Siccome Chandra restava la stessa stronza che si imponeva di essere, non mi calcolò di striscio mentre avanzavo fino alla sedia e mi lasciavo crollare su quest'ultima.

Dovettero passare sei secondi, quasi sette, affinché si decidesse a sollevare gli occhi da quelle scartoffie per puntarli su di me come due fanali.

Cazzo se le bastava guardarmi.

«Ciao, Raving», disse con un sospiro, e una scheggia mi trafisse lo sterno.

«Che c'è? Ti scoccia la mia presenza adesso?».

Lei si accigliò. «Come, scusa?».

«Il tono con cui l'hai detto. Non sembrava allegro». Nel frattempo incrociai le braccia, scivolando più giù nella sedia. «Preferisti che ci fosse Baby J al mio posto? Tranquilla. Probabilmente arriverà dopo di me».

Chandra restò per un attimo a fissarmi, forse perplessa dalla mia uscita astiosa, e tanto mi bastò per bruciare nella mia stessa boccaccia troppo larga.

Avevo sbagliato a espormi troppo?
Pensava fossi geloso?
Ero stato esagerato?
Avevo fatto centro?

Tuttavia, lei smorzò le mie paranoie con una risatina leggera e abbozzò un sorrisetto timido su quelle labbra audaci. «No, cuoricino. Stavo aspettando proprio te, in realtà».

Mi ritrovai a deglutire intanto che i polmoni prendevano a restringersi un po' troppo. «Me?».

«Sì, te», e così dicendo, afferrò la borsa dal pavimento per poggiarla sul tavolo.

Al cospetto del mio silenzio incuriosito, diede vita a una vera e proprio caccia al tesoro in quel marasma di caos. A un certo punto mi chiesi se avesse anche un cadavere lì dentro, perché ne tirò fuori di ogni: ombrello, trucchi, occhiali, fazzoletti, portafoglio, cellulare e un altro mucchio di cose impossibili da identificare.

«Serve aiuto?».

«No, ce la faccio!»

«Se lo dici tu...»

Ottenni un'altra risata. Andava bene.

Alla fine, comunque, sollevò il braccio per aria neanche avesse vinto l'oro nel salto in lungo. «Trovato!».

«Grande, Mary Poppins. Venticinque punti a grifondoro».

«Ti sembro una da grifondoro?».

Certo che no. Quella era una serpeverde nata. Non poteva essere altrimenti. Una come lei aveva la crudeltà scolpita sotto gli zigomi perfetti e l'astuzia di un cobra reale a coronarla.

Ciononostante non mi disturbai a cambiarle casata e tirai su un ghigno malizioso, allargando le gambe.

Chandra increspò la sua bocca oscena di lato, indispettita, e fu un lusso intravedere le incrinature che stavo pian piano scolpendo nel suo ghiaccio rinforzato.

È anche merito di Baby J?

Così come era arrivata, la mia domanda se ne andò alla svelta quando il mio diavolo personale ripose una boccetta di vetro sulla scrivania. Proprio nella mia direzione.

Quella stronza di prima categoria aveva appena sferrato il suo colpo, prendendomi in pieno e in profondità.

Non avrei saputo dire con esattezza quanti palpiti furiosi mi stessero spaccando il petto, forse quanti ne bastavano per renderla tanto insostituibile e unica nel suo genere.

Raving. Ladro di CuoriWhere stories live. Discover now