Capitolo tre.

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Per tutto il tempo avvenire Eiren rimase vincolata al letto, dove non si mosse nemmeno per sgranchirsi le gambe; o almeno fin quando la donna non tornò e le offrì di sedersi con lei al tavolo, per bere qualcosa assieme. Eiren non sapeva se accettare o no quel suo invito, poiché non la conosceva per nulla ma anche solo per umanità, ripose in lei fiducia e si alzò dal letto.

La donna, con fare premuroso, le preparò una bevanda a base di erbe dolciastre che servivano ad allontanarle l'ansia e lo stress; in seguito a quanto le aveva detto Eiren, la donna riuscì a trovare il connubio perfetto che l'avrebbe aiutata con l'ansia.

<<Grazie per la bevanda>> disse Eiren, lasciando il bicchiere di ceramica sul tavolo. <<Ora però, dovrei davvero tornare a casa; i miei genitori mi staranno sicuramente cercando>> continuò a dire la ragazza, accennando un sorriso e allontanando la sedia dal tavolo.

La donna si concentrò su di lei, ma non proferì parola, anzi, aspettò che la giovane giungesse da sola al punto della questione. Eiren, d'altro canto, non avendo avuto un riscontro verbale dalla donna, ritrasse un po' le labbra e con fare vago tornò a guardare difronte a sé.

<<Sarebbe così gentile da dirmi che strada devo prendere per tornare a casa?>> chiese la ragazza, dando del lei alla donna, poiché in quel momento non se la sentiva di darle del tu.

<<Sarà difficile per te tornare a casa>> rispose la donna, passando un dito sul bordo del suo bicchiere.

La ragazza corrucciò le sopracciglia e con sguardo interrogativo, si rivolse alla donna, chiedendole di spiegarsi meglio.

<<Chi ti ha portato qui, non l'ha fatto per noia o per vederti andare via subito, bensì perché gli serve il tuo aiuto>> spiegò la donna, riordinando le idee.

<<Lei aveva detto che non sapeva il motivo per cui fossi qui>> disse Eiren, ricordando cosa aveva sentito a tal proposito.

<<In realtà, ti ho detto che non so con quale forza tu sia arrivata qua, ma non ho detto che non so il motivo>> disse la donna, correggendo la sua versione dei fatti.

<<Però lei conosce la persona o l'essere che mi ci ha portata, come può dire che non sa con quale forza?>> domandò Eiren, poggiando i gomiti sul tavolo.

<<"Forza" intesa, non come persona ma, come reale cambiamento di posizione di un corpo>> cercò di spiegare bene la donna. << E comunque, il punto ora non è questo>> continuò, cercando di tornare a quello che avrebbe voluto dire prima.

<<E qual é?>> domandò Eiren, sentendosi meno nervosa e più calma.

<<Rimarrai qui fino a tempo indeterminato. Dunque, non potrai tornare a casa per un po'>> rispose la donna, guardando alle spalle della giovane.

<<Non credo proprio. Già oggi mi sono persa il matrimonio di mia cugina, cosa che non mi è dispiaciuto molto, ma comunque non mi potevo permettere di non presentarmi>> disse Eiren, guardando fermamente negli occhi la donna. <<E poi io non servo praticamente a nulla, parlo troppo e sbaglio pure a dire le cose. Credetemi se dico che è meglio non avermi intorno>> continuò, cercando molti più difetti da elencare in modo da fargli passare l'idea di trattenerla lì.

<<Non importa se parli troppo, a me piace conversare>> disse la donna, sorridendole.

<<Ma dico solo stupidaggini>> sussurrò la giovane, distogliendo lo sguardo. <<E poi sono una persona molto rancorosa e se mi tratterrete qui, potrei veramente rendervi la vita difficile>> disse la ragazza, pensando a qualcosa di più minaccioso.

<<Proprio per questo ci servi; una persona che porta rancore è più determinata a raggiungere un obiettivo comune>> disse la donna, dopo aver bevuto un sorso della bevanda.

<<Abbiate un po' di pietà, lasciatemi andare!>> piagnucolò Eiren, passandosi una mano sul viso. <<Perché mi gira la testa? Cosa ci ha messo nella bevanda?>> domandò la ragazza, sentendo la forza venir meno, per poi accasciarsi sul tavolo.

La donna chiuse gli occhi e sospirò. Lei mise  nient'altro che erbe nel bicchiere, ma l'aria era diventata piuttosto pesante all'arrivo del fantasma.

<<Vedo che ti piace giocare con quella poca energia che ti è rimasta>> puntualizzò la donna.

<<Odio chi piagnucola. Meglio stordirla che sentirla>> continuò il fantasma, sbuffando.

<<Ma se continui così, scomparirai>> disse la donna, indicando la ragazza svenuta.

<<Oramai>> disse il fantasma, stendendosi sul letto.

<<Non mi hai detto di non chiamarti per questa sera? Perché ora sei qui?>> domandò la donna, guardandolo.

<<Questo riguardava solo te. Se poi voglio comparire da solo, è un altro conto>> rispose il fantasma, sistemando meglio la testa sul cuscino.

La donna mosse il capo e poi si alzò dalla sedia, fermandosi in prossimità della giovane.

<<Dai, aiutami a portare la ragazza sul letto>> disse la donna, spostando il bicchiere della giovane. <<Zyan?>>.

Quest'ultima si voltò in direzione del fantasma, ma a egli non sembrava interessare nulla.

<<La lasciamo dormire sul tavolo, sul serio?>> domandò la donna, non credendo al suo comportamento.

<<Per me è indifferente>> rispose Zyan, chiudendo gli occhi.

La donna mosse nuovamente la testa rassegnata e pensò a come quel ragazzo fosse diventato; non avrebbe mai immaginato che le sue emozioni sarebbero venute meno, così come la sua figura.

Nel silenzio del momento, Eiren fu spostata sul letto dalla donna, che appena calò la sera, si rifugiò accanto a lei per riposare. Il fantasma invece, prima ancora che Eiren occupasse un lato del materasso, tornò al suo albero, dove la quiete e il buio regnarono sul posto circostante.

Nella notte Eiren sognò di cadere da un'altezza non percepibile dall'occhio umano, svegliandosi così di soprassalto e con il cuore che le pompò senza sosta. Poggiò una mano sul petto e ascoltò il rumore del suo cuore che batté forte difronte a quella sensazione di vuoto.

Restò a contemplare il soffitto e mentre cercò di far diminuire i battiti, pensò a come quell'edera non fosse poi così armoniosa come di giorno; anzi, sembrarono delle sottili e lunghe braccia che tesero sopra il letto, pronte in agguato per afferrare chi sotto di esse.

"Quando mi sono addormentata?" pensò Eiren, accigliandosi.

Solo dopo qualche secondo, ricordò di come perse in sensi dal nulla.

La ragazza si guardò intorno e quando vide la donna dormirle accanto, le si accese una lampadina folgorante sopra la testa: "Devo fare in fretta".

PATTO CON L'OMBRA FANTASMA DELLA MAGIAحيث تعيش القصص. اكتشف الآن