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Il giorno dopo, Ferys si sveglio presto. La notte fu torbida ed inqueta per lui, la vista dell'alba gli placò i nervi. L'alba, la domanda gli sorse spontanea... Come poteva esserci l'alba, se nel cielo che vedeva non c'era alcun sole? L'idea lo rabbrividì. Sentiva come se ci fosse qualcosa di sbagliato in tutto ciò. In quel luogo ed in quelle persone. Come se vivessero in un'illusione.
Scrutò fuori dalla sua finestra, aveva una buona visuale su quel verde giardino, una flebile rugiada lo ricopriva brillando sotto dei raggi che non avevano provenienza. C'era un gran silenzio.

Tanleri entrò negli alloggi, un edificio ampio e lungo. Era formato da un largo corridoio centrale, su entrambi i lati, su due piani, erano presenti le diverse stanze, una per ogni persona o per coppie di persone. Il secondo piano aveva un lungo balcone che percorreva tutto il corridoio centrale. Il centro dell'edificio era vuoto senza un pavimento a separare i due piani e senza un tetto. vivaci piante e alberi decoravano quel centro verde.

Ferys si trovava in una delle prime quattro stanze subito dopo l'ingresso.

La donna si avvicinò ad una delle quattro guardie che perlustravano pigramente l'intero edificio.

<< Salve signora. >> Disse la guardia accennando un leggero saluto con la testa.

<< Come sta il nuovo arrivato? >> Chiese. La guardia guardò la porta della stanza e fece spallucce.

<< Non saprei... Non ha mai fatto cenno di voler uscire. >> La guardia portò la mano al cinturone di cuoio e guardo Tanleri pensieroso.

<< Bhe... ha una finestra nella stanza, ma... Non è un prigioniero giusto? Non ha motivo di uscire da li. >> Chiese confuso.

Tanleri gli sorrise e annui. << No non credo, non avrebbe nessun luogo in cui andare comunque. >> Disse con voce tiepida osservando la porta. Poi si rivoltò verso la guardia e la congedò toccandogli la spalla.

Partì per bussare alla porta ma esitò qualche istante.
Ferys se ne stava davanti alla finestra in posizione meditativa. Ginocchi e dorso del piede appoggiati a terra, natiche sui talloni e mani sulle cosce. Glielo aveva insegnato Alf e ci trovava qualcosa di famigliare, inoltre lo rilassava molto e lo aiutava a placare i pensieri.

<< Avanti >> Rispose senza muoversi.

Tanleri entrò, lo guardò e richiuse la porta dietro di se. << Stai meditando? >> Chiese.

<< Si... è una pratica suggeritami da Alf. Funziona. Mi aiuta a calmarmi e... mi fa stare stranamente bene. >> Rispose rialzandosi.

<< Alf era il tuo dottore? Uomo saggio. La meditazione è una pratica cui benefici non vanno sottovalutati. >> Commentò Tanleri osservando la libreria. La stanza non era utilizzata da un po', e benché fosse periodicamente pulita, era presente un leggero strato di polvere. Lei osservò che in molti punti la polvere tradiva il passaggio di un libro.

Quando Ferys si alzò porgendogli il suo sguardo lei ricambiò e gli sorrise. Al contrario del loro primo incontro, quel sorriso diplomatico non lo incantò più cosi tanto, perciò non lo ricambiò.

Il suo spirito ribolliva, confuso ed irritato.

<< Vorrei porgerti le mie scuse. Capisco che gli ultimi eventi possono averti confuso. Ma ora sono qui per rispondere alle tue domande. O perlomeno quelle di cui conosco la risposta. >> Tanleri fece un cenno per chiedere se poteva sedersi. Ferys annui e si sedette a sua volta sul bordo del letto. Una volta accomodati, la maga fece un gesto per indicare che era pronta a rispondere.

Questo banale gesto confuse Ferys che rimase come paralizzato per qualche istante. Ora che il momento era giunto tanto all'improvviso quasi non seppe cosa chiedere.

Un nuovo mondo: La nascita di un guerrieroWhere stories live. Discover now