Capitolo diciotto.

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Con una mano, Eiren fece segno a Zyan di guardare davanti a sé, dove un'ondata sparsa di farfalle li stava per raggiungere. Si spostarono leggermente dal raccolto di frutta che lasciarono per terra e attesero in agguato l'arrivo della farfalla "speciale" che vide la ragazza.

Aspettarono giusto il tempo che bastò alla morfo blu per arrivare a destinazione, per poi poggiarsi sulla frutta insieme alle altre farfalle. Qualche altro secondo andò perso ad aspettare che l'animale si saziasse e quando la farfalla prese lentamente il volo, Zyan le andò contro e la intrappolò nel suo sacco. Ma in un momento quasi impercettibile, la farfalla sussurrò qualcosa a Zyan che destò in lui molta paura ed inquietudine.

<<Adesso ci manca l'ultimo>> disse felicemente Eiren.

<<Già>> minimizzò Zyan.

Il ragazzo a quelle parole, elaborò che quello avvenire sarebbe stato l'ultimo ingrediente da trovare e poi sarebbe finita. Portato al termine la fine di quella pozione, avrebbero continuato un ultima volta con il definitivo filtro magico che gli avrebbe consentito di tornare alla sua natura umana. Anche se all'inizio mise gli occhi sulla pozione per tornare carne, non la lesse mai poiché il taccuino era sempre stato nelle mani di Lucilla e dopo in quelle di Eiren. E a pensarci bene, la bussola che Lucilla consegnò alla ragazza, non servì a nulla.

I due ragazzi s'incamminarono alla ricerca del loro terzo scenario, lo stesso che avrebbe incorniciato il terzo e ultimo ingrediente. Eiren aveva sempre avuto la testa tra le nuvole e quel giorno non sarebbe stato differente, infatti, su un terreno liscio lei riuscì ad inciampare sulle sue stesse scarpe. Zyan si piegò e la aiutò ad alzarsi, porgendole una mano che la ragazza afferrò. Quando i due tornarono in posizione retta, si guardarono intorno e si ritrovarono in pieno clima artico.

<<Jenjang!>> esclamò Eiren, senza rendersene conto.

Zyan si voltò a guardarla e corrucciò la fronte. Ciò che risultò più strano di quel clima freddo, fu l'esclamazione in lingua straniera della ragazza.

<<Che hai detto?>> domandò il ragazzo, con tono ed espressione da ignorante.

<<Oh, hai sentito?>> domandò di rimando Eiren, leggermente imbarazzata.

<<Proprio così>> rispose il ragazzo, sentendo l'aria fredda sulla pelle. <<Che vuol dire?>> ridomandò, vedendola tremare dal freddo.

<<E' una parola coreana, che vuol dire accidenti>> spiegò Eiren, ricordando come l'aveva imparata.

<<Perché questo salto in un altro continente?>> domandò Zyan, avvicinandosi.

<<Perché mi piace la Corea>> rispose la ragazza, tremando.

Zyan si avvicinò a lei e cercò qualche modo per non farle sentire troppo freddo. Per il ragazzo ogni problema ebbe sempre come soluzione la magia, ma non voleva continuare a restare incatenato a quel destino e dunque, privo di ogni altra buona idea, abbracciò la ragazza. La strinse forte a sé e cercò di nasconderle la pelle scoperta delle braccia, con il suo abbraccio. Eiren chiusa in quella stretta, riuscì a far fermare il tremolio del suo mento e nello stesso tempo sentire il respiro caldo del ragazzo.

Dun tratto Zyan avvertì in lontananza dei passi che man mano che i secondi passavano, divenivano sempre più vicini. A quel punto, liberò la presa sulla ragazza ed entrambi si voltarono, dove videro venirgli incontro una persona coperta dalla testa fino ai piedi.

<<Accidenti ragazzi, perché siete qui fuori! Svelti, seguitemi altrimenti morirete di freddo. Veloci!>> disse una voce maschile, incitando i giovani a seguirlo.

PATTO CON L'OMBRA FANTASMA DELLA MAGIAWhere stories live. Discover now