𝘤𝘢𝘱𝘪𝘵𝘰𝘭𝘰 𝘰𝘵𝘵𝘰

97 3 2
                                    

☀︎

Uscii di casa sistemandomi i capelli e la maglia, perché secondo me le prime apparenze importano davvero qualcosa. Non che io voglia essere oggetto di pregiudizio o dello stereotipo australiano che arriva a cucinare carne di coccodrillo e viene allevato dai canguri per la propria pronuncia; però so che è un processo mentale dell'uomo che condiziona tutto l'andamento della relazione. La mia presentazione potrebbe condizionare tutto l'andamento della serata, in questo caso. Insomma, ci tengo al mio aspetto.
Dopotutto questa potrebbe rivelarsi una buona occasione per indagare meglio sulla ricerca di Catherina.
Speriamo solo che possa scovare qualche altra informazione, magari per conoscenti...

Camminai verso casa di Chris, che è solo a qualche isolato più lontano dal mio. L'estate porta anche il fatto che il sole tramonta tardi. Erano quasi le sette di sera, eppure il sole sembrava ancora alto nel cielo, seppur non era così.

Arrivato davanti al suo porticato, mi misi a suonare al citofono, quello del cancello. Dall'esterno, la casa appariva come una villa moderna con giardino. Una specie di casetta di campagna, però costruita e progettata come una casa che di solito si vede nei film americani, dove gli adolescenti organizzano mega party in una casa ma i genitori non sono mai presenti e vengono almeno 200 adolescenti incalorati a bere e ballare, fino a ridurre la casa del proprietario un disastro. Spero solo che la serata non finisca veramente così.

Ma no, Chris non è quel genere di persona. Naaah.

《Hey, mate! Entra dentro, su su.》 Sulla porta comparve colui di cui stavo parlando prima. Aveva una semplice maglia intima grigia a maniche corte che gli evidenziavano meglio i muscoli delle braccia, e un pantalone di tuta.

《Buona sera... è permesso?》 Entrai timidamente. Chris mi fece notare le ciabattine in basso, verso la scarpiera. Ricordandomi l'avvertimento di mia madre, segui ciò che per un coreano come Chris era sottinteso: tolsi le scarpe e poggiai i talloni sull'altra superficie delle ciabatte. Lo guardai per cercare la sua approvazione e mi sorrise. Mi guidò e io mi guardai cortesemente intorno, cercando di non apparire come un guardone. La casa era arredata in maniera abbastanza basic; bianca, sui tocchi del blu e del grigio ma accompagnata dal color legno dei mobili. Ogni tanto si poteva scorgere qualche quadro di famiglia, ma non potetti soffermarmici per molto.

《Prego, accomodati. Arrivo tra qualche attimo, vado in bagno.》Mi avvisò Chris e andò da qualche parte.

Rimasi qualche istante immobile, ancora nel corridoio in cui mi aveva lasciato Chris. Poi iniziai a sentire un vociare e mi indirizzai verso questo. Sembrava un chiacchiericcio piacevole, come quello che si faceva tra amici che non si vedevano dopo tanto tempo, per raccontarsi le cose vissute. Oppure poteva sembrare un salotto da pettegolezzo. Mi avvicinai per sentire un po' l'oggetto dell'argomento, magari riuscendo anche a inserirmi. Mi nascosi dietro il muro prima della porta della stanza, che pareva essere la sala da pranzo, e oricchiai qualcosa.

《No, comunque: non creamoci questi pregiudizi sull'ospite di Chan. Alla fine Chan ha dei gusti, eh.》

《Io mi preoccupo proprio sui gusti di Chan: include sempre tutti, anche il barbone ubriaco sotto il ponte.》

《Ma è un aspetto positivo questo! Dai finiamola.》

《Sì, certo. Apriamo i "nostri orizzonti culturali"~》

《Siete vergognosi.》

Niente, alla fine è il chiacchiericcio da salotto da pettegolezzi.

《Hey, eccoti qua! Non sei ancora entrato a presentarti? Sei in imbarazzo, timido?》 Chris mi sorprese da dietro, portando un braccio sulla mia spalla. Io trasalii, per poi ricordarmi che i suoi amici lo chiamarono Chan. O meglio, io stesso dedussi che si chiamasse pure Chan.

《I-io... 》 Cercai di parlare ma lui mi portò direttamente dentro la stanza.

《RAGAZZI!》 Chris urlò per attirare la sua attenzione. 《Silenzio perfavore. Allora》, timidamente iniziai a guardare tutti i presenti ad uno ad uno.

《 ho il piacere di presentarvi-》

Me ne resi conto troppo tardi che quelle facce più o meno le conoscevo già.

《Felix!》 Urlarono tutti.

Ma chi sono questi in realtà?!

𝑸𝒖𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒕𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒖𝒍 𝒕𝒖𝒐 𝒗𝒊𝒔𝒐;; 𝐋𝐄𝐄 𝐅𝐄𝐋𝐈𝐗Where stories live. Discover now