(Marco) La birra ci è testimone.

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Vissi le ore successive con la stessa impazienza di un turista bloccato all'aeroporto dal maltempo.

Mi rintanai in un angolo con la mia birra e il chiaro intento di evitare qualunque essere umano che non fosse Maia fino al termine del party che, ogni tanto era necessario che me lo ricordassi, in realtà annunciava una gravidanza.

Tutti gli organismi viventi presenti in quella casa e dotati di una media intelligenza colsero il mio bisogno di non essere disturbato. Tutti, tranne Christian. Che in realtà lo colse, e mi disturbò apposta.

- Hai la faccia di uno che se non svuota lo scroto entro un'ora dovrà raccogliere i testicoli con il cucchiaino. -

Alla fine, per quanto mi fossi impegnato a trattenerla, dovetti sputare una mezza risata.

- È la condizione che dovrai affrontare tu tra qualche mese, quando Jennyfer ti vedrà come l'origine di tuti i suoi fastidi alla vescica. E credo che la tua sarà una condizione ben più protratta nel tempo. -

Christian incassò con un'alzata di spalle e accostando la sua birra alla mia, in un brindisi arrendevole.

- Jennyfer sta tirando fuori la torta, tra un po' potrai infilare la tua cartuccia dentro Maia. -

- J lo sa che sei un tipo così romantico? -

Rise anche lui.

- Certo, è con le mie poesie sul cielo stellato che l'ho conquistata. -

Vidi Maia aiutare Jennyfer a sgombrare il tavolo per far posto alla torta. J era pallida, ma sorridente. Da quando avevamo lasciato la terrazza, quelle due si erano rinchiuse nella loro bolla di confidenza e avevano totalmente ignorando il resto dell'umanità.

Niente di troppo diverso da quello che stavamo facendo io e Christian, in effetti.

- Fai le cose per bene, con Jennyfer - mi raccomandai.

- Sarò un pessimo padre, ne sono certo. Ma in casa nostra non mancherà mai la birra, e questo dovrebbe essere sufficiente a evitare il peggio. -

Dopo un attimo, aggiunse - Anche tu, cortesemente, cerca di non mandare tutto a puttane con Maia. J assume gli atteggiamenti violenti e pericolosi di un criminale incallito ogni volta che un esemplare maschile di essere umano minaccia il buon umore della sua migliore amica. Sono stati mesi duri anche per me, cosa credi? -

- Mi impegnerò. La montagna di muscoli che si scopava J prima di te, come ha preso la notizia della gravidanza? -

Di nuovo, Christian liquidò la questione con un'alzata di spalle.

- Da quando hanno trovato l'accordo per l'affido congiunto di Bianca il clima si è disteso. È tosta, la nanetta, sai? -

- Avrà preso dalla madre. -

- Spero che prenda dalla madre anche quello che verrà al mondo prossimamente. -

Sembrò vagamente preoccupato, mentre pronunciava quelle parole.

- Non sei proprio completamente da buttare, come essere umano. Può assomigliarti un po' - lo rassicurai.

Sorrise. Ci scambiammo uno sguardo muto. Ché si sa, noi uomini cerchiamo di affidare a sguardi maschi e silenzi virili i pensieri più profondi. Poi c'era la birra, da sempre affidabile testimone di amicizie che sopravvivono a carriere, matrimoni, divorzi, ballerine squinternate e bambini frutto di relazioni varie ed eventuali.



La sindrome dell'eroeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora