Capitolo 10

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Capitolo 10: Casa Stefanelli

E adesso dove dovrei andare? Sono rimasto ufficialmente senza un luogo dove poter stare. Non potevo più rimanere in hotel, perciò ho utilizzato ciò che mi era rimasto per pagare il mio pernottamento di queste due settimane.

Per fortuna mi sono rimasti i soldi per pagare il taxi. Adesso mi trovo nell'autovettura, e sto andando alla scuola. Forse potrei chiedere ad Anna se conosce qualche posto in cui potrei stare. Arrivo a scuola e pago il tassista. Fuori il cortile vedo i ragazzi.

«Ciao raga!»

«Ciao Matti!»

«Perché hai quella valigia con te?» chiede Alex indicando il bagaglio accanto a me.

«Oh, ehm... poi vi spiego dopo. Sapete per caso dove sta Anna? Dovrei chiederle una cosa?»

«Sono qua, dietro di te!» faccio un sobbalzo per lo spavento e gli altri scoppiano a ridere.

«Anna, mi hai spaventato!» dico unendomi alle risate dei miei amici.

«Cosa devi chiedermi tesoro?»

«Io... Sto cercando un posto dove stare...»

«Ma scusa, non vivi con i tuoi?» mi chiede Carola confusa.

«No. La verità è che io sono venuto qua a Bergamo da solo. La mia famiglia sta a Bari.»

«E perché?» domanda Serena.

«I miei genitori non hanno mai voluto che io facessi danza, ritengono che sia una perdita di tempo. Quando trovai il sito della scuola glielo mostrai, ma loro non ne vollero sapere niente. Capendo che da loro non avrei avuto alcun tipo di aiuto sono venuto qua da solo. Per tutto questo tempo sono stato in hotel. Ma ora ho dovuto lasciare l'hotel perché non ho più i soldi per continuare a pernottare lì. È anche per questo motivo che ho trovato lavoro. Ma adesso, non ho più un luogo dove stare. E volevo chiedere ad Anna se conoscesse qualche posto dove io potessi stare temporaneamente.»

«Oh tesoro! Perché non lo hai detto prima?!» esclama Anna.

«Perché avevo paura di essere giudicato.»

Abbasso lo sguardo, puntandolo a terra. Per tutta la vita i miei genitori hanno sempre giudicato la mia scelta di diventare un ballerino, e adesso mi ritrovo ad aver paura del giudizio della gente. Anche se non dovrei, anche se dovrei fregarmene di ciò che la gente ha da dire. Eppure non riesco a rimanere indifferente.

«Tesoro.» sento due dita alzarmi il mento, incontro immediatamente lo sguardo dolce e premuroso di Anna.

«Qua non ti giudica nessuno. Di noi ti puoi fidare. I tuoi genitori devono solamente capire che ballare è ciò che ti fa stare bene. Col tempo lo capiranno. Con noi puoi essere libero di essere te stesso.»

Bastarono quelle parole e una dolce carezza di Anna sulla guancia per farmi scoppiare a piangere. Anna mi strinse in un abbraccio ed io buttai fuori tutto ciò che tenevo dentro. Quando mi calmai Anna mi asciugò le lacrime.

«Non piangere tesoro. Ora non pensare ai tuoi. Il posto dove stare te lo do io. Puoi venire a vivere a casa mia.»

La guardo incredulo. Mi stava davvero proponendo di andare a vivere a casa sua?!

«C-cosa? No Anna, non posso accettare. Sarei solamente di disturbo.»

«Non sei di disturbo Matti. A casa ho una stanza degli ospiti inutilizzata. Quella potrà diventare la tua camera. Dammi la valigia, la metto nella mia auto.»

Senza obiettare, anche perché sarebbe stato inutile, faccio un cenno del capo e do ad Anna la mia valigia. Nel frattempo noi entriamo e al suono della campanella andiamo nelle rispettive sale.

The Sun And The Moon||ZenzonelliWhere stories live. Discover now