ventisette

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quella stessa mattina, l'aria si era fatta tutta ad un tratto irrespirabile

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quella stessa mattina, l'aria si era fatta tutta ad un tratto irrespirabile.

la donna sedeva al centro e stava medicando un brutto taglio al sopracciglio di hoseok. ad un posto di distanza c'era taehyung e jungkook al suo fianco, ancora turbato da quanto accaduto prima.

non sapeva come comportarsi con la madre, ne con il figlio. eppure una piccola vocina dentro la sua testa gli ricordava che taehyung era stato il primo a perdonarlo.

«mamma..» parlò il biondo con voce profonda, poi si schiarì la gola e cercò di allungare una mano verso la sua. «mi dispiace non avertene parlato.»

la donna continuò a non rispondere, troppo dedita alla ferita del ragazzo. dopo averla pulita e aver messo su un cerotto, si voltò a guardarlo.

«non mi hai mai nascosto nulla, sin da piccolo. non è da te taehyung.»

taehyung si ritrovò a mordersi l'interno guancia con nervosismo. era la seconda persona che gli faceva notare che fosse cambiato.

eppure a lui quel cambiamento piaceva eccome, aveva fatto uscire un lato che neanche conosceva di se e mai più si sarebbe rinchiuso in quella bolla rigida fatta di regole e nessun divertimento.

jungkook poggiò una mano sulla sua coscia e con il suo leggero sorriso, ritrovò la forza di parlare.

«te ne avrei parlato una volta tornato in corea.»

la donna annuì soltanto, come se non credesse alle sue parole. poi rivolse la sua attenzione a jungkook.

«sei il suo compagno di stanza?» alla risposta affermativa, continuò. «tae mi ha parlato tanto di te.»

«sapevo già che avesse una cotta per te.» disse infine, facendo sbattere più volte le palpebre del biondo.

«lo sapevi?» chiese taehyung, ma la donna continuò a guardare jungkook.

«non mi ha mai parlato di qualcuno e non è mai stato interessato a farlo. parlava così tanto di come lo infastidivi, sai?»

«mamma!» la richiamò il figlio, facendola sorridere.

la donna allora allungò le mani sopra le sue e le accarezzò dolcemente. «non ho alcun problema con questo, può piacerti chiunque e mi andrà sempre bene. ma voglio che sia tu a parlarne.»

taehyung annuì soltanto, riservandole un sorriso. ma l'atsmofera non era ancora affatto migliorata.

a quella scena hoseok si alzò strisciando la sedia per terra e uscì fuori di casa, jungkook lo seguì con lo sguardo e si alzò a sua volta.

«non andare.» gli mimò con le labbra taehyung, trattenendolo dalla felpa.

il moro scosse soltanto il capo e si allontanò, avvicinandosi alla porta.

da lì poteva vedere hoseok poggiato ad un tronco d'albero intento a fumare. non l'aveva mai visto in quel modo, conosceva di lui soltanto quella sua insopportabile risata contagiosa.

quando si avvicinò hoseok divenne rigido e gettò via la nicotina dalle labbra, guardandolo.

«ho ceduto.» parlò per primo. «sono anni che gli corro dietro e non si è mai accorto di niente. ha sempre avuto la testa allo studio, non sono mai neanche riuscito a trascinarlo a qualche festa, ci credi?»

gettò fuori una risata amara e poggiò una mano sulla spalla di jungkook. «poi arrivi tu e gli stravolgi i piani. sei stato capace di distruggere le sue barriere ed è una cosa che taehyung non lascia fare a nessuno. neanche a me.»

lo guardò da capo a piedi ancora con quel sorrisino. «ti invidio, sai? sembri renderlo felice.» si fece più vicino tanto da parlargli all'orecchio. «prenditi cura di lui, per favore.»

gettò la sigaretta per terra, la calpestò e rientrò dentro con un peso in meno nel petto.

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