5. Gives You Hell (parte 1)

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When you see my face, I hope it gives you hell

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When you see my face, I hope it gives you hell

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Mi ero dimenticato della prova anti incendio: me lo aveva ricordato Cico appena eravamo arrivati a scuola. Andai subito da Elia, il bidello del mio piano nonché mio infiltrato, per chiedergli quando sarebbe scattata la prova. Elia era mitico: se avevo bisogno di qualcosa lui me lo procurava, compiti in classe compresi. Quell'uomo era vicino alla pensione e non gli interessava più niente della scuola, tanto meno di far perdere del tempo agli studenti invitandoli a chiacchierare o giocare a carte con lui. Non faceva che lamentarsi e mi raccontava cose interessanti sui professori che in caso di necessità, avrei potuto sfruttare a mio favore.

- La campanella suonerà alle dieci e un quarto - rispose usando sia l'italiano che il dialetto.

- Grazie amico - dissi dandogli una pacca sulla schiena - sarò qui alle dieci. Questa volta tocca a me suonare - Elia accettò sorridendomi e mostrandomi il pollice all'insù.

Le prime due ore furono una palla mortale e appena scattarono le dieci mi fiondai fuori. La prof di italiano non fece una piega: continuava a starsene china sul libro dei Promessi Sposi, mentre le tre sfigate del primo banco leggevano ad alta voce il testo. Più di una volta mi ero chiesto se si accorgeva che durante le sue ore ognuno faceva quel cazzo che gli pareva: giocavamo a baseball, uscivamo e rientravamo senza chiedere, facevamo il Fantacalcio e i filmati con il cellulare da mettere su Youtube.

Elia era già nell'atrio, seduto vicino alla campanella con i piedi appoggiati a una vecchia cattedra. - Giochiamo? - mi propose tirando fuori il mazzo di carte da un cassetto.

Certo che sì. Chissà cosa mi avrebbe raccontato di interessante questa volta. E se gli avessi chiesto qualche informazione sulla Pulce?

- Conosci Sarah Minelli? - domandai scartando una carta. Elia ci pensò su grattandosi il mento.

- Non mi viene in mente - rispose. Prima risposta: buca. Ma avevo la domanda di riserva.

- Immagino sai dov'è la III B, però -. Elia sorrise, scartò una carta e mi spiegò dove fosse l'aula. Bene, durante la prova sarei andato a fare un giro.

- È ora - disse Elia gettando un'occhiata all'orologio.

- La partita la finiamo più tardi - dissi. Il bidello annuì.

Mi alzai e pigiai il tasto dell'allarme. Il rumore assordante della campanella proveniente da tutti gli atrii, sovrastava lo strisciare delle sedie e il frastuono di una marea di ragazzi che si stavano muovendo contemporaneamente. Mi misi davanti alla porta della mia classe per farmi vedere dalla prof, che mi rimproverò di mettermi in fila e mi affiancai ad Alex negli ultimi posti della fila.

- Vado a fare un giro. Coprimi -

Alex ammiccò. - Credo di saper dove vai - disse curioso.

- Penso di no - risposi. Giunti in prossimità dell'uscita d'emergenza, svoltai a destra verso le scale in basso, attraversai due atrii e risalii l'ultima rampa.

Eccomi arrivato, era questo l'atrio dove c'era la III B. Un silenzio irreale era tutto attorno a me: ero l'unico studente a essere rimasto nella scuola. L'aula di Pulce era proprio davanti ai miei occhi; attraversai a passo svelto l'atrio e appena un attimo prima che entrassi, la porta si aprì e ne uscirono alcune ragazze. Quella bionda più figa di tutte l'avevo già vista...

- Ciao Prinz! Anche tu in giro? - disse con una vocetta irritante. Si, lei mi conosceva ma io non ricordavo nemmeno dove l'avevo vista.

- Dai, non ti ricordi di me? Sono Chiara del Kursal - accennò vedendomi perplesso - il Mojito... il materassino ad acqua.... -

- Ah sì - dissi fingendo di essermi ricordato di lei. Sai quante ne avevo conosciute al Kursal in quella stessa situazione.

- Cosa ci fai proprio qui? - mi domandò cambiando discorso senza smettere di sorridere.

- Niente - dissi facendo spallucce - e tu? -

- La nostra amica ha dimenticato il cellulare in classe e siamo tornate a prenderlo -. Chiara si girò per un attimo verso le sue amiche poi tornò a guardarmi. - Beh, noi andiamo. Chiamami presto. Mi sono divertita l'altra volta. Ciao ciao! -. Chiara sparì seguita dalle altre galline. Se fossi tornato con lei, dovevo ricordarmi di tapparle la bocca.

Entrai in classe: non sapevo nemmeno io cosa fare o trovarmi davanti; di sicuro nessuna targhetta con su scritto "qui siede una rompiballe". C'era disordine: le cose appoggiate sui banchi, le cartelle a terra, una custodia di chitarra su un banco. Cosa avrei potuto fare? Scrivere sulla lavagna "Sarah è una stronza"? Era banale, nemmeno un bambino delle elementari lo avrebbe fatto, senza contare che avrebbe subito pensato a me: chi altri aveva ragione di provocarla se non io? E le ragazze di prima avrebbero detto di avermi visto in giro. Lasciai stare e uscii dall'aula per concedermi un ultimo giro di ricognizione.

Scesi qualche gradino diretto verso l'atrio delle macchinette quando una voce mi fece sussultare. - Tu cosa ci fai in giro? - gridò una bidella sbucata all'improvviso davanti a me. E adesso? Ci guardammo in faccia per qualche secondo prima che la donna gridasse "Ne ho trovato uno!". Merda, dovevo correre subito fuori e mescolarmi alla mia classe per farmi parare il culo dalla prof.

Risalii i gradini in fretta e corsi verso l'atrio superiore per raggiungere l'uscita d'emergenza che dava sul retro. Una volta fuori tornai a camminare piano per non attirare l'attenzione, dirigendomi verso la parte opposta al parcheggio degli scooter e delle bici: le classi della parte più esterna dell'istituto si raccoglievano sempre al di fuori del cancello e per non farmi scoprire li avrei raggiunti da fuori. Dopo qualche minuto li trovai.

Passai in mezzo agli studenti, troppo occupati a godersi quell'attimo di libertà per accorgersi di me, finché non riconobbi alcuni membri della mia classe e mi unii a loro.

- Finito il giro in anticipo? - domandò curioso Alex.

- Sono stato costretto - dissi mentre la prof di italiano rispondeva stizzita al vicepreside: - Farò nuovamente l'appello ma le garantisco che nessuno dei miei studenti si è mai mosso da qui -

Si, magari nei suoi sogni.


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Ciao! Vi eravate chiest* anche voi dove potesse essere Prinz.
Ecco la risposta!
~*~

E non è finita qui...

Soundtrack:LoveWhere stories live. Discover now