(Maia) Twister, Ninjago, Karma

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Niente neve, quell'anno. Nemmeno un fiocco. I bambini ci avevano sperato, ma li avevo avvertiti: dalle nostre parti nevica poco e non regolarmente. La nebbia invece, non mancò.

Anche il giorno di Natale sembrava avvolto in una coltre di fumo bianco: quella miserabile coperta di umidità faceva sbiadire anche le luminarie delle nostre strade, che parevano la luce misericordiosa di un faro troppo lontano.

Ma quello accadeva fuori dalla finestra.

All'interno dell'attico di Marco la luce non mancava, e non mancavano il calore, né il cibo. E le risate: soprattutto non mancavano le risate. J rideva più di tutti, un po' brilla, mentre cercava di raccontare a sua figlia Bianca di quella volta in cui aveva perso a Scarabeo contro l'uomo che le sedeva accanto.

- Com'era quella parola? - mi chiese, nel pieno della sua cronaca nostalgica.

- Mah... qualcosa che aveva a che fare con le sfingi...- dissi, cercando la risposta esatta nell'ultimo sorso di vino disponibile nel mio calice.

- Date le medicine anche alle sfingi? - volle sapere Lucas, che pendeva dalle labbra di tutti gli adulti ad esclusione di quelli che condividevano con lui anche solo una parte del corredo genetico.

Marco e Christian sembravano a loro agio, nonostante la mitragliata di domande che li aveva investiti da quando i nostri tre figli avevano invaso il regno del Signore dei manuali.

- La parola era Sfingolipidosi, ma non è con questa che Christian ha suggellato la disfatta delle vostre mamme a Scarabeo. Comunque niente medicine alle sfingi, quelle hanno una salute di ferro - spiegò Marco.

- E qual è la parola con cui avete vinto? - chiese Mattia.

- Era Talassemia, e sia chiaro... non abbiamo vinto. Io ho vinto. Marco ha perso. E le vostre madri pure. -

Bianca regalò uno sguardo adorante a Christian. Vidi J compiacersene.

- Stiamo ancora aspettando la rivincita, vero J? -

- Io ho portato Twister, sappiatelo! -

A quella rivelazione fu difficile convincere i bambini che sì, avremmo giocato tutti insieme ma no, non lo avremmo fatto nell'immediato visto che gli adulti erano schiavi di un processo alchemico e misterioso chiamato digestione.

Mi chiesi in quale istante della vita di un bambino si passasse dal disintegrare quantità variabili ma comunque sostanziose di cibo trasformando ogni cosa introdotta direttamente in energia, al meccanismo lungo e complicato degli adulti che coinvolge numerosi organi, quali stomaco e intestino, trasformando ogni cosa introdotta in sonnolenza.

Riuscimmo a distrarli per un'altra ora svelando loro che Babbo Natale, in nottata, era passato da Marco lasciando regali anche lì.

Si gettarono sui pacchetti come piragna su una preda.

Mentre infuriava la battaglia contro la carta regalo, Marco avvicinò la sua sedia alla mia.

- Come va il tuo mal di schiena? -

Da quando era tornato da Milano, mi aveva vista assumere anti infiammatori come fossero caramelle. La mattina, se avevo passato la notte in sua compagnia, mi aiutava a posizionare un cerotto riscaldante.

- Lo tengo a bada, ma non appena saranno passate le feste dovrò capire qual è il problema. -

- Sono troppi giorni, Maia. Ti faccio visitare in ospedale. -

- Non serve, chiamerò il cup.-

- Non dire stronzate, dai. Io e Christian ti facciamo avere un appuntamento con un professionista in pochi giorni. -

Mi persi a contemplare il mio bicchiere vuoto.

- Che hai? - mi chiese.

- E se mi dicesse che non posso esibirmi alla battle? -

La sua espressione, in quell'istante, non doveva essere poi così distante da quella che normalmente assumevo io quando uno dei miei figli inventava scuse per non fare i compiti.

- E se invece ti desse la possibilità di esibirti al meglio? -

Sbuffai.

- Non ti sopporto quando sei saggio. -

Tornammo a casa quando era ormai ora di cena, dopo aver conosciuto il figlio di Marco attraverso una deliziosa video chiamata cui partecipò anche la sua altrettanto deliziosa fidanzata, caricando in auto la scatola del Twister con cui avevamo decisamente distrutto i nostri dottori, una macchina Ninjago con i cingoli che era costata un rene a Babbo Natale, tre fitness watch per bambini, un carro 1:25, una special box dei Pokemom, una trousse di trucchi per bambine che vogliono fare le signorine e un appuntamento con l'ortopedico più stimato da Christian e Marco per il 27 dicembre.

Mentre salivo in macchina per riportare i bambini da Ale mi attraversò il pensiero più spietato di cui ho ricordo.

Ora che il più radicato problema di Marco è stato sepolto in un cimitero milanese, niente può andare storto.

Il mio Karma non ne uscì indenne. Qualcosa andò molto storto.

La sindrome dell'eroeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora