Affrontare la realtà

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I giorni susseguirono lenti, quasi infiniti e vuoti. La mente di Ferys venne pervasa da innumerevoli emozioni contrastanti e soffocanti. La diga d'apatia che lo proteggeva dalla realtà crollò ben presto e un fiume di paure, agitazione, confusione e smarrimento cresceva sempre di più inondandolo e soffocandolo. Benché inizialmente Alf considerasse queste emozioni come un ritorno alla realtà e una ripresa di se stesso, della sua personalità e della sua persona. Ora, temeva che la sua brusca ripresa potesse devastarlo, rischiando di farlo scendere nella follia e nella disperazione. Badò a lui giorno e notte, aiutandolo come più poteva con ferrea dedizione, ma purtroppo in quella stato c'era ben poco che potesse fare.

Fortunatamente il ragazzo era forte, la sua determinazione e la sua tenacia si rivelarono sbalorditive, nel giro di una settimana, con l'aiuto del dottore, Ferys riuscì ad uscire da quel limbo di follia in cui stava per soccombere. Le sue paure non cessarono affatto ma si placarono abbastanza da permetterli di accettare quella sua nuova realtà. Si sentiva fuori posto, in un mondo che non sentiva suo ovunque guardasse, ovunque si girasse... Nel profondo sentiva che quello non era il luogo a cui apparteneva. Una sensazione che lo tormentava ma che non riusciva a comprendere e piu ci pensava, piu soffriva.
Ma che quello fosse il suo mondo o meno, c'erano determinate cose che trascendevano il luogo e il tempo. Tornato leggermente in se, non poteva negare l'estrema generosità di Alf, per il quale giorno dopo giorno un immenso senso di gratitudine saliva in lui, incapace di comprendere cosa spingesse l'uomo a fare tanto per lui. 

Si sentiva impotente su molti aspetti, ma ora poteva prendere delle decisioni, come evitare di continuare ad essere un peso per il dottore. Poco dopo, iniziò a lavorare insieme a Morin e gli altri pescatori che lo accettarono ben volentieri, in primo luogo per pietà nei suoi confronti. Conoscendo la storia e la condizione del ragazzo i pescatori pretesero ben poco e lo loro aspettative non furono di certo alte. Inoltre date le condizioni del villaggio ogni nuovo aiuto era piu che ben accetto. Infine però il ragazzo seppe guadagnarsi il suo posto. Essendo i pescatori la fonte di sostentamento numero uno, in pochi giorni Ferys iniziò a conoscere gran parte del villaggio.

Dopo solo un paio di giorni, Ferys iniziò a rivelarsi molto utile. La sua capacità di apprendimento era straordinaria e provando un senso di appartenenza che gli distoglieva i pensieri, anche solo per qualche istante, dal suo senso di smarrimento, Ferys dava il massimo di se in ogni momento e qualsiasi cosa facesse. Questa rivelazione e questa capacità di apprendimento attirò l'attenzione di Alf.

Il dottore decise di testare le sue capacità. La sua idea era molto semplice, voleva capire se la sua velocità di apprendimento era dovuta alla sua persona, o se era legata ad eventi ed esperienze passate rimase nel profondo della sua mente. Se fosse stata quest'ultima, avrebbe potuto sfruttare la cosa per stimolare i suoi ricordi.

Alf s'impegnò a far provare al ragazzo ogni sorta di attività o lavoro, ma sfortunatamente la cosa non produsse alcun effetto. Indipendentemente da cosa gli facesse fare, Ferys, quando più quando meno, imparava sempre nel giro di poco con risultati ottimale senza mai però compiere veri e propri progressi a livello di ricordi. Nel giro di due settimane di costanti prove, Alf attribuì la sua capacità alla sua persona e al suo talento e non ad esperienze passate. Un ottima qualità invero, ma non lo avrebbe aiutato a guarire.

Tra le varie attività in cui si inoltrò ci fu una che lo prese particolarmente.
L'allenamento.
Inizialmente, visto le sue ottime condizioni fisiche, Alf sperò che l'addestramento ed il semplice allenamento potessero aiutarlo. Sfortunatamente, nel villaggio non c'era nessuno che possedesse simili competenze da poterlo anche lontanamente addestrarlo. L'unico fu Sigurd, che con gran sorpresa di Ferys e perfino di Alf, si offrì di aiutarlo nell'allenamento. Si limitò a darli qualche dritta, ma tanto bastò al ragazzo. Piu si allenava, piu voleva allenarsi. Dopo circa una settimana, Alf concluse che neppure ciò lo avrebbe aiutato a recuperare la memoria. Ma per il ragazzo l'allenamento era diventato quasi una salvezza. Non sapeva perchè e per una volta nemmeno voleva saperlo, ma ogni volta che si allenava si sentiva libero. Forte. Forse non era qualcosa legato alla sua vita dimenticata ma al fatto che allenandosi in lui nasceva quella ferrea sicurezza, che se fosse diventato abbastanza forte tutto il resto non contava. Nella sua testa nacque un nuovo pensiero fisso. Diventare abbastanza forte da non temere piu niente. Da sconfiggere la paura stessa.

<< Ti sei allenato anche oggi? >> Chiese Alf. L'uomo sedeva comodamente sulla poltrona davanti al camino, intento a leggere uno dei suoi tanti libri. Ferys era appena entrato, grondante di sudore e coi brividi dovuti al freddo. 
<< Si... allenarmi mi fa stare bene. >> Rispose con un leggero sorriso togliendosi il cappotto.
Al lato della stanza il tavolo era apparecchiato con il cibo caldo ancora fumante su di esso. Al ragazzo venne l'acquolina. ma si sentiva anche estremamente in colpa, Alf si rifiutava di essere pagato ed era ormai piu di una settimana che offriva vitto e alloggio al ragazzo.
<< Posso capirlo, ma non esagerare. Forse cosi alleggerisci i tuoi pensieri, ma rischi di ammalarti e di farti male. Inoltre un buon allenamento richiede anche un buon riposo. >> Affermò chiudendo il libro e alzandosi, intento a sedersi a tavola.
Ferys annuì e ad un cenno del dottore, si sedette a sua volta al tavolo. 
Come ogni sera, i due parlarono per ore davanti ad un buon pasto caldo. In una calda stanza. Con l'immensa gentilezza del dottore.
Anche questo alleggeriva l'oscurità che incombeva nel suo cuore.


Col passare dei giorni e delle settimane per molti abitanti abitanti Ferys divenne una presenza fissa, un semplice ragazzo gentile e un gran lavoratore, in pochi si chiesero chi fosse veramente. Anche il ragazzo si abituò e si affezionò a quelle persone, ci furono dei giorni e degli attimi in cui le tenebre che appesantivano il suo cuore svanirono. Ma era solo un attimo di illusione, per quanto si sforzasse, le tenebre tornavano sempre, ogni sera, in ogni momento di solitudine... in ogni momento di riflessione, nascoste dietro ogni pensiero. Non sarebbe mai finita e quando se ne rese davvero conto arrivò ad un unica soluzione, partire.

Venne a sapere che una volta al mese, una carovana coraggiosa si spinge fino al villaggio di Kosnud, l'ultimo baluardo di comunicazione tra il villaggio e la capitale. Quella sarebbe stata l'unica possibilità per Ferys di raggiungere la capitale e sperare di ottenere delle risposte. Altrimenti avrebbe dovuto aspettare almeno un altro mese. Per quanto possibile, mise da parte il suo guadagno per potersi pagare il viaggio. Lavorò instancabilmente con i pescatori e la sera aiutava Sigurd nella locanda, in cambio di un posto in cui dormire. Quando esaurì le risorse e le idee, Alf rimase profondamente dispiaciuto per non averlo potuto aiutare, per non essere stato in grado di darli delle risposte, ma Ferys non poteva che esserli che eternamente grato per tutto ciò che aveva fatto per lui, cosi come Morin, Sigurd e tutti gli altri membri di quel piccolo villaggio, che forse anche senza rendersene conto, lo avevano tirato fuori dalle tenebre abbastanza a lungo da permetterli di risorgere.

Quando giunse il momento, in molti si radunarono per salutarlo. Morin gli permise di tenere la canna da pesca che usò per tutto il mese, Sigurd gli diede dei viveri per il viaggio accompagnando il dono con smorfie e battute per camuffare la sua generosità, Alf gli fece un lungo discorso dandogli consigli e suggerimenti su come eventualmente continuare la sua cura. Ma cosa più importante, gli cedette un libro, un diario per l'esattezza, dove aveva trascritto tutte, o la maggior parte, delle sue conoscenze mediche. Gli disse, con tono triste e amaro, che nel villaggio non era presente nessuno che potesse prendere il suo ruolo di medico, nessuno a cui passare la sua eredità. Perciò decise di cedere il suo diario a lui, nella speranza che possa esserli utile ed annuì ad una lontana speranza che il ragazzo potesse far ritorno tra di loro un giorno. In quel piccolo villaggio. Tra di loro che quasi sembrarono una famiglia.

Un giorno.

Un nuovo mondo: La nascita di un guerrieroWo Geschichten leben. Entdecke jetzt