Capitolo 23

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Erano passati due giorni e Nathan non era più attaccato al respiratore. C'erano molte possibilità che si risvegliasse.
Anna aveva ospitato me e Lorenzo a casa sua. A me aveva prestato dei vestiti e a Lorenzo glieli aveva prestati Tommaso. Per fortuna avevo nelle persone che mi aiutavano.
Ero lì, stavo stringendo la mano di Nathan quando lui ricambió la stretta e poi, lentamente, aprì gli occhi.
Io sgranai gli occhi. Lui fece per parlare, ma io corsi subito a chiamare un dottore.
Quando il dottore insieme a due infermiere arrivarono, mi lasciarono fuori con Lorenzo ad aspettare.
Ero così felice, finalmente si era ripreso.
Dopo poco ci raggiunse un infermiere e avea una faccia dispiaciuta, come se avesse dovuto dirci qualcosa di brutto.
Ma cosa? Nathan si era svegliato, non era una brutta notizia.

-4 anni dopo-
Okay, ora sono qui. Sono a Milano e mi trovo abbastanza bene. Vivo ogni giorno di corsa, ho fatto in modo di non avere tempo libero. Non voglio dare spazio ai miei pensieri. Ogni tanto comunque mi sento con Anna, Tommaso e Lorenzo.
Peró manca sempre qualcosa...qualcuno...
Dopo tre giorni dal risveglio di Nathan me ne sono tornata a Roma con il cuore a pezzi. Aveva perso la memoria, più precisamente non si ricordava degli ultimi cinque anni. Ho cercato di spiegargli chi ero, ma mi ha mandato via. I dottori mi hanno consigliato di andarmene per la mia strada, Nathan si sarebbe fatto sentire quando avrebbe recuperato la memoria, ma io sono ancora qui che aspetto.
Mi sveglio ogni mattina alle 7.00 e lavoro fino a tardi. Faccio la giornalista. Cerco sempre di avere un sacco di lavoro, é un miracolo se riesco ad avere il tempo per mangiare. Tommaso e Anna sono i miei vicini di casa e spesso mi portano da mangiare. Anna mi ha detto per telefono, dopo un mese che ero tornata a Roma, che Nathan si era trasferito a Napoli. Quella notizia mi aveva spezzato il cuore, e me lo spezza anche solo il ricordo.
Qualcuno suona il citofono, vado ad aprire. É Lorenzo.
"Ehi ciao, che ci fai qui?" gli domando io sospettosa. Lui vive a Roma, e Roma e Milano non sono molto vicine.
"Scusa se disturbo, vuoi che vada?"
Scuoto la testa:"Entra dai."
"Brava stellina." dice entrando, il vizio di chiamarmi stellina non l'ha mai perso.
"Cristo, e poi dicono che sono i ragazzi quelli disordinati!" esclama entrando in cucina.
"Sentimi, non ho molto tempo per badare all'ordine di casa. Se non ti va bene pulisci tu."
"Nono, a me va benissimo. E poi io non sono molto bravo con le pulizie."
"Guarda, non l'avrei mai detto!"
Entrambi scoppiamo a ridere. Mi ricordo di tutte le volte che ero andata a dormire da lui e del caos che aveva in girò per la casa. Ma a me non importava, preferivo che si prendesse cura di me.
"Posso fermarmi qui un paio di giorni?" mi domanda.
"Certo."
"Perfetto." dice uscendo dalla porta e rientrando con una valigia.
"Per tutto il tempo che staró qui dovró parlare col muro o avró l'onore di stare un pò con te?" mi domanda lui.
"Non lo so...dovrei lavorare..."
"Cristo, lavori sempre! Dai, prenditi un paio di giorni di malattia. Il tuo capo sono sicuro che non ti dirà niente, non hai mai fatto nemmeno le ferie!"
"Ma..."
Lui mi guarda male e io sospirando dissi:"D'accordo...ma solo perché sei tu..."
Lui mi sorride dolcemente:"Brava ragazza."
Prendo il cellulare e mentre conpongo il numero del mio posto di lavoro ricevo una chiamata.
"Pronto?" rispondo io.
"Ciao tesoro, siamo nella merda. Ti prego, ti prego, devi andare a Genova. Hai presente l'intervista che doveva fare Maria? Sta male e non puó, ti prego, vacci tu..."
Guardo Lorenzo e dico:"D'accordo, ma con me viene anche un'altra persona."
"Tutto quello che vuoi dolcezza." dice il mio capo riattaccando.
"Lorenzo, andiamo a Genova."
"Mitico, e il viaggio..."
"Tutto pagato."
"Mitico!" esclama con molto entusiasmo.
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Che ne dite?❤
E scusate il ritardo ma ieri sera non ho potuto ❤❤❤

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