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«Spiegami».

Io e Norah siamo chiuse in bagno da un'ora solo perché lei è convinta che ci sia qualcosa tra me e Logan. E per tutto questo tempo ho provato a dirle di smetterla e che si sbaglia.

«Non c'è nulla tra noi! Sul serio è soltanto entrato in camera mia per
minacciarmi. Non farti film mentali»
Sbotto, incrociando le braccia al petto, ormai stufa delle sue domande ripetitive.

«Minacciarti?», fa lei con uno sguardo confuso, piegando il volto verso destra, facendo ricadere i capelli biondi dalla sua spalla.

«Si...dice che gli sto rubando la scena perché per tutti sono la capitana di pallavolo sexy», alzo gli occhi al cielo pensando alle stupide parole di Logan.

Però, il modo in cui le ha sussurrate fluentemente al mio orecchio...

Basta Laila!

«Ma lui è il capitano della squadra di football sexy, cosa c'è che non va?», le sue sopracciglia si aggrottano cercando di capire la situazione.

«Norah, per l'ultima volta. Io. Non. Lo. So» Sospiro esausta, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi e poggiando la testa alle piastrelle del bagno.

Cosa vuole dalla mia vita?

«Ti ha minacciata con un tono sexy?, cambia atteggiamento in un batter d'occhio, sorridendo beffarda e facendomi uno sguardo impaziente di sapere.

Un tono...cosa!?

«Non so definire un tono sexy, Norah...» Mento, solo per far si che questa conversazione finisca al più presto.

La bionda sembra illuminarsi
«Bingo! Voleva farti in camera tua!», batte le mani pochi secondi dopo, come se fosse riuscita a risolvere un'equazione matematica.

«Norah, finiscila. Mi fai sentire a disagio», le dico, deglutendo a vuoto, non sapendo che fare.

Insomma, Logan Mitchell? Quel Logan Mitchell? Non se ne parla.

«Oddio, oddio, oddio!» Continua a saltellare portandosi una mano sulle labbra.

«Norah! Basta!», esco dal bagno, lasciandola sola a saltare da una parte all'altra.

Cammino spedita per il corridoio, diretta all'uscita, la mia piccola corsa è interrotta da una mano che mi stringe in modo possente il braccio e mi tira a sé.

«Ma che cazzo!», urlo, sorpresa dall'accaduto.

«Shhh! Piccola Thompson...», inconfondibile.

«Che cosa vuoi?», alzo gli occhi al cielo e mi volto verso di lui con uno sguardo strafottente e distaccato.

I suoi occhi neri sono come una calamita e i miei sembrano essersi appena attaccati a loro e non volersi più dividere.

«Ti ho visto un po' nervosetta quindi pensavo...»fa spallucce, cominciando a parlare.

«Sei tu la causa!» Sbraito, puntandogli il dito contro. Gli sfioro il petto e lui indietreggia con uno sguardo interrogativo.

«Ma se nemmeno c'ero!», ribatte gesticolando e lasciando che le sue braccia sbattano violentemente contro i suoi fianchi.

«Oh, fidati ci sei anche quando non sei presente, Mitchell» assottiglio gli occhi, avvicinando il mio viso al suo, minatoria.

«quindi sono sempre nella tua testolina? Interessante...», mi prende in giro con aria divertita prima di passarsi una mano tra i capelli castani fluentemente.

I suoi muscoli sotto la felpa bianca e rossa della squadra di football si contraggono e un brivido mi percorre la schiena per i ricordi che mi tornano in mente.

Fuck The Rule (in revisione)Where stories live. Discover now