Mi alzo avvicinandomi alla porta del bagno. Busso, aspettando una risposta dall'altro lato.

Mi compare davanti un Jungkook, ancora a petto nudo, con uno spazzolino in bocca e un'espressione interrogativa dipinta in faccia.
«Non so cosa prenderti da bere...» farfuglio cercando di tenere gli occhi puntati sul suo viso.
«Un caffè espresso» borbotta lui con la schiuma sulle labbra.
Annuisco e richiudo la porta con una certezza: non supererò mai la settimana che mi aspetta incolume...

La scena di lui con uno spazzolino in bocca, la schiuma e l'espressione da cucciolo in totale contrasto con il suo fisico scultoreo mi ha mandato nel panico.

Chiamo velocemente la reception, che mi dice che in una decina di minuti mi avranno portato tutto.

Non appena metto giù la cornetta, il mio telefono, ancora sul comodino, si mette a squillare.

Faccio appena in tempo a leggere il nome mamma, prima di portarmelo all'orecchio.
«Ma dove sei finita?» gracchia la sua voce.
«Sto aspettando la colazione e poi arrivo in ospedale».
«Tuo padre è in un letto d'ospedale e tu passi la notte a fare chissà cosa con un depravato» continua lei imperterrita.

Le appendo in faccia non avendo voglia di continuare a discutere con lei.

Mi siedo sul divano ancora un po' giù per quello che mi sono appena sentita dire: non credevo di dover chiarire a mia madre determinate cose, ma a quanto pare non conosce più neanche sua figlia.

Jungkook esce dal bagno con una maglietta e i jeans e mi raggiunge sul divano.
«Che succede?» mi chiede dolcemente, probabilmente vedendomi sull'orlo delle lacrime.
«Hanno chiamato dall'ospedale? Dobbiamo andare?» domanda alzandosi allarmato.

Sorrido e prendo la sua mano, tirandolo a sedere nuovamente.
«Non è successo niente di grave... solo mia madre e la sua lingua fin troppo affilata» sussurro giocherellando con le sue dita.
«Vedrai che andrà meglio con lei» sussurra facendo intrecciare le nostre dita.
Annuisco, ma sono ancora un po' giù.

Qualche secondo più tardi bussano alla porta e Jungkook mi precede, andando ad aprire.

Porta dentro il vassoio con le due brioche e i caffè.
Torna a sedersi accanto a me dopo averli appoggiati sul tavolino.

Beviamo e mangiamo in un piacevole silenzio, sino a quando il dito di Jungkook non mi indica un punto in cui mi sono sporcata sotto le labbra.
«Non sono io il disastro» ridacchia facendo per passarmi un tovagliolo, ma quando evita la mia mano, intuisco le sue intenzioni.
La carta sfiora dolcemente quel punto sotto il labbro.

Mi paralizzo e osservo Jungkook concentrato a togliere qualsiasi macchia sul mio viso.
«Okay. Ora sei pulita» esclama sorridente, allontanandosi.
Sospiro alzando gli occhi al cielo.

«Andiamo?» domanda dopo aver finito il suo cornetto.
Annuisco e, pochi secondi dopo, siamo fuori dalla stanza.

~♡~

Raggiungiamo velocemente l'ospedale e il corvino posteggia la macchina nuovamente nel parcheggio sotterraneo.

Sono ormai le dieci quando faccio il mio ingresso nella piccola stanza in cui si trova mio padre.

Mamma è seduta accanto al letto a leggere una rivista.

«Buongiorno, finalmente ti sei decisa a presentarti...» esclama, sollevando lo sguardo.

«Buongiorno anche a te» cerco di mantenere il tono più neutro possibile e prendo posto su una delle poltroncine infondo al letto di papà.

Jungkook si siede sul divanetto in un angolo, tirando fuori il telefono.

Coconut Lover | J.JK.Where stories live. Discover now