42 | ᴍɪ sᴀ ᴄʜᴇ ɴᴏɴ ᴇʀᴀ sᴏʟᴏ ᴘᴀʀᴀɴᴏɪᴀ ʟᴀ ᴍɪᴀ.

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Da quando mia zia se n'è andata di casa, la mia famiglia continua a festeggiare. La nostra gioia è dovuta soprattutto ai dolci che mia mamma continua a preparare, ma poco importa. Ieri sera abbiamo pure fatto una grigliata in giardino, invitando sia il signor Dowson sia Andrew e la sua famiglia, anche se questi ultimi non avevano idea del perché fossimo tutti così euforici. Jax dorme qua da una settimana, e lui e Ian hanno legato molto.

Praticamente sono diventati come la palla destra e quella sinistra: uniti per la pelle.

Al momento non ho nessuna lezione da seguire in Università grazie alla pausa invernale. Dovrei studiare per gli esami, ma stare sdraiata sul letto con una coperta a guardare The Big Bang Theory è molto meglio. Quell'idiota di mio cugino non l'aveva mai vista, così Jax e io ci siamo sentiti in obbligo di colmare questa sua inaccettabile lacuna. L'unico aspetto negativo è che siamo sul mio letto, e i due ragazzi tra cui sono stipata occupano troppo spazio, perciò ogni tanto devo tirare delle gomitate nei loro fianchi per riprendere un po' d'aria. Finita la settima stagione, - sì, in una settimana non abbiamo fatto nient'altro durante il giorno, - Ian stoppa il primo episodio della stagione successiva e si gira verso di noi. «Facciamo una pausa cioccolata?»

Non rispondo a parole, ma rotolo sul corpo di Jax, il più vicino alla porta, e mi lascio cadere a terra, alzandomi subito e prendendo la coperta dal letto. I ragazzi mi seguono, così scendiamo in cucina. Da quando ci siamo messi a vedere la serie, rimaniamo a mangiare in camera. Praticamente resuscitiamo solo per il cibo e per il bagno, per questo quando mio padre ci vede, alza un sopracciglio, perplesso. «Tutankhamon, Ramses I, Ramses II. Avete finito le scorte di cibo nella piramide?»

«I servitori si sono dimenticati di passare, oggi» mi presto al gioco.

«Inaccettabile questa mancanza. Così come è inaccettabile che non vediate la luce del sole da una settimana. Per questo...» mio padre si alza dal divano e si avvicina al router del wifi, staccando il cavo e mettendoselo in tasca. «Vi obbligo a stare fuori casa per tutto il giorno.»

Noi tre siamo paralizzati mentre lo guardiamo come un cervo guarderebbe i fanali di una macchina che gli sta andando addosso in piena notte: con gli occhi spalancati.

«Tu non puoi averlo fatto...»

«Sei un padre crudele.»

«Ora vedo la somiglianza con mia madre: siete due pazzi.»

Mio padre guarda male soprattutto Ian e me. «Visto che siete così gentili nei miei confronti, il wifi lo riattacco domani mattina e non stasera. E ora uscite fuori e vedete di stare ad almeno un raggio di cento metri dal vialetto fino all'ora di cena, altrimenti un giorno in più senza wifi per ogni minuto passato fin troppo vicino a casa. E il conteggio inizia tra cinque minuti.»

Lo fissiamo, sconvolti. Evidentemente dopo aver cacciato Nora si è preso bene a prendere in mano le situazioni.

Papà alza un sopracciglio. «Ancora qua? Vi restano...» si guarda l'orologio che ha al polso, «quattro minuti e ventidue secondi per prepararvi. Ventuno, venti, diciannove...»

Con uno scatto corro su per le scale per arrivare il più velocemente possibile in camera e cambiarmi. Nemmeno per Chris Evans passerei così velocemente dai vestiti da casa ai vestiti per uscire. Sheldon Cooper mi dovrebbe abbracciare per l'onore che ha in questo momento.

Afferro al volo una borsa e il portafogli e corro giù per le scale. Peccato che manco un gradino e arrivo all'ingresso rotolando. C'è un momento di silenzio in cui mio cugino e il mio migliore amico mi guardano dalla cima della rampa, preoccupati, e mio padre mi si avvicina. «Guarda che quando ho detto di stare lontano da casa non intendevo andare in ospedale.»

Ti giuro che non sono una psicopaticaWhere stories live. Discover now