Capitolo XX - Destino?

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Io e Riko eravamo in macchina mentre ci dirigevamo a casa di Hiroaki.

Ogni qual volta che un semaforo o uno Stop mi permettava di fermare la macchina per qualche secondo, guardavo la ragazza.

Mi incantava.

La guardavo attentamente, scrutando ogni centimetro del suo corpo e del suo dolce viso illuminato dalla luce rossa del semaforo.

Guardava fuori, attraverso il finestrino oscurato della lussuosa berlina, ma sembrava essere turbata e assente.

Ma perché?

Eppure sarebbe dovuta essere felice quella sera, d'altronde stava per diventare mia.

-Riko?-

La ragazza appena la chiamai, si spaventò e fece un piccolo sussulto.

-Che hai?-

-Mmh? Niente, Daisuke.-

-Non mentirmi. A cosa stai pensando? Non sei felice di stare per sempre con me?-

-Si..ma..-

-Ma?-

-Pensavo solo a come sarà la mia nuova vita a Kyoto, senza nessuno che io conosca, senza far visita a mio padre, senza amici. Quando potrò rivedere Sanzu e Ayame una volta là? Perché non restiamo qua? Io voglio restare.-

Rimasi in silenzio e nel mentre il semaforo divenne verde permettendomi di continuare il viaggio.

-Daisu...-

-Hai me, ti deve bastare questo. Loro non li vedrai mai più, te lo già detto, mettitelo in testa e per la questione di tuo padre, avrai talmente tanti soldi, che potrai pagare la clinica sino alla sua morte... tanto nemmeno ti riconosce più. È più morto che vivo.- risposi in modo serio.

-Non permetterti di parlare così di mio padre, Daisuke!-

Questa cagna crede di potermi alzare la voce come vuole?
Non credo proprio.

Premetti bruscamente il pedale del freno e inchiodai con la macchina.

Presi dal collo la ragazza e iniziai a stringere forte la presa.
Riko iniziò a dimenarsi cercando di liberarsi da quella presa.

***

Daisuke, lasciami... non riesco più a respirare...
Mi manca l'aria...

Veramente morirò così?

Ho paura... aiuto...

***

Quando la ragazza ormai iniziò a non avere più abbastanza aria, mollai la presa e le tirai due schiaffi fortissimi al volto.

-Non devi alzarmi la voce e non devi protestare, Riko. Sono io che decido, non tu.- dissi con voce calma, come se nulla fosse successo.

La ragazza abbassò lo sguardo e iniziò a piangere silenziosamente.

-Mi hai capito, ora?!-

-....si.-

Ripresi a guidare nel silenzio più assoluto, spezzato ogni tanto da qualche singhiozzo della ragazza e dopo circa 10 minuti, arrivammo alla villa di Hiroaki.

Entrammo e Hiroaki ci fece accomodare nel suo ufficio.

-Arrivo tra 5 minuti, ho una telefonata importante da fare, Daisuke. Poi parliamo.-

Aspettammo Hiro per circa 10 minuti sino a quando non tornò da noi così da poter iniziare la trattativa.

*

Erano passate circa quattro settimane da quando vidi Sanzu l'ultima volta, il giorno dopo del mio compleanno.
Avevo bisogno di parlare con lui e quindi lo chiamai per bere un calice di vino nel mio appartamento.

In questo periodo era sempre fuori per "affari" con la Bonten ma per fortuna quel giorno era libero.

Quando sentii il campanello suonare, andai ad aprire la porta del mio appartamento e lo feci accomodare nel salotto.

Versai del vino rosso pregiato in due calici, andai a sedermi con lui nel grande divano in pelle bianca, diedi il calice a Sanzu ed iniziammo a parlare di tutto ciò che successe in quel mese.

Mi raccontò della Bonten, dei nuovi affari che stavano andando a gonfie vele e di come la polizia fosse sulle tracce del nulla dato che non riuscivano mai ad incastrarli.

Intanto la prima bottiglia di vino era finita e la testa stava già girando.

-Vuoi dell'altro vino, Sanzu?-

-Si.-

Feci per alzarmi ma barcollai, cadendo in modo goffo sul divano.

-Ho capito, mi devo alzare io.- disse Sanzu ridendo.

Il ragazzo si alzò dal divano e andò a prendere un'altra bottiglia di vino e la aprì.
Si sedette nel divano, versò il liquido rosso rubino nel mio calice poi nel suo e infine appoggiò la bottiglia nel tavolino da salotto.

Mi guardò negli occhi e mi disse

-Riko, cosa ti sta turbando?-

Con un solo sguardo, Sanzu notò in me qualcosa che non andava e che mi stava letteralmente mangiando l'anima.

Rimasi spiazzata da quella domanda.

Come hai fatto a capire?

Iniziai a balbettare, mi aveva preso alla sprovvista.

Il ragazzo, delicatamente mi accarezzò la guancia.

-Riko, ci conosciamo da quando eravamo dei mocciosetti, ormai so quando c'è qualcosa che non va dai tuoi bellissimi occhi. Sei stata una delle poche persone che non si spaventò vedendo queste cicatrici ai lati della mia bocca, l'ho visto dai tuoi occhi, non avevano paura di me...-

Il ragazzo si avvicinò al mio viso, stava quasi per sfiorarmi le labbra ma si bloccò a pochi millimetri.

-... non aver paura di parlarmi, Riko.-

Abbassai lo sguardo e con voce tremolante dissi

-A breve andrò via da Tokyo, mi trasferirò per sempre a Kyoto.-

Il ragazzo si allontanò dal mio viso e cambiò subito espressione.

-Cosa?! Kyoto? Come farò a proteggerti? Perché vuoi andartene?!-

-Non voglio, devo. Daisuke e mio zio sono già in trattativa per il mio acquisto. È il mio destino, non si può far niente per cambiarlo ed è giusto così, Sanzu. Sono felice così e in più i suoi soldi mi permetteranno di tenere mio padre nella clinica privata.-

-Felice? Tu? Sai che cos'è la felicità, eh Riko? Sono ormai anni che tu non sei felice e poi destino? Stai accettando un destino che non è tuo, cazzo! Riko non hai bisogno dei suoi soldi! Se hai bisogno di soldi, chiedi a me e te li darò io, qualsiasi cifra esse sia! Ma per favore, non andare con lui! Permettimi di ucciderlo e di darlo in pasto ai pesci!-

-Sanzu ora basta!- urlai piangendo.

Il ragazzo a quell' urlo di disperazione si ammutolì per un secondo ma subito dopo domandò

-E Hanma, invece? Vuoi vivere con questo peso di non avergli detto la verità su chi sei?-

-Si, Sanzu. Siamo destinati a perderci.-

Hanma Shuji   *Golden Eyes* Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora