Capitolo 19

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Quando uscii da scuola andai incontro a Nathan e lo abbracciai.
Lorenzo mu seguì.
"Ma te sei la sua guardia del corpo?" gli domandó Nathan.
"Che cavolo vuoi? Non ho voglia di parlarti...Giulia, ti va di venire una festa?"
Gli feci il dito medio.
Nathan scoppió a ridere e disse:"Ehi, se vuoi vengo anch'io alla festa."
"Ma Nathan!" protestai io.
"D'accordo." rispose Lorenzo, poi aggiunse:"Stasera alle 21.00 al parco abbandonato dietro alla scuola."
Nathan annuì.
"Ci vediamo!" disse Lorenzo andandosene.
"Ma che ti é saltato in testa?" domandai a Nathan.
"Non mi sembra un cattivo ragazzo."
Lo fulminai subito con lo sguardo.
Lui alzó le mani al cielo in segno di resa e poi disse:"Scusa..."
Mi attiró a se e mi bació.
Con le labbra appoggiate alle mie labbra disse:"Nessuno nasce cattivo. E spesso qualcuno diventa cattivo a causa delle persone..."
Appoggió le mani sui miei fianchi e mi bació di nuovo.
"Si, peró..."
"Ti spaventa." disse per poi baciarmi.
Mi allontanai e lo guardai. Lui sorrise e poi aggiunse:"Guarda che per me sei un libro aperto..."
Mi cinse la vita con un braccio e io dissi:"Si...peró..."
"Non dobbiamo dirlo ad Anna o quella fa lo sterminio di massa."
Entrambi scoppiammo a ridere, poi dissi:"Hai ragione. Sia per Lorenzo sia per Anna."
Lui mi stampó un bacio sulla fronte e poi iniziammo a camminare verso casa mia.
Quando arrivammo a casa andammo subito a mangiare.
"Ritardatari! Stavamo aspettando solo voi!" esclamó Anna.
Io sorridendo dissi:"Sorry."
Poi iniziammo a pranzare.
Finito di mangiare passammo tutto il pomeriggio insieme.
Poi arrivarono le 21.00.
Io andai alla festa con Nathan e Anna e Tommaso andarono a farsi un giro.
Appenna arrivammo fui travolta subito dalla puzza di sigarette e dell'alcool.
"Mitico..." bisbigliai.
"Cosa?" mi domandó Nathan cercando di sovrastare il rumore della musica.
Io scuoto la testa.
"Sembri triste...ce ne andiamo tra poco, voglio solo parlare con Lorenzo...ti va di rimanere qui un attimo?" mi domandà Nathan.
Io annuisco.
Lui mi bació e poi sparì.
Rimango lì, immobile. In attesa. Parte "On My Own", una canzone che amo.
Guardai le persone che circondavano. Tutte si divertivano.
Partì il ritornello della canzone.
Mi stufai e iniziai a crearmi un passaggio tra le persone. Vorreo trovare Nathan il prima possibile.
Poi penso che se voleva parlare con Lorenzo doveva essersi allontanato con lui dal casino.
Mi allontanai un pò da tutti i rumori e lì trovai. Uno difronte all'altro. Stava parlando Nathan.
Mi avvicino senza farmi vedere e, anche se non doveri, inizio ad origliare.
"...ho capito, non ti preoccupare. Non devi spiegarmi niente. Vorrei aiutarti peró..." disse Nathan.
"Ah si? Come tanti altri rompicoglioni. Ma fammi il favore!"
"Qui la gente parla, ho sentito cos'é successo alla tua famiglia. So che ora sei solo. So che fai fatica. So che soffri. Io capisco il tuo dolore. Non sono uno molto bravo con le parole. Ma devi affrontare la realtà, devi superare tutto. Non soffrire più per le persone sbagliate. Lotta per chi ti merita. Sono bravo a capire le persone da un solo sguardo, e so che non sei il bastardo che dai a vedere. Più o meno mi comportavo come te. Avevo creato un muro per non affezionarmi a nessuno. Poi é arrivata Giulia come un uragano e mi ha aiutato. Anche se lei é convinta che sia io ad aiutare lei."
Lorenzo scoppió a ridere e poi disse:"Giulia é una gran testa calda, altro che uragano! Quella sarebbe capace di distruggere l'universo, di mettere tutto sotto sopra per raggiungere ció che vuole."
"Le vuoi bene, anche se non sembra."
Lorenzo scuotendo la testa fece per ribattere, ma Nathan lo interruppe e disse:"Ti prego, mentre sono lontano prenditi cura di lei. Proteggila. Non so a chi altro chiedere."
Lorenzo sgranó gli occhi e senza dargli il tempo di rispondere Nathan se ne andó.
Corsi dove Nathan mi aveva lasciata e arrivai giusto in tempo.
"L'hai trovato?" domandai a Nathan mentre ce ne andavamo.
Lui annuì.
Che strana conversazione peró che avevano avuto...
Nathan aveva ragione? Non capivo, ma forse dovevo guardare un pò più in là del mio naso e cercare di capire...
Mi strinsi forte a Nathan e lui sorrise stringendomi ancora di più col braccio destro.
"Domani parto..." sussurró.
L'aria si fece triste e cupo, vuoto...
"Già..."
"Cercheró di venire qui il prima possibile, te lo prometto."
Io annuii e poi ci baciammo.
Rimanemmo stretti l'un l'altra per tutto il tragitto, poi arrivammo a casa mia.
Entrammo senza far rumore per non svegliare nessuno e poi andammp in camera mia.
Andammo sotto le coperte e lui mi abbracció.
Con la testa appiggiata sul suo petto e cullata dai suoi respiri mi addormentai.
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Che ne pensate??????
❤❤❤

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