58. Half love, half regret

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Anche lui annuisce, ma la sua testa è decisamente più pesante. «Capisco».

Resto in silenzio, perché la mia intenzione non è sicuramente quella di avviare una conversazione con il mio ex, soprattutto non qui e non sapendo che c'è Scott da qualche parte alle mie spalle. Non è perché voglia nascondergli qualcosa, ma preferisco evitare strane situazioni che non mi sono nemmeno cercata. Quindi, adesso congedo Asher e scappo via dalla mia migliore amica.

Ho le parole sulla punta della lingua, ma lui mi interrompe. «So che presto partirai per New York. Wow, che cambiamento!».

«Sì, proprio un bel cambiamento».

«Quando parti?».

«Tra poco più di una settimana».

«Cazzo, è prestissimo» esclama, un po' troppo forte. «Immagino tu abbia già preparato tutto. Che strano sapere che non sarai più qui a Santa Monica».

Mi stringo nelle spalle e dondolo sui talloni, «Prima o poi bisogna rischiare. New York è la mia scelta migliore».

Beve un sorso del suo drink e solo ora lo guardo negli occhi. Sono socchiusi ma posso distinguere chiaramente il rossore delle pupille. Deglutisco, trattenendo una smorfia.
Asher ha sempre avuto il brutto vizio di ubriacarsi ogni volta che uscivamo in compagnia. Vedo che non è cambiato molto in questo tempo.

«In che università sei entrata?».

«Columbia».

«Cazzo! Roba da snob, eh?».

Distolgo lo sguardo, irritata. «Non lo so, ci devo ancora andare».

C'è una pausa di silenzio imbarazzante in cui io vorrei andarmene ma lui riesce ad incollarmi al pavimento con il suo sguardo forte, quindi rimango immobile, ad aspettare che parli di nuovo, perché sicuramente lo farà.

«Era scontato che saresti entrata in qualsiasi università» si stringe nelle spalle.

Mi sforzo di ridacchiare, «Non è vero».

«Io invece ho deciso di non andare all'università. Inizio a lavorare da papà e poi si vedrà» parla, «Spero di trovare qualcosa in zona che non sia direttamente gestito da mio padre, altrimenti mi tocca scappare dalla California» ride, quindi sorrido per cortesia.

In fondo stiamo solo parlando. Non c'è nulla di male e nonostante il disagio, conosco Asher e so gestirlo.

«Beh... inizia e vedi come ti trovi. Magari poi cambi idea sull'università».

Arriccia il naso, «Non credo. Sei sempre stata tu la cervellona, sai che non mi è mai piaciuto studiare. Anzi, lo odio».

«Le cose possono sempre cambiare, soprattutto se trovi la facoltà che ti interessa veramente. È un bel investimento per il futuro. Dovresti pensarci meglio».

Infila una mano nella tasca, annuendo soprappensiero. «Hai ragione» mi asseconda, «Sai sempre come convincermi a fare qualcosa, Amanda. Non ho idea di come tu faccia, però».

Sbarro gli occhi e per poco non gli tossisco in faccia. Assumo un'espressione tirata per non dargli visione della mia incredulità, ma sono sicura che lo sgomento è traducibile da ogni cellula del mio corpo.

PATENTE E LIBRETTO, SIGNORINA.Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt