10. Breath In, Breath Out (parte 3)

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Dopo quasi un mese di assenza, quel venerdì pomeriggio rividi Riot

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Dopo quasi un mese di assenza, quel venerdì pomeriggio rividi Riot. Da quando Nero lo aveva punito, il ragazzo non si era più rifatto vedere con noi ma quel giorno era tornato, introducendo due nuovi membri nel gruppo, Stevan e Ilean.

Nero li mise alla prova e viste le capacità, li accettò di buon grado. Quei due erano davvero forti: erano adulti a tutti gli effetti e passavano le loro giornate a cazzeggiare, unendosi di tanto in tanto a gruppi extracomunitari e non, per partecipare a rapine. Non erano di Ferrara: lo si capiva dal pessimo italiano misto a un forte accento dell'est.

Riot si era quindi spinto fuori città in quel tempo; conoscendolo aveva fatto qualche cretinata anche là ed era fuggito per evitare guai, scegliendo di tornare da noi con le sue due nuove guardie del corpo, che lo seguivano ovunque. Mi chiesi se avesse paura di trovarsi da solo con me...

Dopo aver conosciuto i nuovi membri, io e i miei amici ce ne andammo: non ci andava di dare troppo confidenza a quei due pregiudicati. Decidemmo di fermarci nel parchetto del Doro vicino a casa di Cico prima di dividerci, per scambiare due chiacchiere e fare un tiro. Peccato che la solita panca fosse occupata da un ragazzino biondo che stava scrivendo un messaggio con il cellulare. Mi avvicinai con fare minaccioso e insieme agli altri lo circondai.

- Togliti dalle palle, moccioso - lo intimai.

- E perché dovrei? - rispose, alzando lo sguardo dal cellulare e guardandomi con aria strafottente.

- Non bastiamo noi cinque per fartelo capire? -

- Cinque contro uno. Non vi vergognate? - esclamò mettendo via il cellulare.

- Hai fegato per sfidarci - gli gridai.

Il ragazzo si alzò in piedi e si sistemò il berretto sopra la bandana. Lo squadrai: era di poco più basso di me ed era conciato come un rapper americano. Anche lui mi guardò attentamente da capo a piedi e poi si girò.

- Non ho tempo da perdere con tutti voi - esclamò mettendo in mostra tutta la sua sfacciataggine - Ho cose più importanti a cui dedicare il mio tempo -

Mi innervosii ma cercai di nascondere la rabbia dietro le solite parole di convenienza. - In effetti, non vale la pena sporcarsi le mani con un marmocchio come te -

Il ragazzo si irritò. - Sono molto più forte di quanto tu possa pensare - mi rispose.

- Dimostramelo - lo sfidai.

Il ragazzo si avvicinò a me: ero già in posizione d'attacco ma una sirena della polizia in lontananza ci distrasse. Abbassammo subito la guardia: non avevo voglia di finire nei guai per quel moscerino. Anche il ragazzo sembrò della mia stessa idea e si fermò.

- Non pensare di cavartela così - lo ammonii.

Lui fece spallucce e si allontanò di corsa. Chiesi immediatamente ai miei compagni se lo conoscevano. Bite disse di sì. - L'ho visto gironzolare nella nostra scuola ma non so il suo nome -

Lunedì mattina chiedendo a Elia, avrei scoperto che quel ragazzino si faceva chiamare Vito e frequentava la IIIB, la stessa classe di Sarah. Il bidello aggiunse che il moccioso giocava a basket nella squadra della scuola ed era sempre assediato dalle ragazzine del primo anno ma a lui sembravano non interessare. - Me lo ha detto a me che con lui nessuna becca. A lui piace Arianna. E il basket: tu non sai quanto ci va matto! - aggiunse nel suo italiano sgrammaticato.

Un fremito di rabbia mi attraversò. E così quel marmocchio frequentava la mia stessa scuola ed era pure in classe con Pulce? Bella notizia perché sapevo dove trovarlo. Avevo già iniziato a odiarlo sin dal primo sguardo e il suo comportamento mi aveva fatto incazzare. Non me lo sarei di certo lasciato scappare.

***

Sabato sera andammo in una discoteca del centro, la Mela Rossa. Le ragazze del locale erano interessanti ma nessuna di loro mi attraeva particolarmente. I miei amici non seguirono affatto il mio esempio: rimorchiarono immediatamente. Decisi di rimanere in compagnia di Nero a bere. Al mio capo non sfuggì il mio insolito comportamento. - Sei strano Prinz, buttati anche tu -

- Non mi va stasera - gli risposi svogliato.

- È per via di quella ragazza? -. Mi voltai verso di lui e lo guardai sorpreso: cosa c'entrava Sarah proprio in quel momento?

- Non c'entra nulla, te lo assicuro - risposi secco.

Nero mi guardò non molto convinto. - I ragazzi mi hanno detto quello che hai fatto per quella ragazza -

Cazzo, avevo detto a quegli idioti di stare zitti. Appena fuori dal locale li avrei ammazzati. - Cosa ti hanno detto? - domandai nascondendo un certo nervosismo.

- Tranquillo - esclamò Nero appoggiando una mano sulla spalla - Non me ne frega niente di quello che fai. Solo che non ti facevo così cavaliere: fino all'altro giorno la volevi morta, se non mi sbaglio -

- Non mi sono rincoglionito - tagliai corto.

Un sorriso di sfida apparì sul suo volto. Sapevo bene cosa significava. - Quella bionda laggiù ha puntato gli occhi su di te appena sei entrato. Che ne dici? -

- Dico che mi va - risposi deciso, alzandomi in piedi e avviandomi verso la ragazza seduta al bancone.


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Eccolo, il Prinz che conoscevamo, tornare alla ribalta.
~*~

Ma siamo sicuri che, in questo arco di tempo, anche lui non sia cambiato?
~*~

Vi lascio al prossimo capitolo.... Stay tuned!

Soundtrack:LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora