Capitolo 4

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"Ho notato che in classe sei sempre con lo sguardo fuori dalla finestra..."
"Già, certe lezioni sono veramente noiose..." dissi io sospirando.
"Evvai! Allora anche tu la pensi come me!" esultó lui.
Io mi misi a ridere e poi dissi:"E tu perché stai sempre sulle tue?"
"Perché mi sono stufato di fare il cagnolino ubbidiente, l'anno scorso mi hanno fatto soffrire tantissimo, per questo non riuscivo a concentrarmi e allora sono stato bocciato, ma quest'anno sarà diverso."
"Ma...sei fidanzato?" domandai io un pò curiosa.
"Io? Ma ti pare! Ma...perché me lo chiedi? Per caso ti interesso?"
Io lo fulminai con lo sguardo e dissi:"No, peró sei un bel ragazzo e tante ti corrono dietro e tu nemmeno le guardi..."
"Perché quelle oche vogliono solo sfruttarmi, mi porterebbero solo guai."
"Sai, non hai tutti i torti..." dissi io.
Lui sbuffó e disse:"Secondo me non smette più di piovere...Facciamo una corsa?"
"Va bene, non abito tanto lontano."
Presi un borsa e Nathan prese l'altra e poi uscimmo dal supermercato.
Inziai a correre più veloce che potevo con Nathan che mi seguiva dietro.
Dopo circa trr minuti eravamo davanti a casa mia.
Entrammo e andammo in cucina dove appoggiammo le borse. Poi ci sedemmo sulle sedie.
Eravamo fradici, avevamo il fiatone e io avevo i capelli in un casino totale.
"Oh Madonna, andate ad asciugarvi o vi ammalerete!" esclamó mia mamma quando ci vide.
Quando ripresi un pò di fiato dissi:"Va bene."
Accompagnai Nathan in camera mia e io andai in bagno a cambiarmi.
Poi presi il phone e tornai in camera.
Nathan era seduto sulla mia sedia senza la maglietta, non era niente male.
"Se vuoi chiedo a mia mamma se mio papà ha dei vestiti che possono andarti bene..."
"No fa niente, grazie."
Attaccai il phone alla presa e iniziai ad asciugarmi i capelli, quando ero circa a metà del lavoro deviai il getto d'aria calda sui capelli di Nathan.
"Che tempaccio!" commentai io cercando di coprire il rumore del phone.
Lui annuii.
Quando fummo un pò più asciutti spensi il phone.
Nathan guardó l'ora sul suo telefono e disse:"Forse é megli che vada..."
Prese la sua maglietta ancora mezza bagnata e la indossó.
Io lo accompagniai all'ingresso, poi salitó mia madre e prima che potesse uscire gli passai un ombrello e dissi:"Me lo ridai domani, d'accordo?"
Lui annuì e dopo avermi salutata se ne andó.
Quando raggiunsi mia mamma in cucina lei mi guardó e poi disse:"Il tuo nuovo ragazzo non é niente male..."
"Ma mamma! E comunque non é il mio ragazzo!"
"Stai ancora con quello stronzo?" mi domandó sgranando gli occhi.
Io scossi la testa e poi andando in camera mia urlai:"Ma solo io non mi sono accorta che Matteo é un grande stronzo?!?"

Il giorno dopo feci la solita routine e poi andai a scuola.
Era nuvoloso e per non rischiare di inzupparmi presi l'ombrello.
Quando arrivai a scuola Nathan mi raggiunse.
"Ecco a te." disse porgendomi l'ombrello che gli avevo prestato.
"Comunque buongiorno." dissi io.
"Buongiorno." si voltó e si allontanó.
"GIULIA!" con lo sguardo cercai chi mi aveva chiamata e poi vidi Anna che correva verso di me.
"Ehi ciao...come va tra te e Nathan?"
"Emm...come al solito?"
"Che pazienza che ho con te...Comunque é ufficiale, oggi uccido Matteo per quello che ti ha fatto. Guarda, é proprio lì." guardai nella direzione in cui stava indicando e lo vidi con la sua nuova ragazza.
Fermai Anna prima che potesse fare qualche cavolata e andai io da Matteo.
Senza dire niente lo presi per un braccio e lo tirai in dislarte.
"Che vuoi?" mi domandó lui seccato.
"Ti lasceró in pace, lo giuro, ma dimmi perché mi hai fatto tutto questo."
"Eri una scommessa, dovevo solo portarti a letto. Peró con te era dura e allora ho mollato. Tanto non ne vali la pena, non sei abbastanza. Ti sei mai guardata realmente allo specchio?"
Rimasi in silenzio e lui se ne tornó dai suoi amici. Anna mi raggiunse e mi abbracció. Non scoppiai a piangere anche se avrei tanto voluto. Non volevo essere fragile davanti a quell'idiota.
Quando entrammo in classe Anna si allontanó da me e andó da Matteo, e gli tiró uno schiaffo forte sulla guancia sinistra e poi gli urló:"Sei solo un coglione!"
E poi so accomodó al suo posto.
Matteo rimase spiazzato, ma quando tutti iniziarono a deriderlo lui so arrabbió parecchio. Poi entró Nathan seguito dal prof di matematica.
Quando andai al mio posto mi sedetti di peso e appoggiai la testa sul banco.
Le parole di Matteo mi avevano fatto tanto male, troppo.
Non ero abbastanza, non valevo la pena di tanti sforzi. Probabilmente ero anche uno sbaglio, uno scherzo della natura per Matteo.
Nathan si giró e mi chiese i compiti come al solito, ma io lo ignorai.
La durezza con cui Matteo mi aveva travolta con quelle parole così aggressive e offensive mi aveva creato un'altra ferita.
Aveva trovato un modo per farmi ancora del male.
"Ma che cosa ti prende?" mi domandó alla fine Nathan.
"Lasciami in pace." sussurrai io e luo fece come gli avevo detto.

Durante l'intervallo mi chiusi dentro il bagno e iniziai a riflettere. Non era proprio un posto bellissimo, ma almeno nessuno mi avrebbe disturbata.
Poi ragionai su di me. Non mi ero mai posta il problema dell'aspetto esteriore.
Non ero abbastanza magra? Dovevo essere più alta? O più bassa? Che cosa c'era che non andava? O forse il mio comportamento non andava bene, forse non dovevo semplicemente essere me stessa. O forse sia dentro che fuori ero uno sbaglio irreparabile,...
Suonó la campanella e io lentamente rientrai in classe.
"Ti ho cercata dappertutto, ma dov'eri?!?" mi domandó Anna appena mi vide.
"In bagno..."
Andai al mio posto, presi un quadernino e iniziai a pasticciarlo scrivendo e disegnando tutto ció che mi passava per la mente. Fino alla fine della scuola ero stata distratta dai miei pensieri e dalle parole di Matteo.
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Allora...ne sto postando così tanti di capitoli perché questa storia la sto postando anche su instagram e voglio farla arrivare alla pari...Poi inizieró a postare qui i capitoli circa ogni giorno. Non di più ❤❤

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