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× × ×

"Cos'abbiamo adesso?" domanda Marika mentre si siede sul banco dell'amica.

"Credo educazione fisica."

"Che palle, non ho voglia."

"Non dirlo a me, odio muovermi così come odio questo freddo." osserva le finestre aperte e sospira.

"Almeno ci riscalderemo un po'." sbuffa mentre si rimette in piedi ed inizia a camminare verso gli spogliatoi con Noemi al seguito.

"Non possiamo usare la scusa del ciclo?"

"L'abbiamo fatto settimana scorsa."

"Mestruazioni prolungate?"

"Ti direi di sì se avessimo un uomo, ma credo che la prof sappia delle mestruazioni e credo che sappia che non abbiamo voglia di fare nulla."

"Ma mi seeeeecca." si lamenta mentre prende i pantaloni della tuta.

"Alla fine come sei tornata a casa ieri?"

"È venuto Paulo."

"Gliel'ha detto Claudio?"

"No, sapeva che era impegnato ed ha deciso di venire."

"Che cosa carina, di cosa avete parlato?"

"Reggiti forte e giura che non lo dirai a nessuno." iniziano a correre con la classe.

"Giuro."

"Si è lasciato."

"Santo cielo, dici sul serio?!" esclama.

"Già, sembra che parlasse davvero di Antonella quando è uscita la questione del fidanzato famoso."

"Come l'ha presa?"

"Sembrava un po' giù ma non si è disperato davanti a me."

"Ovviamente." dice Marika, prendendo un grande respiro. "Però buono a sapersi, non è poi così irraggiungibile se ci pensi."

"Ci vuoi provare con lui?"

"Oh no, è un po' bassino per me. Mi riferivo a te."

"A me?" ride. "Cosa dovrei farmene?"

"Non lo so, sareste carini insieme."

"Nah, scommetterei piuttosto su di lui e Claudio."

"Avanti, fatevi i passaggi con la palla." urla la professoressa dopo aver soffiato con il fischietto.

"Si parla del diavolo.." inizia Noemi, passando la palla a Marika con molta svogliatezza.

"Si può dire che adesso siete amici."

"Boh, può darsi ma non ci giurerei."

"Andiamo, cosa deve fare una persona per esserti amica?"

"Ed io che ne so, tu cos'hai fatto di speciale amica mia?"

"Non lo ricordo nemmeno io, ma sono abbastanza sicura di non esserti piaciuta molto all'inizio."

"Non ricordo ma non lo escludo." ride.

"NOEMI, ATTENTA!"

Si volta in direzione della voce che urla ma si ritrova con qualcosa che la colpisce in pieno viso.
"ODDIO!" urla Marika.

🦋

"Non vai a prendere Noemi?" domanda Paulo quando guarda l'orologio.

"Torna con la sorella di Marika." risponde mentre tira fuori le patate dal forno. "Dovrebbe essere qui a momenti."

"Ciao." saluta una voce pochi secondi dopo.

"Appunto." poggia le posate sulla tavola. "Ciao Noe, com'è andata a scuola?"

"Bene." risponde mentre toglie le scarpe ed indossa le pantofole. "La mamma non è tornata?"

"Non ancora, ti serve qualcosa?"

"No nulla di che."

Si volta in direzione dei sue e fa per salire velocemente nella sua stanza, ma viene fermata dalla voce del fratello.

"Perché hai degli occhiali da sole?"

"Per evitare il sole."

"Sta piovendo."

"Lungo la via del ritorno c'era del sole che mi dava fastidio." sale un altro gradino, ma Claudio la ferma e gli alza gli occhiali dal naso.

"Ma che cavolo ti è successo?" osserva il livido che le ricopre l'occhio e parte della guancia. "Oddio non dirmi che hai fatto a botte!"

"No è che--"

"Chi è stato il pezzo di merda che ti ha fatto del male?! Lo distruggo pure se è una ragazzina!"

"Claudio non è--"

"Come si può colpire qualcuno così forte?!"

"E datti una calmata." lo blocca dal dire altro. "Non ho fatto a botte, mi è arrivata una pallonata in faccia."

"Oh, in effetti ha più senso."

"Fa' vedere." dice Paulo, poggiando una mano sotto il suo mento. "Ci va del ghiaccio e una pomata."

"Vado a prendere il ghiaccio e dico alla mamma di prendere una pomata."

"Sto bene, non mi fa nemmeno più tanto male. È solo brutto da vedere."

"Per questo devi trattarlo con cura."

"Non devi nascondere quando ti fai male." dice l'amico.

"Non è niente, solo un errore di percorso."

"Nessuno si aspetta una pallonata in faccia, eri in porta?"

"No, un mio compagno ha calciato troppo forte e persino storto." sospira. "Però ho saltato educazione fisica."

"Che te lo dico a fare?" ridacchia mentre gli accarezza la testa.

"Siediti qui." Claudio la invita a prendere posto accanto a lui e poggia il ghiaccio sul suo occhio, facendole fare una smorfia.

"Allora non è vero che non ti fa male."

"Forse un po'." risponde mentre si mette dritta e continua a mantenere il blocco.

"Vuoi mangiare qua?"

"No, passo."

"Come passi? Stai prendendo la brutta abitudine di non mangiare mai dopo scuola, è per questo che poi ti annoi a studiare."

"Se fosse solo il cibo il problema alla mia voglia di non fare nulla, allora fidati che le cose sarebbero ben diverse."

"Dai, un po'?"

"Mi spaventi, sei diventato una nonna apprensiva?"

"Sei pelle ed ossa."

"Si, se mi vedesse un pitbull mi rosicherebbe come se fossi un giocattolo." lo prende in giro. "Se mi viene fame, mangerò qualcosa nel pomeriggio. Ho 3 capitoli di francese ad attendermi."

Sale velocemente le scale e si rinchiude nella sua stanza dove comincia a ripetere ad alta voce quello che legge, sbuffando ad ogni paragrafo.

"Wow.. è peggio di te quando mi insulti in spagnolo, non ci capisco una parola." osserva Claudio, sentendo la sorella dal piano di sotto.

"Sa già cosa vuole fare dopo la scuola?"

"Boh, non ha mai espresso nessun interesse e non ho idea se voglia continuare con l'università o terminare del tutto."

"Potrebbe fare lingue, è brava."

"E le piace anche, ma credo che si stuferebbe presto, conoscendola." alza le spalle. "Spetterà a lei scegliere cosa fare."

"Magari è lo spagnolo la sua strada." sorride.

"Che cosa vorresti dire?" assottiglia lo sguardo e poi scoppia a ridere.

"Niente." guarda le scale da dove proviene la voce della ragazza. "Niente di niente."

Favola / Paulo DybalaWhere stories live. Discover now