TRE MESI DI AFFITTO

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Il salotto non sembrava molto diverso. Ovvio, il divano letto occupava la maggior parte dello spazio, ma le differenze erano sottili. Da una parte c'era una pila di libri. Su una sedia erano stati preparati i vestiti per il giorno dopo. Tre paia di scarpe erano comparse vicino all'ingresso.

Olivia si tolse le sue senza fare rumore. Usando lo schermo del cellulare come torcia, spense la lucina che aveva lasciato accesa Enzo e andò a chiudersi nella camera da letto.

Olivia accese la luce. Mollò il cellulare sul materasso e si sbarazzò subito del borsone sportivo e del giacchetto, poi aprì la cerniera dei jeans. Era sul punto di tirarli giù, quando si bloccò. Chiuse la porta a chiave, poi continuò a spogliarsi.

* * *

Il mattino successivo, Olivia si svegliò ancora prima del solito. Si vestì in silenzio. Andò in bagno sulle punte dei piedi. Rubò la colazione e la mangiò in camera sua. Stava per uscire di casa per andare a lavoro, quando si imbatté in Enzo. Stava facendo colazione seduto in un angolino del divano letto, ma quando vide che Olivia era in partenza corse a mettere le scarpe.

Enzo uscì dal bilocale insieme a lei. Ad Olivia ci volle un po' per dare le mandate, ma lui non scese le scale per i fatti propri. La aspettò e non si accorse di quanto le stesse tenendo il fiato sul collo, finché lei non si girò e si ritrovarono faccia a faccia. Enzo si scusò con un sorriso e fece un passo indietro, lasciandole lo spazio per precederlo. Olivia non capiva perché Enzo facesse tanto il galantuomo, ma lo superò e scese le scale per prima.

«Buona giornata.» disse Olivia, quando furono in strada. Si allontanò a passo spedito ed Enzo per un attimo rimase imbambolato sul posto, poi le corse dietro.

«Tu come vai a lavoro?»

«A piedi, se vado al pub. Altrimenti in autobus.»

«Per andare a Modena?»

«Sì.»

«Con il Tredici?»

Ma che voleva Enzo?

Olivia si calcò la borsa sulla spalla. Marciava veloce, ma Enzo le stava dietro senza farci caso.

«Tu non vai a lavorare?» gli chiese, molto più indispettita di quanto Enzo percepì.

«Certo. Prendo il bus anche io.»

«Il mio stesso?»

«Mi sa di sì. Ma scendo in centro.»

«Okay.»

«Ti dà fastidio?»

Tremendamente.

«No. Figurati.»

Olivia ed Enzo camminarono una di fianco all'altro fino alla fermata dell'autobus, ma lo fecero ben separati, in silenzio totale, senza guardarsi.

Enzo pensava che Olivia fosse una di quelle persone che al mattino non amano parlare. Olivia si chiedeva se avesse dovuto sopportare quel supplizio ogni volta che aveva il turno delle otto.

L'autobus era già alla fermata quando arrivarono. Anche questa volta, Enzo cedette il passo ad Olivia e la lasciò salire per prima. Olivia convalidò l'abbonamento senza tirarlo fuori dal portafoglio, mentre Enzo dovette fermarsi a fare il biglietto alla macchinetta, ma quando ebbe fatto raggiunse Olivia e si sedette di fianco a lei senza pensarci due volte, anche se c'erano altri posti vuoti.

Olivia non lo considerò. Si mise gli auricolari senza fili nelle orecchie e cominciò a sfogliare un quadernone ad anelle pieno di scritte e colori che tirò fuori dalla sua borsa. Vedendo che lei aveva da fare, Enzo prese un libro dalla sua valigetta da professore e cominciò a leggere.

Per un po' andò bene così.

Enzo era occupato. Olivia non si sentiva in obbligo di fare conversazione.

Poi ad Olivia cadde un auricolare e questo cominciò a rimbalzare da tutte le parti. Olivia cercò di acchiapparlo prima che rotolasse troppo lontano, ma nel chinarsi le cadde pure l'altro.

La giornata era partita male e non aveva intenzione di migliorare, a quanto pare.

Olivia si alzò e andò a caccia del primo auricolare. Lo ritrovò nell'angolo più sporco di tutto l'autobus e per raccoglierlo dovette scomodare una donna in sedia a rotelle. Si scusò cento volte, poi andò all'inseguimento del secondo.

Non aveva visto dov'era caduto, ma non ce ne fu bisogno. Enzo lo aveva trovato per primo e lo stava pulendo con un angolo della giacca.

«Vuoi un fazzoletto?» le chiese Enzo. «Aspetta, ho un pacchetto in borsa-»

«Puoi smettere di essere così gentile?» sbottò Olivia. «Siamo coinquilini, non amici.»

Enzo non si aspettava quella reazione. Olivia gli strappò di mano l'auricolare, ci diede una pulita sbrigativa con le mani e lo rimise nella custodia una volta per tutte. Tornò a sedersi al posto di prima ed Enzo la seguì, ma continuava a non capire.

«Scusa.» le mormorò. Non servì a molto.

Dopo qualche minuto di disagio, Enzo si alzò e si sedette da un'altra parte.

Lui ed Olivia guardarono in direzioni opposte per tutta la durata del viaggio. Nessuno dei due riprese a leggere. Nessuno dei due riprese ad ascoltare musica. Quando l'autobus arrivò in centro a Modena, Enzo scese lanciando un'occhiata ad Olivia, ma non la salutò.

Olivia ignorò i sensi di colpa.

Spazio Autore:

"R" è un episodio molto speciale. Non solo per quello che succede ad Enzo ed Olivia, ma proprio per la storia in sé. Dovete sapere che all'inizio era concepita per essere molto più breve, ma mercoledì prossimo arriverà un personaggio che, pur di non tagliarlo, mi ha convinto ad allungare tutto creando la struttura a miniserie che leggete oggi ✨

Ne approfitto per farvi gli auguri di Buon Natale con un po' d'anticipo💜

I LOVE YOU, OLIVIANơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ