Mi dispiace che non si sia seduto sulla poltrona accanto alla mia, ma probabilmente vuole mantenere una certa distanza da mia madre.

Dopo qualche minuto, passato ad osservare se durante la notte ci siano stati dei cambiamenti in papà, un paio di medici fanno il loro ingresso.

Ci alziamo sia io che mia madre, mentre il corvino rimane alle loro spalle, studiandoli.

«Buongiorno, sono il dott. Brown e lui è il mio assistente, il dott. James. Siamo qui per informarvi che durante la notte non ci sono stati delle variazioni rilevanti.
In più volevamo informarvi che, data l'allerta uragano in vigore da martedì, intendiamo spostare il sig. Jones al quarto piano per maggiori precauzioni». Non fa neppure una pausa mentre parla studiando la cartellina che ha davanti agli occhi.
«Vorremmo ricordarvi che da domani non sarà più possibile visitare i propri cari ricoverati, ma sarà l'ospedale a informare se ci saranno sviluppi» continua e io annuisco. Probabilmente lo fanno per evitare che le persone in visita restino bloccate qui.
«Anche se non si dovesse presentare una vera situazione di pericolo vi chiediamo di restare nelle vostre case per precauzione. Ci occuperemo noi del vostro parente» termina osservandoci, soffermandosi su mia madre.

Mi volto anche io nella sua direzione e mi pare un poco scettica.
«Quindi non posso vedere mio marito sino a quando non sarà cessata l'allerta?».
«Esatto. Credevo di essere stato chiaro» ha un tono di voce brusco e la guarda con sufficienza.
«La ringrazio, dottore» rispondo piccata, cercando di farlo uscire dalla stanza.
La sua attenzione si posa su di me e mi rivolge un sorriso.

«Ringrazio voi per la comprensione» si congeda, voltandosi ed esce dalla stanza seguito dall'assistente.

«Non dovresti tornare a Miami, ma dovresti restare qui a tenermi compagnia» dice mia madre non appena la porta si chiude.

La guardo un poco titubante: l'idea di passare un forte uragano in casa nostra mi terrorizza.
Mi sto tenendo informata sul percorso che sta facendo e, al momento, è disastroso.
In più, ieri sera ammetto di non aver prestato molta attenzione, ma non credo di aver visto le finestre sigillate e le varie precauzioni che prendevamo ogni anno.

«Io...» l'ultima cosa che voglio è stare in quella trappola durante il passaggio della tempesta.
«Ci sono ancora parecchie cose da fare. Potresti venirmi a dare una mano e in questi tre giorni riusciremo a preparare tutto» continua lei imperterrita.
Qui l'allerta è stata diramata un giorno dopo Miami.
Sbuffo sapendo che, da quando sono piccola, papà impiega almeno una settimana a preparare tutto.

«Perché non avete già svolto i preparativi?» domando incerta.
«Papà non voleva passarlo a casa, ma spostarsi in una zona sicura» risponde seria.

«Non riusciremo mai a prepararci per l'uragano» borbotto pensando agli innumerevoli punti sulla lista.
«Dovremmo riuscirci, altrimenti la casa sarà un disastro».
Sarà un disastro in ogni caso... ma io non voglio restare bloccata lì dentro con il fango nelle stanze.
Scuoto la testa.
«Io non voglio restare lì. Preferisco portarti in un posto più sicuro».
«E lasciare tuo padre qui da solo?» esclama lei adirata.
«Papà vorrebbe che tu fossi al sicuro...» le rispondo facendo un respiro profondo.

«E tu dove staresti?» chiede con uno sguardo indagatore.
«A casa mia». Jungkook sceglie il momento peggiore per intervenire.
«Le prometto che mi prenderò cura di sua figlia e non le succederà nulla» cerca di rassicurarla, alzandosi dal divano.

«Quindi, mi abbandoni per stare con lui» sibila guardando altrove.

Torno a sedermi sulla poltroncina e Jungkook mi raggiunge sedendosi su quella accanto alla mia.
Non riesco a guardare il ragazzo accanto a me e i miei occhi si puntano sul viso spento di papà.

Coconut Lover | J.JK.Where stories live. Discover now