𝘤𝘢𝘱𝘪𝘵𝘰𝘭𝘰 𝘶𝘯𝘥𝘪𝘤𝘪

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Ritornato a casa stanco e deluso, mi buttai sul letto cercando di metabolizzare tutto ciò che fosse successo nell'arco di un'ora. Non posso crederci della scenata che ho fatto a casa di Chris. Cavolo... c'era pure lei! Chi poteva saperlo!?

Un attimo. C'era lei.
Questo vuol dire...
No. Non poteva saperlo Chris. Però tutti gli altri ragazzi...

《Chan, hai appena portato il nemico in casa!》

《Non puoi infliltrarti nella vita delle persone a tuo piacimento.》

《Un attimo, lui non sa niente!》

《Mi spiace, ma io non so chi tu sia.》

*

Questo significa che in realtà sapevano tutti la mia realtà? I due ragazzi del negozio di videogame, il palestrato, il fattorino dagli occhi di gatto, il commesso! La ragazza che pensava che fossi un pervertito! Cerco di ricordare proprio tutti gli attimi in cui ho incontrato quei ragazzi. L'unico che non ho mai visto era quello che sembrava essere il minore, con l'apparecchio e occhi stretti e sottili come quelli di una volpe.
L'altra ragazza era la cameriera di quel cafè, colei che aveva frainteso e che scarabocchiava nel suo taccuino. Ricordo ancora la scritta che quella volta mi parse inquietante:

12/06/2019 ore 04:15 P.M.
È passato

Oh, cazzo... si riferiva a me! Per forza, non c'è altra spiegazione.
Mi portai le mani in faccia, in preda a una quasi crisi di pianto isterico. Passai le mani tra i capelli, ansimando e alla ricerca di fiato leggero. Sentivo il corpo così pesante e la testa girare sempre di più. Mi alzai per prendere le pillole per il mal di testa e, quando riuscii a prendere il pacchetto del farmaco, dovetti sedermi come legge del moto del mio corpo, come un bisogno fisiologico di quest'ultimo. Cercai immediatamente una bottiglietta d'acqua, poiché avevo l'impressione di star per svenire. Bagnai le labbra asciutte e secche e successivamente poggiai la pillola tra queste, per poi ingoiarla accompagnata da altra acqua. Deglutii a fatica e mi risdraiai sul letto, con la testa che sembrava un pallone all'apice dell'aria compressa al suo interno.
Chiusi gli occhi e poi credo che mi addormentai profondamente, sperando che le braccia di Orfeo fossero quelle della mia amata.

Amata... perché il participio deve essere necessariamente passato?

*

Mi svegliai con il suono insistente di un campanello. Infastidito e senza la voglia di alzarmi per andare ad aprire lasciai scorrere il tempo e con sè il suono, divenuto ormai fastidioso, cessò. Credo che mi riaddormentai, perché quando riaprii gli occhi era mezzogiorno passato.
Merda. Lee Felix, sei un nullafacente.
Riattivai i miei neuroni controvoglia per alzarmi dal letto e sistemare un po' quella che era la camera che avevo messo su in questo piccolo appartamento. La colazione tipica coreana adesso ha senso, essendomi svegliato in un orario vicino al pasto del pranzo e digiuno ancora dalla sera precedente. Mangerei un bisonte...

Sceso in cucina, mi misi le mani tra i capelli mentre cercavo un qualcosa con cui fare colazione.

《Vediamo... uova? Cacao, burro e pomodori? Da quant'è che non esco di casa per cose al di fuori della ricerca di Catherina?》 All'esprimere questo mio pensiero ad alta voce, mi sorpresi di me stesso.

L'ho trovata...

Ma lei non mi è parsa molto contenta di aver trovato me...

《Mhh... farò un toast.》 Borbottai, ormai convinto che parlare da solo con voce discreta possa giovare un po' al mio umore.

Adesso che la mia ricerca è terminata... significa che ho fallito ugualmente?
Mentre preparavo il mio toast con burro, maionese e uova pensavo a quanto non fosse stato facile trovare qualcosa di lei, ma che avevo in realtà tutto davanti gli occhi. Questo vuol dire che forse è stata lei a non volersi fare trovare?

《E che cazzo!》 Diedi un pugno al bancone, così violento che il toast saltò in aria dalla macchinetta. Mi riguardai la mano. Diventerà gonfia, ma non importa.

Quando ero piccolo e sbattevo la mano fino a pulsare, scoppiavo in lacrime e correvo dalle persone a me più care. Ovviamente la mamma sembrava essere sempre nei paraggi, ma quando non c'era era perché ero con lei.
E la cosa era che la sua cura era la più immediata, aveva subito effetto.

《Un bascino shulla bua, tutto cua!》

Ridacchiai e improvvisamente il solo ricordare delle cose felici mi fece sentire meglio. Riguardai la mano farsi gonfia, ma la chiusi in un pugno per evitarla. Presi il toast, prima che divenisse carbonizzato e mi sedetti a tavola mangiandolo. Tra le tante cose, pensai che l'importante fosse sapere dove fosse.
È qua, solo che non è qua. Guardai la sedia di fronte la mia e sospirai gustando il povero toast. Forse merito questo.

O forse il destino vuole che superi tanti ostacoli prima del mio vero obiettivo; il ricongiungimento. Ma se invece il destino mi ha proprio bloccato sul nascere?

《HHHHHH, no!》 Sospirai nuovamente. 《È tutto ok, Felix... ora mangi e ti riprendi subito.》 E mi ritrovai a parlare di nuovo da solo.

Aiutatemi.

*

Sul tardi la voglia di uscire era nulla. Pur di prendere un po' d'aria del fresco serale estivo affacciai sul davanzale della finestra e mi ci sedetti, poiché abbastanza largo da potermici poggiare. Poggiai la testa sulla parete di essa e osservai il cielo colorarsi di viola, mentre le ultime striature arancioni stavano scappando dalla luna. Era un paesaggio magnifico, così sfilai il cellulare dalla tasca e ripresi il panorama con un video, non una foto. Nel riprendere la scena notai un qualcosa che luccicava poco distante dal muro della casa; mi sporsi leggermente, stando sempre attento a non fare un movimento di troppo che poteva comportare a una disastrata caduta. La golden hour mi stava invitando a scendere giù e a osservare meglio l'oggetto sull'asfalto davanti la porta di casa. E così feci.

Sceso giù, mi avvicinai al punto dove avevo intravisto l'oggetto; mi chinai e lo raccolsi con facilità per osservarlo meglio. Un piccolo braccialetto.

Rigirandolo tra le mani notai che non fosse proprio nuovo di zecca, eppure brillava. Forse perché le cose che più ci sembrano imperfette all'apparenza, sono quelle che brillano molto di più di luce propria.

𝑸𝒖𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒕𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒖𝒍 𝒕𝒖𝒐 𝒗𝒊𝒔𝒐;; 𝐋𝐄𝐄 𝐅𝐄𝐋𝐈𝐗Where stories live. Discover now