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Raggiungo l'ascensore con le lacrime che minacciano di straripare di nuovo. Odio litigare con le persone a cui sono affezionata.

Mollo la mano del corvino, ma lui non lascia la presa.
Cerca di richiamare la mia attenzione. Continuo a guardare davanti a me, ignorandolo.

Finalmente le porte di metallo si aprono e io mi catapulto dentro, seguita a ruota dal corvino.
Incrocio nello specchio i miei occhi cerchiati dalle occhiaie.
Sono un poco arrossati e lucidi. Li abbasso evitando di guardarmi.

La mano del corvino lascia la mia, ma il secondo dopo mi ritrovo circondata dalle sue braccia.

«Mi sembrava che tu ne avessi bisogno...» sussurra al mio orecchio dopo aver appoggiato la testa sulla mia spalla.

Mi stringe a sé sino a quando la mia schiena si modella perfettamente contro il suo petto.
Io sono terribilmente rigida, sento che se mi lasciassi andare sarebbe la mia fine.

Mi allontano un poco per premere il pulsante del piano terra, prima di tornare nella posizione di prima.
Ho terribilmente bisogno del calore e sostegno che mi sta dando.

«Partiamo da qui domenica mattina?» sussurra.
«Così facciamo in tempo ad arrivare a Miami e comprare qualcosa che ci aiuti a superare il periodo di allerta» rispondo.
«Quindi davvero mi aiuterai?». Annuisco.
Passare del tempo insieme sicuramente mi farà stare bene e mi terrà distratta.
Sorride mentre mi stringe più forte a sé.

Varchiamo le porte antipanico del garage sotterraneo.
«Quindi ora andiamo a casa tua a recuperare un po' di vestiti e poi cerchiamo un hotel?» domanda euforico e non posso fare a meno di notare quanto sembri un bambino in questo momento.
Mi strappa un sorriso mentre annuisco.

«Te l'avevo detto che ti avrei convinta a venire con me» esulta ghignando.
«Ammetto che tua mamma però ci ha messo del suo» sussurra rabbuiandosi un poco.
«Mi scuso al suo posto per quello che ha detto. Di solito non è così...» sono mortificata per l'atteggiamento.
«Non preoccuparti, non è colpa tua» sussurra lui mentre raggiungiamo la macchina.

Mi siedo sul sedile e lancio lo zaino su quelli posteriori.
«Non mi era mancato per nulla stare qui».
Cerca di mettersi comodo sul sedile, mentre mette in moto.

«Usciamo da qui che ti do le istruzioni per arrivare a casa mia» sbadiglio sentendo un leggero velo di stanchezza invadermi il corpo.

~♡~

«Svolta qui a destra e lasciala pure davanti al garage» esclamo riconoscendo la piccola casa con gli infissi rossi.

«Puoi aspettarmi qui? Ci metto un secondo». Il corvino annuisce e io esco dall'auto, recuperando le chiavi di casa che tengo sempre nello zaino.

Faccio scattare la serratura e varco la soglia. Mi chiudo la porta alle spalle e mi dirigo verso la mia camera infondo al corridoio.

Prima, però, passo dal bagno dove recupero shampoo, bagno schiuma, spazzolino e dentifricio.

Supero l'uscio della mia camera e vengo investita dai famigliari ricordi della mia infanzia. Non devo lasciarmi distrarre, Jungkook mi sta aspettando in macchina.
Comincio ad aprire i cassetti prendendo dell'intimo pulito per un paio di giorni. Ma, quando apro l'armadio, lo trovo quasi completamente vuoto.
Dove sono finiti i vestiti che non ho portato a Miami?

«Sono in degli scatoloni in garage» la voce di mia madre mi fa sobbalzare.
Sbuffo, non sapendo cosa indosserò in questi giorni.

«Non fa nulla, prendo un paio dei tuoi pantaloni e un maglione» rispondo mentre faccio per uscire.

Coconut Lover | J.JK.Where stories live. Discover now