3. Hidden secrets

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Mi giro curiosa di sapere cosa sono queste urla.
Vedo immediatamente una ragazza a terra ed affianco un'altra che riconosco subito, Morgana, che rideva come un'oca insieme alle sue due amiche.
"Guardate questa racchia, non sa nemmeno camminare" strilla ridendo.
"Patetica" sussurro arrabbiata o almeno pensavo di averlo fatto ma tutti i miei dubbi vengono interrotti quando mi porge una domanda.
"Patetica a chi sgorbio?" Si avvicina.
"A te" mi alzo, ormai non potevo tirarmi più indietro e se devo parlare allora parlerò "sei solo patetica. Ti credi chissà chi solo perché il genere maschile ti da un po' più di attenzioni perché la dai a tutti. Spoiler nessuno ti sopporta, dimmi almeno una persona che qui ti aiuterebbe, almeno una" dico guardandola con un sopracciglio alzato. Non risponde. "ecco, nessuno. Quindi ora fammi un piacere e non rompere più il cazzo alla gente, che facendo così non risulti più figa, risulti solo più scema" finisco di parlare aiutando la ragazza a terra a rialzarsi e quest'ultima se ne va dopo avermi ringraziato.
La mensa nel mentre è caduta in un silenzio inquietante che viene interrotto da una serie di applausi e fischi.
Concludo facendo l'occhiolino all'oca e un cenno per farmi seguire da Eve ed uscire da quella giungla.
"Sei stata fortissima" esulta Eve "era da tanto che volevo vedere la sua faccia così scioccata" riprende a parlare.
"Non volevo creare tanto scalpore ma odio le persone che se la prendono con i più deboli, solo perché non riescono ad affrontarli" dico sincera.
"Servirebbero più persone come te Isy" mi dice la mia amica.
La guardo meravigliata come se quello che mi avesse appena detto risulti estraneo alla mia mente.
Nel mentre il corridoio è vuoto tranne delle voci in lontananza che provengono dalla classe di geografia.
"Strano a quest'ora dovrebbe essere chiusa quella classe" dice Eve mentre guarda la porta con curiosità.
Ci scambiamo uno sguardo d'intesa e ci avviciniamo alla classe lentamente cercando di non far rumore.
"Mi ha chiamato" dice la profonda voce che ricollego subito a Jace.
Ci affacciamo allo spiraglio dato dalla porta socchiusa e riusciamo ad intravedere anche Thomas e Luis.
"Perché? Che ti ha detto?" dice Thomas spaventato.
"Ci hanno seguito, sa che siamo stati lì" dice Jace.
"Siamo fottuti" dice Luis tirandosi i capelli nervosamente.
"Dobbiamo risolvere al più presto" dice il moro dagli occhi smeraldo.
Eve mi guarda con sguardo misto fra il confuso e lo spaventato.
"In che guaio si è infilato quel coglione di Luis" sussurra.
Per dedicarle la mia attenzione, perdo l'equilibrio e cado facendo spalancare la porta.
Un silenzio si propaga nella stanza.
"Cristo" sussurra Thomas con un lamento soffocato.
"Merda, Evelyn che ci fai qui?" scandisce Luis.
Mi alzo immediatamente, sollevo lo sguardo, incontrando due occhi verdi penetranti perforarmi.
"Tu! Ancora tu!" sputa acido avvicinandosi minacciosamente puntandomi un dito contro.
Resto in silenzio senza saper proferire parola.
"Sei una ragazzina impicciona. Che ci facevi qui?" grida in preda alla collera .
"Passavo di qui e ho sentito qualche idiota nella sala di geografia. Tutto qua" Difendendomi.
"Non ci credo. Sei la solita ragazza fissata, che crede di farmi colpo presentandosi sempre davanti ai piedi" mi guarda con disprezzo.
"Non stai mica dicendo sul serio! Di te non me ne fotte nulla!" urlo facendo rimbombare la voce.
"Non alzare la voce con me" dice lentamente facendola suonare come una minaccia "tu non hai sentito niente e fatti i cazzi tuoi ora" continua col sottofondo del mio respiro pesante a causa delle urla.
Non rispondo, mi limito a guardarlo negli occhi ormai iniettati di sangue, quegli occhi talmente verdi che sembrano riflettere un bosco sanno come  spaventarmi.
"Va via" dice poi gettando lo sguardo di lato.
Mi volto schifata verso gli amici che non mi hanno difesa ma sono rimasti impalati per paura di affrontare il loro stesso amico.
Guardo Evelyn e le faccio un cenno per andare via e ci dirigiamo verso la prossima aula per non perdere la lezione.

Pov Jace
Non mi aspettavo una simile scenata.
"Quella dannata ragazzina dai capelli rossi" dico seguendo con lo sguardo la sua sagoma camminare.
"Dobbiamo stare più attenti" dico voltandomi verso gli altri rimasti immobili a causa della scena appena accaduta, per poi andare a riprendere la giacca di pelle lasciata su un banco.
"Ehi, tesoro" dice Morgana dinanzi a me, mentre esco dall'aula.
"Spostati, troia" dico spingendola per dirigermi a prendermi un caffè.
Nessuno ha mai osato parlarmi in quel modo e tantomeno una ragazzina inutile e pezzente come lei. Questo non ricapiterà più, perché l'inferno non sarà nulla rispetto a quello che proverà lei, d'ora in poi in questa scuola.

𝗟𝗮 𝗿𝗮𝗴𝗮𝘇𝘇𝗮 𝗱𝗮𝗹 𝗰𝘂𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗮Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang