13.ᴛᴜ sᴇɪ ʟᴀ sᴜᴀ ᴠɪᴛᴀ

159 12 2
                                    

13, tu sei la sua vita

"Figlio mio ricorda al mondo
che l'uomo che diventerai
non sarà mai
più grande
dell'amore che dai."
_Ermal Meta

💥

Un figlio che non ha mai avuto amore dal padre, lo cerca nel proprio ragazzo, capisci ora dove sta il problema?

Izuku giocava con i capelli di Katsuki, che dormiva ormai da qualche ora sulle sue ginocchia.
Il biondo non aveva stranamente protestato quando Izuku si era messo a toccargli le ciocche bionde, affondandoci le dita.

Izuku aveva la testa sul cuscino alle sue spalle, il busto rilassato.
La bambina aveva smesso di agitarsi proprio quando Katsuki si era addormentato, con una mano tra quella del verdino e l'altra sul ventre.
Izuku l'aveva lasciato riposare, immaginava quanto si fosse preoccupato e affannato quando aveva dovuto affrontare quella situazione.
Katsuki respirava lentamente sulle sue gambe, il petto che si sollevava e abbassava ritmicamente.

"Izuku."
Il verdino voltò il capo verso la porta.
Lì, sulla soglia Todoroki indulgiava.
"Todoroki-kun, entra pure!" lo invitò indicandogli la sedia.
Shoto attraversò la stanza, fissando sorpreso Katsuki.
"Sta dormendo, penso si sia stancato molto" gli spiegò Midoriya non appena notò la traiettoria del suo sguardo.
Todoroki annuì prendendo posto alla sedia accanto al letto.
"Come ti senti?" gli domandò il bicolore incrociando le gambe.
"Meglio, grazie."
Todoroki lo osservò silenzioso.
"Non per farmi gli affari tuoi Izuku, ma va tutto bene con Hitoshi?"

Izuku fece vagare lo sguardo per tutto il perimetro della camera d'ospedale.
Poche cose ricoprivano la stanza; un piccolo sofà accanto alla finestra, una sedia, un comodino in legno, con sopra un bicchiere d'acqua, il suo cellulare, gli antidolorifici e un telecomando per il letto reclinabile. C'era poi, il suo letto, un piccolo schermo di fronte e una finestra.
Tutti gli infissi erano bianchi, a parte la vernice azzurro pastello, tutto lì dentro era bianco e sterile.

"No" ammise Izuku riportando lo sguardo sui capelli del biondo.
"Abbiamo avuto una discussione" asserì "e ha scoperto il mio tradimento."

Il bicolore non rispose.
Stava guardando Izuku, con gli occhi bicromatici ben attenti a cogliere una qualsiasi sfumatura d'emozione.
Per un po' restarono in silenzio, entrambi stanchi e senza alcuna forza per mostrarsi forti.
Izuku si era sempre sentito al sicuro con Todoroki.
L'alpha gentile.
Così Izuku l'aveva soprannominato.
Shoto Todoroki sarebbe stato certamente il suo grande amore se non ci fosse stato Kacchan.
Shoto lo aveva sempre trattato come un principe, lo aveva sempre trattato con gentilezza, lo aveva sempre amato.
Ma in silenzio, seppellendo quei sentimenti per anni e Izuku gliene era stato grato.
Non avrebbe mai smesso di amarlo, ma platonicamente.

"Xander se n'è andato" gli comunicò il bicolore dopo un po'.
L'omega sollevò gli occhi guardandolo.
In effetti ora i segni rossi sotto gli occhi di Shoto avevano un senso.
Xander se n'è andato.
Izuku sentì per bene il dolore di Shoto che, lo investiva come pioggia.
Per un po' restò semplicemente immobile, guardando Katsuki sulle sue cosce, che respirava lentamente.

"Vieni qui, Shoto" lo chiamò il verdino battendo una mano sul materasso.
Shoto lo guardò titubante, alla fine però lo raggiunse.
Si accomodò al fianco di Izuku, osservando meglio Bakugo.
"Dammi la mano" chiese l'omega.
Il bicolore gliela porse e Izuku la guidò sulla sua pancia.
"Cosa..." stava dicendo Shoto, ma poi si bloccò.
Un piccolo buffetto sul suo palmo aperto lo fece irrigidire.
"Sta scalciando già adesso" realizzò il bicolore sciogliendosi in un sorriso buffo.
Stette in silenzio mentre sentiva la bambina dell'omega agitarsi furiosamente contro il suo palmo.
"Wow...sei proprio figlio di tuo padre, eh?" scherzò l'alpha scoppiando in una piccola risata. Anche Izuku rise, ma neanche il tempo di rilassarsi che un piccolo singulto gli sfuggì dalle labbra.

You hurt me, BakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora