Capitolo 26

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Capitolo 26: Alessandra Ciccariello

«Matti, tesoro, perché piangi?!» la voce di Carola arriva alle mie spalle, mi volto verso di lei e mi tuffo tra le sue braccia.

«Ehi, ci sono qua io con te. Vieni, andiamo dagli altri, e ci spieghi cosa sta succedendo.» mi prende per mano e mi trascina in una sala.

I ragazzi sono seduti per terra, in cerchio. Li raggiungiamo e ci sediamo, sui loro visi appaiono espressioni confuse e preoccupate.

«Ehi, cosa succede?» mi chiede Cosmary.

Passa qualche minuto, e quando mi calmo tiro fuori i miei pensieri e le mie emozioni. Ho bisogno di parlarne con qualcuno, e se non lo faccio potrei implodere.

«In questo mese ho capito che... mi sono innamorato di Christian. Tutto ciò che provavo in sua presenza non poteva altro che essere... amore.»

Faccio un respiro profondo e poi continuo.

«Come uno stupido mi sono innamorato della persona sbagliata. Ho dato vita a speranze destinate a morire. Quando lui era gentile, affettuoso, protettivo, speravo che mi guardasse con occhi diversi. Speravo che mi guardasse come un amico, e non come un estraneo. Eppure non è così. In questo mese lui non mi ha cercato, né una chiamata né un messaggio. Pensavo che lo avrebbe fatto dopo avermi consolato il giorno della mia partenza. Mi sbagliavo. Christian... mi ha fatto sentire speciale, amato, importante. Ed io mi sono solamente illuso, ho costruito castelli in aria. Speravo di essere riuscito ad abbattere quel muro che ha costruito intorno a sé, speravo di aver demolito quella barriera fatta di odio, rabbia, e freddezza, speravo di essere entrato nel suo cuore, almeno un pochino. Ma non è così.»

Finisco il mio discorso e seguono attimi di silenzio. Carola mette una mano sulla mia schiena, e inizia a lasciarmi delle dolci e lenti carezze.

«Prima... ho visto che lui e una ragazza si stavano baciando. Per questo sono scoppiato a piangere.» abbasso gli occhi sul pavimento, trovandolo improvvisamente interessante.

«Oh, tesoro. Ci dispiace così tanto.» Serena viene verso di me e mi lascia un bacio sui capelli.

«Non importa... voi, sapete per caso... qualcosa?»

«Lei si chiama Alessandra, come noi è una cantante. Una sera siamo stati in discoteca. Christian e lei si sono conosciuti li. Da quel momento hanno iniziato ad uscire insieme, fino a quando Christian ci ha detto che si sono fidanzati.» dice Luca.

Annuisco. Non ho molto da dire, non posso fare altro che accettare che finalmente qualcuno sia riuscito ad entrare nel cuore di Christian. Gli auguro di essere felice con questa ragazza e che la loro relazione possa durare a lungo.

«Dai, andiamo. Anna ci aveva detto che Alessandra voleva farci sentire la sua canzone.» dice Carola alzandosi in piedi.

Ci alziamo tutti quanti e usciamo dalla sala. Andiamo nella sala principale e ci sediamo per terra, vediamo Anna mettere un'asta con il microfono davanti a noi. Christian si posiziona sul lato destro della sala.

«Allora ragazzi, come vi ho già detto Alessandra ci presenterà la sua nuova canzone. Come si chiama la canzone, cara?» dice Anna rivolgendosi prima a noi e poi ad Alessandra.

«Si chiama Due Minuti.»

«Bene. Puoi iniziare a cantare.» Anna mette la base e la ragazza inizia a cantare.

Io mantengo lo sguardo a terra, non ho il coraggio di guardare lo sguardo innamorato che Christian rivolge a lei. Faccio un sospiro e appoggio la testa sulla spalla di Carola. Lei porta subito una mano nei miei capelli, e li inizia ad accarezzare dolcemente.

Dopo pochissimo tempo, Alessandra ha finito di cantare. Anna si avvicina a lei sorridendo.

«Sei stata brava tesoro. Ora, che ne dici di scoprire cosa ne pensano i ragazzi?»

Alessandra annuisce entusiasta. Fa vagare il suo sguardo su di noi, negli occhi si leggere la speranza di ricevere dei commenti positivi.

«Se fosse possibile, prima vorrei sapere cosa ne pensa il mio ragazzo.» dice voltandosi verso Christian.

Inevitabilmente il mio sguardo cade su Christian, dal suo viso non traspare nessuna emozione. I suoi occhi sono freddi come sempre.

«Carina.» si limita a dire.

Possibile che lui sia freddo anche con la sua ragazza? Eppure non mi sembrava quando prima le ficcava la lingua in gola.

Alessandra gli sorride e poi riporta il suo sguardo su di noi.

«Orecchiabile.» dice Alex.

«Carina.» dice Albe.

E così via.

«Bene, ora potete tornare nelle sale.» dice Anna sorridendoci.

Ci alziamo tutti quanti in piedi e vediamo Alessandra posare la chitarra e correre da Christian. Distolgo subito lo sguardo da loro.

«Raga, io torno a casa.» dico facendo loro un piccolo sorriso.

«Sei sicuro?» mi chiede Serena.

Annuisco e poi vado da Anna.

«Anna, se non ti dispiace vorrei tornare a casa.»

«Che hai tesoro?»

«Sono solamente un po' stanco.»

«D'accordo. Christian, puoi accompagnare Mattia a casa?»

«Oh no, non c'è bisogno. Prenderò un taxi.» dico prima che Christian potesse rispondere. Non è una buona idea rimanere da solo con lui.

«Ma no, ti accompagna lui.»

«No davvero, non c'è bisogno. Non voglio disturbarlo. E poi dovrebbe andare a lezione, no?»

«Christian tra mezz'ora farà lezione ai bambini, quindi può tranquillamente accompagnarti.»

«Anna davvero, non c'è-»

«Prendi la valigia e muoviti.» dice Christian uscendo da scuola.

Sospiro e vado a recuperare la valigia. Saluto Anna e i ragazzi ed esco da scuola. Raggiungo Christian, che ha aperto il cofano. Metto dentro la valigia e lui richiude il cofano. Entriamo in macchina e il viaggio è silenzioso.

Meglio così, non credo di avere le forze per affrontare un discorso con lui. Appoggio la testa al finestrino e mi perdo nei miei pensieri.

Se c'è una cosa che può aiutarmi a liberare la mente, a tirare fuori le mie emozioni è la danza. Da ora in poi mi concentrerò solo ed esclusivamente sulla danza. E se sarà necessario resterò anche fino alle tre di notte a ballare, pur di non pensare a nulla.

Sospiro e mi massaggio le tempie. L'unica cosa che voglio fare una volta arrivato a casa sarà buttarmi sul letto e dormire fino a domani.

«Siamo arrivati.» la sua voce mi fa destare dai miei pensieri. Annuisco e scendo dalla macchina. Apro il cofano e prendo la valigia. Lo richiudo e mi affaccio al finestrino.

«Non dovevi, ma grazie per il passaggio.» e senza dargli il tempo di rispondere mi volto e rientro a casa.

Salgo le scale e vado in quella che è tornata ad essere la mia stanza. Poso la valigia sul letto, la apro e inizio a posare tutti i miei vestiti nell'armadio, lasciando fuori il pigiama. Una volta finito poso la valigia in un angolo della stanza.

Mi spoglio e indosso il pigiama. Mi stendo sul letto e in un attimo mi addormento.

The Sun And The Moon||ZenzonelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora