Capitolo 2

60 4 13
                                    

Jisung

Erano le due di notte, avevo deciso di andarmene da quel castello, quella vita non faceva per me, presi tre coperte e li legai tra di loro, in modo da creare una corda poi le ho messe fuori dalla finestra, prima di scendere da lì mi vestii con dei abiti normali, poi buttai un zainetto giù con dentro tutte le cose che mi servivano, e in fine chiamai il mio migliore amico, il maggiordomo, anche se aveva quasi quarant'anni solo lui mi capiva lì dentro.
<signore sia attento, e buona fortuna per tutto>
Mi disse.
<si sarò attento, grazie mille, e mi raccomando , non dire nulla ai miei genitori>
<stia tranquillo signore, ho già previsto a tutto>
<bene, allora ci vedremo in giro, ciao>
Detto questo uscii dalla finestra aiutandomi con le coperte che avevo legato prima, presi lo zainetto e corsi verso la città.
Stavo camminando sulla strada mancava poco, non c'era nessuno tranne una macchina, ma non ci feci molto caso.
<hey ragazzino>
Mi disse un uomo che era proprio in quella macchina.
<ti serve un passaggio?>
Continuava a parlare nel mentre che mi seguiva con la sua macchina ma io ero terrorizzato, quindi non li diedi retta.
<hey, sono un uomo mi potresti essere figlio, su dai sali, se vai a piedi in città arriverai domani mattina, tranquillo non mi devi pagare>
Mi disse.
Io dopo qualche minuto mi fidai, perché aveva un sorriso stampato in faccia e la sua voce era tranquilla.
Entrai nella sua macchina e dopo un pó eravamo già in città, una volta arrivati io scesi e lui mi salutò.
<grazie mille signore>
<di niente, ma se posso chiedere una cosa, da dove venivi solo soletto su quella strada?>
<em, ecco, io... arrivo dalla città di fianco>
<e alle due di notte tu te ne vai in giro?>
<si, perché non dovrei? Ho ventidue anni, più che altro, lei dove stava andando a quest'ora?>
<sul serio me lo stai chiedendo?, ragazzino, vedi che io lavoro, non vado in discoteca!>
Dopo questa frase, chiuse il finestrino della macchina e se ne andò senza salutarmi.
Dopo un po trovai un bar aperto, in fondo al bar c'era della musica con tutti i ragazzi che ballavano ma all'esterno c'erano solo dei tavoli vuoti senza nessuno, ero molto stanco e decisi di sedermi proprio lì.
<hey, tu!, si tu!, hai il biglietto?>
Mi dice un ragazzo da dentro il bar
<i-io?, quale biglietto?>
<il biglietto per la discoteca>
Disse mentre venne verso di me
<no no, io non devo entrare, mi sono solo seduto qui>
<sei straniero?>
<em, si, perche me lo chiedi?>
<mh così, non ti ho mai visto, come ti chiami?>
Si siede di fronte a me con i gomiti sul tavolo e le mani che mantenevano il suo viso.
<mi chiamo Jisung>
<bel nome, vuoi che ti serva da bere?>
<si, grazie, un Malibu per favore>
<ok lo vado a preparare, arrivo subito>
Dopo un pó ritorna con due Malibu e si risiede di fonte a me.
<avevo detto uno>
<hey, questo é per me, ci vuoi andare pesante oggi eh>
Si mise a ridere della sua stessa battuta, mi piaceva il suono della sua risata.
<scusami, non volevo>
Li feci un mezzo sorriso
<cos'è che ti ha fatto venire qui, in questa città minuscola?>
<volevo cambiare vita>
<tu vuoi cambiare vita qui?, ma non vedi che non c'è nulla di bello>
<dai, non é vero, a me piace, é proprio quello che stavo cercando>
<se la ami così tanto, non voglio pensare da che città arrivi>
<semplicemente, voglio vivere qui>
<dimmi un pó, hai un alloggio?>
<ecco, io, in realtà no, non ci ho pensato>
<ma che pensavi di dormire a terra? Dai vieni con me>
Si alza, mi prende lo zainetto e inizia a camminare mentre io lo seguivo
<hey, c'è la faccio a mantenerlo da solo, ridarmelo!>
<va bene,tieni, volevo essere solo un pó gentile con te, visto che sei il nostro ospite>
<"nostro"?>
<uuuhh ora fai finto di essere stupido?, "nostro" nel senso "del bar">
<secondo te posso ragionare bene alle due di notte?!>
<che caratterino, il Malibu ti sta dando un pó al cervello, devi essere fortunato che sono gentile con te, di solito non sono spesso così>
<se questa é "gentilezza" non voglio pensare tutti gli altri giorni come sei aspro>
<sono 5.000 won (3 euro)>
<cosa?>
<per il Malibu che hai bevuto prima, secondo te ti lasciavo senza prendermi pagato?>
<ok tieni>
Li do i soldi che mi ha detto poi se ne va subito dopo che mi ha fatto vedere la porta della stanza dove dovevo alloggiare.
Il giorno dopo feci una doccia velocemente e mi vestii con una felpa , di colore verde menta, con grandi tasche e cappuccio.
Scendo al piano di sotto dove c'era il bar, per fare colazione.
<buongiorno>
<giorno, dormito bene?>
Risponde il ragazzo di ieri sera del bar.
<si molto, il letto era comodo>
<lo so, é la stanza degli ospiti é normale che sia comodo>
<aaahh, riniziamo di nuovo, come ieri?>
<sono sempre "aspro">
E fa una faccia da psicopatico
<sei inquietante>
< anche questo>
<bene, visto che sai tutto oggi, saprai anche che sono sceso solo per la mia colazione, giusto?>
<davvero?, pensavo che eri sceso per farmi compagnia e poi anche per ringraziarmi per ieri che ti ho dato una stanza senó a quest'ora stavi sotto a un ponte>
<ok ok, va bene, grazie per ieri>
<prego>
<a proposito di ieri, qual'è il tuo nome?>
<cosa vuoi per colazione?>
<hey!, rispondi prima alla mia domanda>
<quindi preferisci non fare colazione, solo perche io non ti rispondo?>
Il ragazzo appoggia le mani sotto al bancone e inclina un pó la testa per fissarmi con quel suo sorriso malizioso.
<si!, tu sai come mi chiamo, io non di te, devo sapere chi é la persona che mi ha dato una stanza per dormire>
<sai, é molto importante la colazione, più del mio nome, sù cosa vuoi mangiare?>
<un cornetto con la panna e un bel latte caldo>
Erano solo le sei di mattina e c'era poca gente nel bar.
<ecco a lei signore>
<ma per favore, ora mi chiami anche così?>
<si, se voglio fare o dire una cosa io lo faccio, ora mangia>
<prima dimmi il tuo nome>
<vuoi sapere il mio nome perché non ti fidi?>
<non é questo, voglio solo sapere come ti chiami, in somma come ti devo chiamare?>
<chiamami LeeKnow>
<ora giochi anche con le parole>
<hai detto tu che volevi sapere come mi dovevi chiamare, bene chiamami così, " tutto" quindi questo nome ci può stare>
<farò di tutto per sapere il tuo nome!>
<ok, ora però mangia e chiudi quella bocca>
Prende il cornetto e me lo fa magiare.
< mangiare anche da solo!>
Dopo un pó la tv del bar interrompono quello che stavano trasmettendo.
<signore e signori, interrompiamo questo programma per dirvi che a Seoul é in ricerca un ragazzo, ha ventidue anni capelli castani e occhi scuri , il ragazzo in questione si tratta del principe Han Jisung ovvero, il figlio del re Han, chi lo troverà avrà una ricompensa in denaro>
Dice un signore un tv
<i-i-io v-vado i-incamera, p-porto la colazione con me>
Dico. Ero molto spaventato il cuore mi batteva a mille mi sono messo il cappuccio per far si che nessuno mi vedesse nel bar corsi nella mia stanza il più veloce possibile, non sapevo più cosa fare, mi stava mancando l'aria mi stava girando la testa, stavo avevo degli attacchi di panico, preferivo stare in camera che chiedere aiuto a qualcuno.
Dopo poco bussano alla porta.
<hey, aprimi per favore>
Era il ragazzo del bar,io non risposi alle sue parole, già sapevo che mi voleva cacciare da quella stanza, di sicuro voleva prendere quei soldi riportandomi dalla mia famiglia,la mia mente pensò dove potevo andare a dormire, non avevo nessuno, ormai tutti mi stavano cercando.
Dopo un pó, non so come, mi riuscii a calmare apro la porta e mi ritrovo a LeeKnow di fronte a me con le braccia incrociate.
<devo lavare i piatti, mi vuoi dare la tazza del latte si o lo vuoi come souvenir?>
<s-si, ecco>
<bene... Hey, tutto bene?>
<si tutto b-bene>
<mh, ok, se hai bisogno, sai dove trovarmi>
<grazie, ci penserò>
Chiusi la porta e mi appoggiai su di essa riflettendo tra me e me, perché mi ha parlato così tranquillo rispetto a prima, quel ragazzo é così strano, ma non capisco perché mi piace quando mi guarda.
<aaahh Jisung che intenzioni hai?, non può essere amore, non ti ha mai attirato nessuno e di certo la prima volta che succede non può succedere con un ragazzo, soprattutto con quel caratterino che ha>
Dico tra me e me.
Rimasi tutta la giornata in camera poi arrivò sera e scesi solo per andare in bagno che si trovava al piano di sotto, mentre scendevo si sentiva uno strano odore, di qualcosa di bruciano, ma era di sicuro era LeeKnow che avrà preparato qualcosa per un cliente.
Dopo uscito dal bagno si sentiva ancora quel odore quindi mi dirigo verso il bar per vedere se era tutto apposto.
LeeKnow non c'era ma quel odore si sentiva ancora.
Vado in camera mia, senza preoccuparmi troppo ma noto che c'era del fumo provenire dalla mia stanza.
<porca miseria, le mie cose>
Dissi parlando con me stesso,nel frattempo tossivo anche, senza prendere nulla perché era impossibile entrare con le fiamme che c'erano, corsi subito fuori sapendo che avrei trovato LeeKnow, ma lui non c'era.
Inizia a urlare e di dire a lui ti uscire, ma non avevo una risposta, quindi mi presi coraggio e cercai di aprire la porta del bar senza farmi male perché dopo pochi secondi pezzi di legno iniziarono a staccarsi e a cadere giù.
<LeeKnow dove seiiii?>
Dopo un pó un grosso legno mi bloccò la strada e io ero costretto a tornare indietro, mi stavo preoccupando, stavo sperando che lui non fosse lì dentro ma subito dopo vidi un'ombra uscire dal bar, ed era proprio lui e mi misi a correre per abbracciarlo.
<mi stavo preoccupando per te>
Gli dissi
<anch'io, ero salito sopra la tua camera, ma non mi rispondevi quindi ho aperto la porta con la forza, ma non ti ho trovato>
<wu, qualche volta aiuti le persone>
<pff, neanche a dirmi grazie, ora spostati, non mi piacciono gli abbracci>
<dai, stavo scherzando, grazie che ti sei preoccupato per me>
<non mi stavo preoccupando per te, stavo solo vedendo se la camera che ti ho dato era apposto>
<mh, é tutto in fiamme>
Lui senza dire niente prende un estintore che stava proprio a l'entrata del bar, per spegnere il fuoco.
<non credi che sia meglio chiamare i pompieri?>
Gli dico
<no, ci metteranno troppo tempo, il bar andrà perduto se le fiamme aumentano e poi tu sei il figlio del re Han, ti riconosceranno subito>
<sta crollando tutto, cosa vuoi salvare esattamente?>
<il necessario per sopravvivere, le fiamme non sono ancora arrivate dove ci sono le banconote>
<non puoi rientrare di nuovo é pericoloso>
<tu aspettami qui, farò subito>
<Leeknow no!>
Neanche il tempo di dirlo, che lui era già dentro, e poco dopo esce subito con le banconote in mano.
<tieni>
Mi dice
<in che senso?>
<mantieni i soldi io vado a prendere la macchina>
<o-ok>
Dopo un pó
<sù sali>
Io apro lo sportello posteriore della macchina e faccio come mi dice.
<ma che fai?>
Mi dice in modo nervoso
<mi hai detto tu che devo salire in macchina>
Poi lui si gira appoggiando il suo gomito sullo schienale del suo sedile e mi fissa.
<sul serio sei un principe?>
<s-si, perché?>
<non ti comporti per niente così>
<perché come mi dovrei comportare?>
<aaah, lasciamo perdere, mettiti avanti, sul sedile affianco al mio>
<okk>
Faccio come mi ha detto, poi lui mette a moto e parte.
<scusami se te lo domando, ma dove andiamo?>
Chiesi, non capendo
<a casa mia>
<eh??, perché a casa tua?>
<aah... Con queste cose che mi dici mi domando come fai a essere un principe, insomma come fai a essere così>
<è solo che non voglio ti voglio dare fastidio>
<vivo da solo, bhe in realtà no, ho anche tre gatti, ma non ci sono altre persone oltre me>
<ah, ok, se lo dici tu, ma comunque come fai a essere calmo, dopo quello che é successo?>
<non é la prima volta che accade, ma non sono affari tuoi>
<ok, va bene ora mi sto zitto>
A un certo punto ferma la macchina di scatto.
<heyy, ma..>
Li dico, spaventato per la frenata.
<tutto bene?>
Lui non parla ma si tocca la spalla, facendo dei gemiti di dolore
<ti senti bene?>
<si, lascia perdere, siamo quasi arrivati>
Mette di nuovo a moto la macchina, e dopo un pó arriviamo a casa sua.
<siamo arrivati>
<ok>
Poi saliamo le scale e dopo apre la porta ed accoglierci c'erano i suoi tre gatti.
<che belli che sono>
Li dico con una voce tenera.
<si, molto, sù , non rimanere davanti alla porta, entra, però prima lascia le scarpe fuori>
<va bene>
<fai come casa tua>
Mi siedo su un piccolo divanetto, e ammiro la casa
<dammi i soldi che li metto qui dentro>
Mi dice
<non ho capito>
<i soldi che ti ho detto di mantenere prima>
<ah, giusto, tieni>
Mentre si avvicina alla cassaforte per mettere i solti, fa un altro gemito di dolore, io mi alzo dal divano e vado da lui preoccupandomi per la sua spalla.
<fa vedere>
Li dico.
<tranquillo, posso medicarmi da solo>
<avanti, non fare lo stronzo, ti voglio solo aiutare>
<non sei obbligato a farlo!>
<mi hai dato una camera per dormire ieri, senza di te a quest'ora dormivo in mezzo alla strada, fatti aiutare ora>
<non mi ha mai aiutato nessuno prima d'ora sarebbe strano se lo fai tu che sei uno sconosciuto>
Stava parlando con una voce più tranquilla rispetto a prima.
<sbottonati la camicia>
<eh?, sei per caso impazzito?>
<sei ferito alla spalla, se non ti togli la camicia come faccio a medicarti?>
Lui si sbottona la camicia ma solo a metà, giusto per fare uscire la spalla e ci sediamo vicino al tavolo
<dove hai il kit medico?>
<in bagno, nella porta lì in fondo>
Andai a prendere il kit e lo appoggiai sul tavolo, presi un batuffolo di cotone e ci misi sopra il disinfettante, con una mano mantenevo la sua spalla e con l'altra avevo il batuffolo.
Ero troppo vicino a lui, potevo sentire in suo odore e poi si vedevano un pó di quei muscoli che non mi ero neanche accorto che ce li aveva, mi stava battendo forte il cuore e la mano mi stava tremando, lo avevo capito, mi stava iniziando a piacere quel ragazzo che non sapevo neanche il suo vero nome.





Qualunque cosa accada MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora