10. ᴏʟᴛʀᴇ ʟ'ᴀɴɪᴍᴀ

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Capitolo 10, oltre l'anima

_Con gli occhi così grandi c'è spazio per entrambi per la fragilità e per la ferocia_
MARRACASH

"Katsuki."
Bakugo non sollevò neanche gli occhi.
Era steso sul letto, gli occhi sul soffitto, la sigaretta tra le labbra.
"Qui dentro puzza" asserì Mitsuki attraversando la stanza fino alla finestra chiusa.
"Non aprire cazzo!" sbraitò il figlio portandosi l'avambraccio a coprirsi gli occhi dai raggi del sole che si stavano intruffolando nella stanza.
La madre sbuffò e l'aprì lo stesso.
"Si può sapere che cazzo ti prende?" chiese Mitsuki sedendosi ai piedi del letto.
Fu il turno di Katsuki di sbuffare.
Aspirò dalla sigaretta, ignorando la presenza della madre e poi sorprendentemente si mise a sedere e la passò a sua madre.
Lei prese una boccata, tirando fuori il fumo.
"Mi sono scopato un altro."
Mitsuki prese un'altra boccata.
"E?"
"Deku lo ha capito."
Lei poggiò la testa contro il muro.
"La cosa peggiore è che lui mi ha chiesto se lo amavo e io non ho risposto, così se n'è andato."
Katsuki ringhiò e riafferrò la sigaretta che la madre gli porgeva.
"Quindi si?"
Katsuki aggrottò le sopracciglia.
"Quindi si...cosa?"
Mitsuki roteò gli occhi al cielo, un ghigno beffardo gli si dipinse sulle labbra carnose.
"Quindi si che lo ami."
"Non lo so cazzo" sbraitò il figlio.
"Non era una domanda."
Katsuki ringhiò.
Quella stanza puzzava davvero, ma starsene tutto il giorno a letto senza neanche mangiare era l'unica cosa che gli riusciva di fare ormai.
Da quando Izuku se n'era andato a lui pareva di essere sospeso tra il buio e il sonno.
"È che...cazzo...ho paura."
Ammettere quello che provava non era mai stato facile per lui.
Quante volte aveva finto indifferenza o rabbia pur di non mostrare com'era dentro davvero?
Eppure era stato proprio questo a portargli via Deku.
E suo figlio.
"Paura di fallire? Di non sentirti abbastanza per tuo figlio? Per Izuku?"
Katsuki sbuffò.
"E tu che ne sai?" le chiese, ma nel suo tono non c'era rabbia o accusa, ma solo sorpresa.
Sua madre aveva fatto centro.
"Katsuki, io so benissimo come ci si sente."
Mitsuki si riprese la sigaretta dalle dita del figlio, la strinse tra indice e medio e se la portò alle labbra, aspirando.
"Tu lo ami talmente tanto che saresti disposto a farti sparare in testa per salvarlo."
Mitsuki guardò il soffitto.
"Quando ho conosciuto tuo padre lo odiavo.
Non so perché, forse odiavo il fatto che mi facesse sentire debole, forse che riuscisse a capirmi con un solo sguardo, o forse la sfrontatezza con la quale mi parlava dinanzi agli altri, ma quando eravamo da soli...mi apriva il cuore in due come solo pochi erano riusciti a fare.
Stare con lui mi faceva venire i crampi allo stomaco.
E si...un po' dal piacere un po' dal dolore.
Perché non sapevo che aspettarmi, perché lo volevo talmente da andare contro chiunque.
Lo sposaii ignorando l'opinione contraria della mia famiglia, mandaii a fanculo mio padre e litigaii pesantemente con mia madre e sposaii il ragazzo che pianse quando mi vide arrivare all'altare.
Pensavo che non avrei mai amato nessuno più come avevo amato lui, però poi... sei nato tu.
E io proprio non capivo come un esserino così piccolo mi creasse emozioni così grandi e ti ho amato dal momento in cui ho saputo che esistevi.
Credimi se ti dico che amare te e amare tuo padre non è dannatamente per nulla uguale.
Tu, sei sempre stato mio.
No, non guardarmi così, non sono una pazza possessiva...sto solo dicendo che ti sentivo mio più di ogni altra cosa.
Eri l'uomo che avrei amato di più in tutta la mia vita, Katsuki.
Appena sei nato, ho promesso che ti avrei protetto da ogni cosa, da ogni male...però...
non mi aspettavo che sarebbe stato proprio l'uomo che amavo quanto amavo te a farti scoprire cos'è il dolore, la rabbia.
Tutta quella rabbia che non sono riuscita a non farti conoscere, è tutta in te, è sempre in te e...ed è tutta colpa mia.
Avrei dovuto restare vigile, attenta.
Tu, tu eri colui che dovevo proteggere, colui che dovevo amare più di tutto, però...
non ti chiedo di perdonarmi Katsuki, solo sappi che ti amo, ti amo come solo una mamma può amare e che se potessi ti darei la mia vita per farti smettere di soffrire.
Per anni ti ho visto distruggere gli altri, per non distruggere te stesso, per anni Katsuki.
Ed io ero lì.
Dietro le quinte, ad osservare lo spettacolo.
Quello spaventoso e irreale spettacolo.
Però, poi ho visto come guardavi Izuku.
Certi sguardi vanno oltre l'umano, oltre i gesti.
Lo guardavi come se in lui potessi trovare te.
Così l'hai messa sotto chiave la tua anima, non è vero? Perché sapevi che Izuku con i suoi occhi verdi come la verità, ti avrebbe scrutato dentro fino a trovare quello da cui tutti si tenevano alla larga.
Lo volevi proteggere e soprattutto volevi proteggere te stesso.
E di questo sono tremendamente colpevole.
Se solo fossi stata più attenta, tu avresti potuto abbassare le difese, invece ti ho costretto a vivere nel silenzio della tua ombra e nella paura dell'amore.
Mi spiace sapere che ti ho, ti abbiamo dato quest'idea che l'amore sia solo dolore, ma sai Katsuki? Non lo è.
Io, tuo padre l'ho amato da pazzi un tempo.
L'amore non è quello che vedi ogni giorno.
L'amore è Izuku che ti guarda come se nei tuoi occhi ci fosse la fine e la salvezza del mondo.
L'amore è il tuo odore quando accarezzi il suo pancione.
L'amore è quello che hai fatto per quel ragazzo, quello che avresti voluto dirgli e le carezze che non sei riuscito a donare.
L'amore sei tu, e il tuo animo fragile che tieni corazzato."
La sigaretta si consumò tra le sue mani e Mitsuki si alzò per gettarla via.
"Quindi Katsuki...tu lo ami?"
Stavolta Bakugo si portò la testa tra le mani e sospirò.
Manco il tempo di riavvicinarsi che Katsuki si strinse al petto della madre, lasciando scivolare qualche lacrima.
"Mamma...non lo voglio perdere, non..."
Mitsuki gli accarezzò la testa con dolcezza.
"Non lo lasciare andare, allora."

You hurt me, BakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora