1. Il servizio fotografico

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Dopo aver passato più di sette ore chiuso in studio, Jimin decise di tornare a casa a piedi cogliendo l'opportunità dell'aria fresca notturna e il silenzio delle strade. Durante il percorso iniziò a ricordare gli inizi del suo trainer come idol.

Si era sempre definito il più sensibile tra i membri fin dal suo arrivo in agenzia, quando vide che gli altri avevano già affrontato le fasi più difficili del loro addestramento. Joonie scherzava raccontando spesso dei continui attacchi d'ansia "inutili" di Hobi, nonostante all'apparenza fosse un tipo solare.

Anche agli occhi degli altri fu subito chiaro che Jimin avrebbe faticato in quei tre mesi a raggiungere il livello desiderato nonostante le sue basi di partenza fossero molto più alte rispetto alle loro. Non avendo nessuno con cui potersi confrontare, il ragazzo biondo veniva costantemente messo alla prova dall'agenzia che non aveva più intenzione di aspettare. Pretendere da lui quella sintonia che i ragazzi avevano raggiunto in due anni era impossibile, eppure in qualche modo i sette ragazzi erano riusciti a fidarsi l'uno dell'altro. Questo, per Jimin, era uno dei ricordi più preziosi degli inizi ripensando ai ragazzi che si intrattenevano in studio fino all'alba per aiutarlo.

"Possiamo essere una squadra solo se lavoriamo come tale, hyung"

Parole di un piccolo Jungkook tredicenne. Se per Jimin il tempo era stata la nemesi per trovare la giusta sintonia con il gruppo, per Jungkook si trattava dell'età. Essendo il minore del gruppo il corvino aveva il terrore di rapportarsi con gli altri. Le sue doti canore erano state il catalizzatore per tutta la situazione e con il tempo il ragazzo aveva trovato il giusto equilibrio. Aveva una grande ammirazione per i suoi hyung e con l'arrivo di Jimin mai una volta aveva fatto sentire l'altro non incluso nella sua cerchia.

E così tutto venne da sé: i primi tentativi in studio, i fan, i concerti, i viaggi all'estero, le delusioni e soprattutto le rivincite. Nel corso dei tre anni avevano imparato a respirare e vivere pacificamente sotto il mirino della stampa mondiale. Tutti e sette si tenevano insieme, raccogliendo i pezzi e trovando i nuovi. Quando la fine del loro secondo tour segnò per il gruppo l'apice della loro carriera, l'azienda chiese ai membri un maggior coinvolgimento nelle fasi di produzione indicando un nuovo punto di partenza nel quale tutti si ritrovarono ad affrontare nuove realtà, scendere a patti con se stessi e scoprire sentimenti taciuti e mal interpretati.

L'arrivo di messaggio distolse la sua attenzione dai ricordi.

"Hyung anche stasera la passerai in studio?"

Mentre Jimin leggeva le parole, un sorriso raggiante gli balenò sul viso. Dopo anni la preoccupazione dei membri non era mai scemata. Digitando velocemente una risposta, salutando le guardie notturne superò il cancello che delineava la proprietà privata e continuò a risalire la strada verso l'edificio dove si trovava il loro attuale e nuovo dormitorio. Dopo vari tentativi da parte delle sasaeng di superare i confini della loro privacy, l'agenzia dovette ricorrere a trasferire i membri in un nuovo appartamento. Questa volta invece di optare per una zona fuori mano, decisero di ristrutturare e acquistare un intero piano di una residenza non lontano dalla sede dell'agenzia. Dopo un breve cenno all'ulteriore guardia posta all'entrata dell'edificio, entrò nell'ascensore.

Il dormitorio a quell'ora era silenzioso, eccetto per una luce accesa che filtrava dalla porta di Jungkook. Jimin provò a bussare ma non ricevendo risposta decise di ritirarsi nella sua stanza dopo una giornata abbastanza impegnativa.

Un artista sa perfettamente che una volta entrato in studio, la sinergia con la musica è tale da lasciarsi andare. Di come ogni parola assume una nota, un colore, un significato fino ad arrivare a creare un messaggio. Non sempre questa simbiosi si ottiene subito. C'è chi deve prendere e lasciare, aspettando che venga influenzato per elaborare delle parole. Come ogni membro Jimin dopo una ricerca di sé, aveva sperimentato per circa due mesi fino a ritenersi soddisfatto dei risultati. Tuttavia, nel riascoltare le sue creazioni, sentiva come se mancasse qualcosa. Dopo aver esitato nel chiedere aiuto ai membri non volendo disturbare nessuno, quel pomeriggio stesso aveva fermato Joonie con un animo particolarmente sconfitto.

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