ventuno

2.6K 148 37
                                    

per il resto della cena jungkook non emise più una parola, ne un suono

Hoppla! Dieses Bild entspricht nicht unseren inhaltlichen Richtlinien. Um mit dem Veröffentlichen fortfahren zu können, entferne es bitte oder lade ein anderes Bild hoch.

per il resto della cena jungkook non emise più una parola, ne un suono. sembrava aver perso l'appetito e da quando era tornato dalla loro camera, il suo umore era cambiato.

e di questo si erano accorti entrambi i ragazzi, che non facevano altro che scambiarsi occhiatine interrogatorie e confuse.

dopo l'ultima porzione, taehyung provò a poggiare una mano sopra la sua preoccupato.

l'altro la scostò in silenzio e si alzò, strisciando la sedia per terra con gran rumore. pagò in fretta la cena e si rivolse ad hoseok con voce bassa. «grazie per stasera.»

«mi ha ringraziato.» commentò hoseok guardandolo andare via e taehyung gli spintonò la spalla.

poi si alzò e lo seguì, afferrandolo per un braccio. voleva che si voltasse a guardarlo con quel suo maledetto sguardo che bastava a sottometterlo a qualsiasi sua voglia.

ma in cambio in realtá, ottenne soltanto un occhiata fugace e rabbiosa.

«jungkook, aspetta. che hai? è da prima che sei così e voglio sapere il perchè.»

«chiedilo a te stesso.» gli rispose l'altro camminando a passo svelto verso la loro stanza.

«di che stai parlando?»

«del messaggio, cazzo. perchè non me ne hai parlato?» vedendo l'espressione confusa di taehyung, il moro continuò. «perchè non mi hai detto che saresti tornato in corea?»

il biondo sospirò e lo prese per mano, trascinandolo fino alla camera. non voleva che nessuno sapesse dei suoi affari privati, era una cosa soltanto loro.

una volta all'interno richiuse la porta e sospirò, facendo avanti e indietro per la stanza. «volevo parlartene qualche settimana fa ma non ne ho avuto l'occasione.»

«non sparare cazzate adesso. viviamo nella stessa stanza ventiquattro ore al giorno.»

ed aveva ragione, così taehyung si zittì. la realtà è che tutto quello era così bello per entrambi che non aveva avuto il coraggio di dirglielo e rovinare tutto.

«mi dispiace.» gli disse afferrandogli la mano che intrecciò alla sua. «sono stato uno stupido a non parlartene ma l'avrei fatto, devi credermi.»

jungkook sospirò soltanto in risposta. credeva alle sue parole ma la paura che qualcosa di potesse rompere tra di loro lo terrorizzava.

non voleva che finisse come con il suo ex.

il moro lasciò andare la sua mano e si sedette al bordo del letto, prendendosi la testa tra le mani. «quando partirai?»

«quest'estate, l'ho promesso a mia madre.»

«quanto starai via, una settimana o due?»

«l'intera estate.» rispose taehyung con un nodo in gola.

jungkook chiuse gli occhi con forza. tre fottuti mesi lontani. non erano molti, conosceva gente capace di mantenere una relazione anche a migliaia di chilometri di distanza, ma non lui. non ancora.

«se partirai, non potremmo continuare.»

«continuare cosa?» domandò il biondo, sperando che la sua idea era sbagliata.

«noi, tae. tutto questo.»

il maggiore si sedette al suo fianco e cominciò a scuotere il capo. «no, stiamo bene assieme. non puoi lasciare andare tutto per tre mesi di distacco.»

«ti prometto che ti chiamerò ogni giorno. ti prometto che tornerò il prima possibile e che-»

«non promettermi cose che potresti non mantenere.» mugolò jungkook senza guardarlo.

taehyung continuò a scuotere il capo. «so di poterlo fare. mi conosci, sono testardo e se prometto di chiamarti lo farò.»

«lo diceva anche lui.» sussurrò con voce quasi tremolante jungkook, alzandosi dal letto. non era solito parlare del suo ex, non gli piaceva affatto.

«diceva che ci saremmo sentiti in contatto e che sarebbe mancato soltanto un mese. ma poi ne sono passati due e poi altri due. non ho più avuto sue notizie per anni, è scomparso senza dire nulla. poi è tornato e ho scoperto che aveva una relazione con una donna più grande di lui. hai idea di come mi sia sentito?»

taehyung si alzò per raggiungerlo e gli prese il viso tra le mani. «non posso capirlo ma posso immaginarlo. ma per favore fidati di me, io non sono lui.»

gli baciò le labbra e jungkook chiuse gli occhi, godendosi il tepore. stavolta fu lui a prendergli il viso tra le mani. «per favore, non partire.»

room 213 | taekook ✓Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt