Capitolo 23

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Capitolo 23: Visite Inaspettate

[Salto temporale]
Una settimana dopo

Qualcuno bussa alla porta, interrompendo la lezione. Questa viene aperta e appare una ragazza un po' bassina, con i capelli rossi e con indosso un completo per la lezione di danza classica.

«Salve, scusate se interrompo la lezione, ma ci sono due persone per Mattia.»

«Va bene. Grazie per averci avvisato. La lezione la possiamo finire qua, tanto mancava solamente mezz'ora e avremmo finito comunque. Ci vediamo domani.»

«A domani!»

Prendo il borsone e vado negli spogliatoi, mi faccio una doccia veloce e poi indosso il cambio. Esco dagli spogliatoi e vado nella sala principale, e proprio davanti a me vedo i miei genitori.

«Mamma, papà... che ci fate qua?!» esclamo incredulo. Non pensavo sarebbero venuti a Bergamo. E una strana sensazione inizia a crescere dentro di me. Non so cosa possa essere, ma so solo che non è nulla di positivo.

«Siamo venuti a prenderti. Torniamo a Bari.» dice mio padre sorridendo e dandomi una pacca sulla spalla.

«Che cosa?! Vi avevo detto che non sarei tornato a Bari. Ho intenzione di fare quello spettacolo. Sono solamente due giorni, cosa vi costa aspettare?!»

«Matti, sai benissimo che le feste dobbiamo passarle in famiglia. Alla vigilia e a Natale saremo dagli zii, e tu non puoi mancare.»

«Io non ci vengo. Ho uno spettacolo da fare.»

Sento gli sguardi degli altri addosso, e con la coda dell'occhio vedo che mi stanno guardando anche i ragazzi, Christian e Anna, e ciò non va bene. Odio dover discutere con i miei davanti alle persone, che sono sempre pronte a giudicare e criticare senza sapere nulla.

«Tu lascerai questa scuola, e tornerai a Bari.» dice papà puntandomi un dito contro.

«Che cosa?! State scherzando spero! Io non lascerò questa scuola. Perché non volete capire che voglio ballare? Che nella mia vita voglio fare il ballerino? Che voglio viaggiare per il mondo con una compagnia di ballo?»

«Te lo abbiamo già detto, è solo una perdita di tempo. Forza, andiamo. Devi recuperare le tue cose e poi prenderemo il primo volo per Bari.»

«No. Ve l'ho già detto e ve lo ripeto, io non ci vengo.»

«Mattia! Tu obbedirai ai miei ordini.» è la prima volta che mio padre alza la voce con me. Faccio un passo indietro, e gli occhi mi si fanno lucidi.

Quindi è così che deve finire? Devo veramente abbandonare il mio sogno? Devo veramente smettere di ballare? Di fare ciò che amo?

«Salve, io sono Anna la preside e la proprietaria della scuola. Voi siete?» alzo lo sguardo e vedo Anna vicino a me. Lei porge la mano ai miei genitori, e loro ricambiano la stretta.

«Francesco Zenzola. Sono il padre di Mattia.»

«Giulia, la mamma.»

«É un piacere conoscervi. Che ne dite di venire a parlare tranquillamente nel mio ufficio? Così non disturbiamo i ragazzi che stanno facendo lezione.»

I miei annuiscono e ci dirigiamo verso l'ufficio di Anna, ma prima che io potessi entrare sento qualcuno prendermi dal polso. Mi volto e vedo Christian.

«Mamma, lui resta un attimo con me. Devo parlargli, tra poco veniamo.»

Anna annuisce e chiude la porta. Christian mi trascina fuori la scuola e ci sediamo su una panchina lì vicino. Mi volto verso Christian e lui lascia la presa sul mio polso.

The Sun And The Moon||ZenzonelliWhere stories live. Discover now