quindici

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«tae aspetta

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«tae aspetta.» erano passati almeno dieci minuti da quando aveva deciso di seguirlo, eppure l'altro non dava nessun segno di cedimento.

anzi continuava a camminare a passo svelto da un punto dell'edificio all'altro, sfinendo hoseok per quella sua insistenza nel non volersi fermare.

«ascoltami, poi potrai anche mandarmi a fanculo.» fu quello che riuscì a farlo tornare coi piedi per terra.

taehyung si fermò, abbassò il capo e poi lo sollevò di nuovo con un sospiro appena percettibile. alla fine si voltò a guardarlo.

aveva il petto che faceva su e giu velocemente e neanche lui stesso sapeva se fosse dovuto alla corsa o alla rabbia che aveva dentro. sentiva soltanto di star per cedere davanti agli occhi di tutti.

la cosa che più detestava di quella situazione, era stata la sua debolezza e la sua stupidità. aveva ceduto e gli si era rivolto tutto contro in un istante.

«li ho visti a mensa e ho pensato che stesse giocando con te. ho preferito non dirti nulla, non sopportavo l'idea di vederti star male a causa sua.»

«avresti dovuto dirmelo.» quasi urlò taehyung, poi si rese conto che occhi indiscreti li stavano osservando dal fondo del corridoio e abbassò il tono. «ti do sempre ascolto, non te ne avrei fatto una colpa.»

«lo so,» sospirò hoseok, facendosi più vicino per stringere la sua mano. «stavo soltanto cercando di proteggerti. sei sempre stato tu quello a prenderti cura di me .»

quella frase lo ammorbidì quasi subito, così taehyung cedette e abbassò lo sguardo sulle loro mani ancora unite.

«hyung..» provò a parlare.

«ti avevo detto di star attento e non esagerare. hai cercato di cambiare te stesso per lui, pensando che così forse..» non concluse la frase, entrambi avevano capito cosa volesse intendere.

«tae,» stavolta accarezzò la sua guancia, abbozzando un sorriso. «non hai mai permesso a nessuno di cambiarti, neanche a me. mi hai sempre tenuto testa con le tue regole rigide ma è questo il vero taehyung. e poi,» portò una mano tra i suoi capelli, accarezzandoli. «penso che stai meglio biondo.»

taehyung rise e lo spinse dalle spalle. sapeva sempre come alleggerire la situazione e fargli tornare il sorriso.

aprì le braccia e lo strinse forte al petto, seppellendo il viso nella sua spalla. «grazie, hyung.»

[...]

più tardi, taehyung si decise a tornare nella stanza dell'amico. il suo zaino e così anche i suoi libri erano ancora lì, eppure l'idea di ricontrare il viso di jungkook lo rendeva nervoso.

la stanza 213 era silenziosa e così i due ragazzi pensarono che fosse uscito e che fosse da qualche parte a divertirsi, ma quando taehyung si mise in spalla lo zaino per tornare in aula e recuperare le lezioni perse la mattina prima, si scontrò con jungkook davanti la porta.

room 213 | taekook ✓Where stories live. Discover now