito"

"Quasi del tutto direi. Perché avrebbero dovuto accendere un fuoco in piena estate?" domandò Stefano, accarezzandosi dolcemente la barba con la mano.

"Non ne ho idea, potrebbe centrare con l'omicidio o magari non so, volevano fare una grigliata?" continuò Ferrari ridacchiando.

Stefano si fermò a pensare, era evidente che quella figura che si era intrufolata in casa qualche giorno prima aveva cercato di ripulire tutta la scena del crimine, a partire dal camino. "Stefano!" urlò di colpo Mattia.

"Dio mio ma dove hai la testa oggi?" continuò. "E' la quinta volta che ti chiedo di venire, cosa ti prende?"

"Si...scusa, stavo pensando ad altro. Hai trovato niente?" domandò Stefano strofinandosi gli occhi.

"Nulla di nuovo, ma qualcuno ha buttato la spazzatura. Dubito che se ne sia andata da sola" ribatté Mattia. "Peccato che non sia riuscito a compiere la missione, dato che l'ha lasciata sul balcone" continuò.

"Forse voleva lanciarla di sotto" commentò Stefano facendo spallucce.

Pian piano qualcosa cominciava a prendere forma nella sua testa. Continuava ad appuntare tutto nel suo taccuino in attesa di un'altra delle sue illuminazioni.

"Colleghi...qualcuno deve pur farlo" esclamò, guardando prima l'uno poi l'altra.

"Non ho la più pallida idea di cosa ci sia dentro o da quanto tempo ci sia, ma bisogna aprire quel sacco" continuò. Mattia e Ferrari si guardarono per un istante, quasi come ad astenersi frettolosamente dall'incarico.

"Meglio che non ci pensiate troppo o rimarremo qui tutto il pomeriggio. Forza!"

Mattia fece un grosso respiro, si avvicinò al sacco e, tra le risate dei colleghi, lo aprì. Un tanfo di marcio inondò la cucina, tanto da coprire addirittura l'odore dell'alcool. Cominciò a rovistare tra i rifiuti. Smuoveva velocemente i residui di quella che sembrava una cena a base di pesce e molluschi. I vari pezzi di cibo si sfaldavano tra le sue dita impestando ancor di più l'aria che era diventata pressoché irrespirabile.

"Trovato qualcosa?" domandò Ferrari. "Nulla, credo che qui ci sia so-Aspetta un momento!" rispose Mattia. Un qualcosa di duro capitò tra le sue mani, i sottili guanti in lattice gli permettevano di percepirne la forma ma non la materia. "Sembra una specie di boccetta, non capisco, provo a lavarla". Mattia si alzò di colpo, si avvicinò al lavello, ed aprì l'acqua. Un potente getto calcareo batteva sulla boccetta rivelandone la forma. "E' una specie di contenitore per i medicinali ma l'etichetta è rovinata, non riesco a leggerla" commentò, rotolando tra le mani la boccetta.

"Credo ci sia scritto...hm...benper- "

"Benperidolo!" esclamò Stefano. "E' un potente psicofarmaco, di solito è usato per curare la schizofrenia" continuò.

"Oh diamine, e lei come fa a saperlo?" domandò Ferrari. "L'ultimo caso a cui ho lavorato a Firenze...uno dei sospettati soffriva di schizofrenia ed usava questo farmaco" rispose Stefano abbassando lo sguardo. Quel ritrovamento mosse in lui un forte senso di nostalgia, in un certo qual modo era ancora molto legato a quel caso e, quel medicinale aveva fatto da tramite per catapultarlo di nuovo a quel 22 aprile. Sembrava come se stesse rivivendo lo stesso caso e ciò non faceva altro che peggiorare le cose.

"Hai capito il commissario sapientone!" commentò Mattia.

"Scusate ma cosa ci fa tra la spazzatura?" domandò Ferrari confusa.

"Credo appartenga a qualcuno in questa casa." rispose Stefano stringendo tra le mani la boccetta.

"Allora è facile no? Gli inquilini erano due, uno è morto, credo che la soluzione sia scontata." Ribatté Mattia.

"No, non è così semplice, ho interrogato personalmente Manari e ha definito sua moglie sana come un pesce"

"Questo è vero se diamo per scontato che abbia detto la verità, non sappiamo nemmeno se fosse veramente a Milano quel giorno!" continuò Mattia.

Stefano scosse la testa. "No, no, il suo alibi è stato confermato dalla vicina, non era qui durante l'omicidio"

"Durante no, ma le ricordo che qualcuno si è intrufolato qui due giorni fa" disse Ferrari.

"So dove vuoi arrivare." Commentò entusiasta Mattia.

"Ferrari, è per caso un suggerimento?" domandò Stefano.

"Lo prenda come uno spunto di riflessione commissario."

Stefano accennò un sorriso, si voltò e vide Mattia chiudere la boccetta in un sacchetto.

"Perché mi fissa commissario? La preparo per le analisi" chiese confuso Mattia.

Stefano non rispose. Continuava a fissare la boccetta.

"Va bene commissario, facciamo che porto la prova alla macchina, che ne dice?" domandò.

"A proposito di analisi" disse finalmente Stefano.

Ferrari guardò Mattia per un momento, fece spallucce, poi ritornò al commissario.

"Notizie dell'autopsia?" chiese Stefano.

"Da medicina non ci hanno ancora dato notizie, sono ormai passati undici giorni, i risultati ora sarebbero completamente sballati" rispose Ferrari.

"Così non andremo da nessuna parte, abbiamo pochi indizi e in più non possiamo nemmeno usufruire dell'autopsia, non so se davvero riusciremo a terminare questo caso" ribatté Stefano.

Fece un lungo sospiro, raccolse un foglio di giornale e lo mise in una bustina.

"Andiamo ora, abbiamo delle analisi da fare" concluse, prima di tornare al commissariato.


Malaguti: I Segreti Della DottaWo Geschichten leben. Entdecke jetzt