Capitolo 21

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Capitolo 21: Problemi A Lavoro

Scendo di corsa le scale, nel disperato bisogno di trovare Anna o Ivan e chiedere loro un passaggio per lavoro, altrimenti rischio di arrivare tardi. Arrivo in cucina ma oltre Christian non c'è nessuno.

«Buongiorno Chri. Per caso Anna o Ivan sono ancora a casa?»

«Giorno. No, perché?»

«Ho disperatamente bisogno di un passaggio per andare a lavoro, o rischio di fare tardi. Potrei prendere un taxi, ma farò tardi. Volevo chiedere un passaggio ad Anna o a Ivan.»

In questo momento credo di essere il ritratto della disperazione, perché vedo Christian che cerca di nascondere delle risate.

«Ti accompagno io, mi cambio e arrivo.»

Annuisco e lui va al piano di sopra, dopo avermi scompigliato i capelli. Dannato Stefanelli!

Passo il tempo sistemando la cucina, e dopo dieci minuti Christian entra in cucina.

«Andiamo.»

Usciamo di casa ed entriamo in auto. Per fortuna arrivo in tempo a lavoro, scendo dall'auto e dopo aver ringraziato Christian entro nel bar.

Pensavo di vedere Martina dietro il bancone ma non c'è. Indosso il grembiule e poi busso alla porta di Nicolò.

«Buongiorno Matti!»

«Buongiorno. Sa per caso come mai non c'è Martina?»

Sii formale Mattia. Se sarai formale lui non ci proverà con te.

Mi ripeto queste parole nella mente come un mantra, nella speranza che si possano avverare.

«Martina oggi non è potuta venire. Perciò dovrai occuparti tu del bar, ogni tanto verrò a controllare la situazione e ti darò una mano se sarai in difficoltà.»

«Va bene. A più tardi.»

Esco dal suo ufficio, e vado a cambiare il cartellino da "close" a "open".

Mi posiziono dietro il bancone e aspetto che entrino i clienti. I primi clienti entrano e prendo le loro ordinazioni, torno dietro il bancone e inizio a preparare il vassoio.

E così passo la mattinata, a prendere ordini, preparare le ordinazioni e servire ai clienti. Arriva finalmente la pausa e tiro un sospiro di sollievo. Fare tutto da solo non è per niente facile. E Nicolò non è stato d'aiuto. Si è limitato a osservarmi mentre lavoravo.

E a proposito di quest'ultimo, proprio ora è uscito dal suo ufficio.

«Sei andato benissimo Matti. Puoi farmi un favore? Gira il cartellino e mettilo su "close."»

Faccio come dice e torno dietro il bancone.

«Vieni con me, nel mio ufficio.»

Lo seguo e chiude la porta alle sue spalle, facendo un giro di chiave. Oh no, questa cosa non va bene. Ma per niente.

«Siccome qua dentro siamo solo io e te, pensavo che potremmo fare qualcosa.» il suo tono di voce si abbassa, diventando così un sussurro. Si posiziona dietro di me e avvolge la mia vita con le sue braccia.

Cerco di fuggire dalle sue braccia ma lui rafforza la presa.

«Fermo, bimbetto. Ci potremmo divertire.»

«No, grazie. Devo tornare a lavoro.»

Le sue mani vanno sotto la mia felpa, e iniziano ad accarezzare il mio corpo. Mi irridisco e porto le mie mani sulle braccia di Nicolò, nel tentativo di allontanarlo da me.

The Sun And The Moon||ZenzonelliWhere stories live. Discover now