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× × ×

"Sono nervosa." ripete Noe per la quarta volta quando apre lo sportello della macchina per scendere, salutando Lina che ha accompagnato lei e Marika allo stadio.

"Stai tranquilla, sii come al solito e nessuno si accorgerà di te." alza le spalle, coperte da una maglia molto simile alla sua su cui spicca, però, il nome di Morata e il suo numero.

"Ok.. tu sai come entrare qui dentro?"

"A dire il vero no." risponde e si guarda intorno, cercando un'entrata.

"Ehm.. cosa si fa?"

"Non puoi chiamare Paulo?"

"Si sta allenando, come speri che mi risponda al telefono? Ecco perché doveva esserci Claudio." sbuffa mentre cerca un cartello o qualcosa del genere. "Ma perché non c'è nessuno? Possibile che sia tutto così disabitato durante una partita del genere?"

"Noe."

"Lo so, la cosa terribile è che non sarei nemmeno qui se non avessi il ragazzo a correre sul campo. Se lo avessi saputo prima, mi sarei guardata un tutorial."

"Noe."

"E poi quel disgraziato ci avrebbe potuto anche accompagnare, in due non siamo capaci di muoverci."

"Noemi." tuona più insistente.

"Cosa?" risponde ed osserva l'amica che le indica qualcosa alle sue spalle.

Si gira e si ritrova davanti un uomo della sicurezza che è forse l'essere vivente più alto che abbia mai visto o che esiste al mondo. Sussulta e fa un passo indietro, non capendo perché la guardi in quel modo.

"Siete Noemi e Marika?"

"Si." mormora, affiancandosi all'amica che le afferra il braccio.

"Perfetto, seguitemi."

"Potremmo sapere dove dovrebbe portarci?"

"La volete vedere o no la partita di oggi?" chiede lui, sorridendo. "Il tuo ragazzo mi ha mandato qui a prendervi."

"Oh." mugola.

Quel ragazzo la conosce talmente bene da sapere che avrebbe fatto un guaio se avesse cercato di entrare come avrebbe potuto: scavalcando un cancello chiuso molto probabilmente.

"Paulo." lo richiama Buffon, chiedendogli di fare qualche tiro in porta.

"Non è ancora arrivata?" domanda Alvaro.

"Noemi dici?"

"Eh si, vedo sempre le solite facce."

"No, non ancora." risponde Paulo, tirando e segnando un goal a Gigi che gli sorride.

"Dai, un altro." mormora e il ragazzo calcia più forte che può, ma questa volta il tiro gli viene parato.

"Eccole!" Morata attira la sua attenzione quando due ragazze arrivano ai loro posti e si guardano intorno, una di loro scatta delle foto mentre l'altra dice qualcosa e tira per il braccio l'amica quando si rende conto di star bloccando lo scorrere delle persone. "Quale delle due?"

"Quella che non ha la tua maglietta." risponde il più giovane, sorridendo e tirando ancora al suo portiere.

"Quella bassina? Te ne sei trovata una proporzionale alla tua taglia?"

"Ma smettila." lo spinge.

"È davvero una bellissima ragazza."

"Già, lo so." la guarda mentre si siede e rotea gli occhi al cielo quando Marika la strattona per farle vedere qualcosa.

"Anche la sua amica non è niente male." alza le spalle.

"Marika."

"Marika." ripete col suo forte accento spagnolo.

"GUARDA!" esclama eccitata Mari quando il tabellone si accende e mostra i visi dei vari giocatori.

"Wow, non l'avrei mai detto." ride ironica Noemi, portando poi lo sguardo sul campo, cercando Paulo.

"Oddio!" esclama mentre poggia una mano sulla sua spalla, facendola sussultare.

"Cosa?"

"Alvaro e Paulo sono insieme e guardano da questa parte!" trattiene un urlo di gioia.

Segue la direzione del suo sguardo e sorride quando incontra i bellissimi occhi del suo fidanzato che fa lo stesso e le manda un bacio, anche se la tifoseria non è che capisca e quindi esulta, pensando che sia un gesto riservato ai suoi tifosi. Lei alza le spalla e alza la mano per salutarlo, imbarazzandosi troppo all'idea di mandargli un bacio davanti a tutta questa gente. Alvaro la osserva e mormora qualcosa all'orecchio del compagno che poi alza la mano e saluta le due, osservando Marika che strilla come una pazza.

"AAAAAAHHH!" abbraccia l'amica e sorride come una scema.

"Marika te lo giuro su mia madre, se mi urli ancora nell'orecchio ti butto di sotto."

"Tu non capisci, Alvaro Morata mi ha mandato un saluto."

"E salutalo anche tu e risparmiami questo supplizio delle urla."

Anche se timidamente, Marika saluta Alvaro e si morde la lingua per evitare di fare un volo che la porterebbe a morire molto probabilmente.

"Inizia." mormora quando il fischio dell'arbitro rieccheggia per lo stadio. Vede i giocatori che corrono frenetici e che si passano la palla, facendo ciò, la palla arriva proprio tra i piedi del suo Paulo che, dopo soli 5 minuti dal calcio di inizio, calcia e segna nella porta laziale. Batte le mani insieme a tutta la platea e sorride, osservandolo mentre i suoi compagni corrono per abbracciarlo e lui esulta, alzando le braccia al cielo. I loro sguardi si incontrano per qualche secondo e poi riprende a correre per tutto il campo, esultando ancora quando, dopo poco più di 10 minuti, Higuain segna la seconda rete della loro squadra.

"È stata una bella partita!" esulta Marika, osservando i primi tifosi che cominciano a lasciare lo stadio.

La partita si è conclusa 2-0, non è che ci abbia capito molto ma se il suo fidanzato ha vinto, non può che essere contenta per lui.

"Alla fine non è poi così male venire qui." esordisce Noemi, alzandosi e sistemandosi la maglietta, decisamente grande per lei.

"Allora ti aspetto alla prossima, nena." mormora qualcuno alle sue spalle e lei si volta, incontrando immediatamente le labbra del ragazzo.

"Sei stato bravissimo." si complimenta lei.

"Ho fatto una bella figura questa volta." ride lui, rubandole un altro bacio.

"Te la sei cavata abbastanza bene." lo abbraccia.

"Dai, sono tutto sudato."

"Non mi interessa." risponde lei. "E da sudato sei ancora più bello."

"Stai meglio tu con questa maglia indosso." sorride, accarezzandole il viso.

"Solo perché è tua."

"Anche tu sei mia, ma eri bellissima anche prima."

Afferma e lei sorride, mettendosi sulle punte per baciarlo lei questa volta. Quasi non sente nemmeno le voci della tifoseria alle loro spalle.

Favola / Paulo DybalaWhere stories live. Discover now