34 | ғɪɴɪʀᴇᴍᴏ sᴜ ʀᴇᴀʟ ᴛɪᴍᴇ.

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«Ora posso andare a prendere l'auto?» Mia madre interrompe il silenzio che si era creato.

Ho finito di raccontare tutto a mio padre, comprese le parole di Nora dopo aver preso l'erba e quello che ha fatto coi suoi soldi.

Mio padre ferma mia madre prendendola per il braccio. «Camille, tesoro, l'omicidio è illegale.»

«Solo se trovano il corpo e delle prove che mi collegano all'omicidio e riescono ad accusarmi.»

Mio padre la guarda male.

«Andiamo Daniel, con tutti i programmi che si vede nostra figlia, nascondere il cadavere di Nora non sarà difficile» prova a convincerlo mia madre.

Papà scuote la testa. «Noi non la uccideremo.»

«Torturarla?» ritenta mia madre.

«Nemmeno.»

«Inquietarla?»

Io guardo perplessa mia madre. «Definisci inquietarla.»

Mamma sorride. «Uno di noi tre finge di morire. Faremo il funerale, così risulterà tutto più credibile. Dopodiché quella persona si farà vedere occasionalmente da Nora. Lei penserà di essere perseguitata da un fantasma a causa delle sue azioni, racconterà la sua sventura a qualcuno, la prenderanno per pazza e la rinchiuderanno in un manicomio. Il finto morto poi resuscita grazie ad un miracolo.»

Vedendo che né io né mio padre parliamo, lei continua. «Questo è il mio piano d'attacco. Allora, che dite?»

Mi passo una mano sulla faccia e sospiro. «Finiremo su Real Time con un programma dedicato solo a noi.»

Mio padre concorda. «Lo penso anch'io.»
Poi ci guarda serio. «Dobbiamo pensare ad un piano d'attacco fattibile e, soprattutto, legale.»

Mia mamma agita una mano in aria. «La legalità è sopravvalutata.»
Quando vede che io e papà la guardiamo male, alza gli occhi al cielo. «Prima ho mangiato dei biscotti. Sono fatta, okay?»

«Dobbiamo fare in modo che se ne vada da sola, poi penseremo a come sbarazzarcene definitivamente» riprende mio padre.

«Perché parlarle e dirle di emigrare in un posto che si trova dall'altra parte del mondo rispetto a noi è difficile» dico, sarcastica.

«Non ci sarebbe divertimento così» dicono in coro.

«Wow, vi siete trovati. Comunque, mentre voi ideate dei piani malvagi, io me ne torno in camera.»

«Vedi di sistemare prima di cena» mi dice mia madre.

Rispondo con un «mh mh» e salgo le scale.

Quando entro noto mio cugino Ian seduto sul mio letto e la camera già sistemata.

«Perché sei seduto sul mio letto?» gli chiedo richiudendo la porta.

«Per sedurti» dice sarcastico.

Gli tolgo il cuscino dalle mani e lo colpisco in faccia. «Si vede che al tuo criceto arriva troppo poco ossigeno al cervello.»

«Ancora non capisco di che criceto parli ogni volta.»

Lo guardo con un sopracciglio alzato
«...lasciamo perdere che è meglio.»

Mio cugino mi guarda perplesso prima di riprendere a parlare. «Mi avevi detto che mi avevi lasciato una parete per disegnare. Hai finito di fare l'aspirante imbianchino, quindi è l'ora di divertirsi.»

Alzo gli occhi al cielo. «Ed io che pensavo fossi qui perché mi adori e volevi passare del tempo con me.»

«In realtà volevo chiederti se recentemente la zia ha fatto dei dolci...» lascia la frase in sospeso e alza e abbassa le sopracciglia ripetutamente.

Sorrido. «Ci sono dei biscotti.»

Mio cugino esulta. «Cavoli, dovevamo far pace prima.»

«Per l'erba?»

«Per l'erba.»

Ian distoglie lo sguardo dal mio per portarlo sulla sua mano destra, con cui tira un filo della sua maglia nera. «Comunque... Jax e Max stanno insieme da tanto?»

Sgrano gli occhi. «Ian...»

Deglutisce. «Giuro che la mia era una domanda disinteressata.»

Alzo un sopracciglio e continuo a guardarlo aspettando che torni a guardarmi negli occhi. «Ed io ho una zia amorevole e gentile.»

Alza la testa e mi guarda con un'espressione che dice hai mangiato biscotti prima?

La sua faccia mi fa scoppiare a ridere. Poi torno seria e mi siedo accanto a lui e lo guardo. «Da poche settimane. Ma, Ian...»

Si alza di scatto. «La mia domanda non aveva secondi fini, giuro.»
Poi si gira verso di me. «Allora, iniziamo?»

«Ti lascio libera scelta su cosa disegnare, ma ti dico già che non voglio peni, scene di nudo o foglie di marijuana.»

«Rilassati, pensavo di disegnare le sbarre delle celle delle prigioni. Così inizi ad abituarti alla vista, visto che minacci la gente di ucciderla.»

Gli faccio una linguaccia. «Io non minaccio, io illustro cosa accadrà se mi darai fastidio.»

«Ah, beh, così suona meglio» ribatte sarcastico. «Comunque, farò prima il disegno su un foglio, così da dirmi se va bene.»

«Qualunque cosa è meglio delle pareti colorate di prima.»

«Effettivamente.»

Mentre lui prende un quaderno e un astuccio che prima non avevo notato sul mio comodino e si mette comodo sul letto, io ripenso alle parole dei miei genitori e al fatto che vogliono pensare ad un piano d'attacco per far andare via Nora.

«Ian, senti... Se tua madre se ne dovesse andare via prima del dovuto, tu rimarresti qua per un po' di tempo?»

Ian alza di scatto la testa dal foglio. «Per “andarsene via prima del dovuto” intendi se dovesse morire?»

Aggrotto le sopracciglia. «Cosa? No! Intendevo nel caso dovesse tornare a casa vostra prima del dovuto. Smettila di pensare male.»

Ian rilascia un sospiro di sollievo. «Menomale. Comunque non è colpa mia se, a forza di passare del tempo con te, la mia mente inizia a pensare sempre al peggio.»

Lo guardo male. «Ian, sono ancora in tempo per soffocarti e farti sparire infilandoti in un barile pieno di acido.»

«Ecco, vedi? Capisci cosa intendo?»

Alzo gli occhi al cielo.

«Comunque» riprende Ian, «perché quella domanda?»

Tentenno, indecisa se dirgli qualcosa o meno, poi decido che forse è meglio di no, non voglio metterlo in mezzo e poi, non so nemmeno che cosa stanno confabulando i miei genitori ora, ma so che se la vedrà mio padre. «La mia era solo una domanda disinteressata.»

«Ed io ho una cugina sana di mente» ribatte.

Lo guardo seria mentre lo afferro per le caviglie e lo tiro in avanti per trascinarlo giù dal letto. Una volta che è caduto finendo col culo per terra scoppio a ridere. Ian per ripicca allunga un braccio per prendere il cuscino dal letto e inizia a colpirmi ripetutamente, mentre ride.

Sono momenti come questi che mi fanno capire che dargli una chance non è stata una cattiva idea. Magari stando accanto a me diventa miracolosamente intelligente.

È un capitolo di passaggio ma necessario per capire il perché il papà di Ivy prossimamente si comporterà in un determinato modo con Nora.

Ti giuro che non sono una psicopaticaWhere stories live. Discover now