6*

8.4K 242 30
                                    

Bene, oggi è lunedì. No, Okay ricominciamo. Non va affatto "bene", ho i capelli sporchi, le occhiaie peggio di un panda e per finire...

«Laila, muoviti!», Odo urlare dal piano di sotto con voce piena. Chi urla alle sette del mattino?

Mi alzo dal letto, reprimendo la voglia di scendere e prendere ripetutamente Marcus a pugni con le dita pieni di anelli con...dei pugnali. Perché no?

Indosso la divisa e senza tanti problemi mi lavo la faccia, mi faccio una coda per tenere il cespuglio bloccato e mi carico una bella dose di sopportazione per la giornata.

Mi metto lo zaino in spalla, ma questo sembra proprio non voler sistemarsi sulla schiena.

«Oh, andiamo...Perché non vuoi collaborare!?» Urlo sbattendo la porta della mia stanza, probabilmente facendo spaventare anche i vicini.

«Oh, hai finito finalmente!» Marcus parla non appena mi vede scendere le scale. Sorride, quando nota che sono abbastanza nervosa.

Gli faccio anch'io un piccolo risolino tremendamente falso. «Giuro che se non la smetti di sorridere alle mie disgrazie, ti farò pentire di essere nato» Affermo, assottigliando gli occhi, minacciosa.

«Okay, Catwoman. Oggi siamo aggressive...argh» Inizia a fare il segno di quello che dovrebbe sembrare un gatto con le mani.

Alzo gli occhi al cielo. «Sta fermo.», gli ordino, mettendogli una mano davanti al viso. «Sei...imbarazzante».

«Alle ragazze piace quando lo faccio», si passa una mano tra i capelli che sembrano essere fatti di pura seta, vantandosi delle sue doti da don Giovanni.

Apre la portiera dell'auto ed entriamo tutti e due.

«Ne dubito fortemente, credimi», rispondo alla sua affermazione detta poco fa.

Lui, senza darmi troppa importanza, mette in moto e parte.

Il viaggio è silenzioso, ma io non posso fare a meno di pensare a ieri. Insomma, perché è venuto da me? Lui non ha mai avuto problemi sulla sua popolarità...per quale motivo dovrebbe preoccuparsene ora?

Appena arriviamo a scuola, scendo dall'auto senza nemmeno salutare mio fratello. Non voglio più vederlo fino all'orario di uscita.

All'entrata, dinnanzi al cancello trovo Norah, impegnata a fissare Marcus con sguardo concentrato, mentre i suoi capelli biondi sono smossi dal vento fresco.

«Ehi, tutto okay?», Domando, cercando di distrarla, con scarsi risultati.

«Tutto bene.» Risponde lei dando uno sguardo veloce al cellulare per poi pigiarci qualcosa sopra.

«Chi è?», Chiedo ridacchiando. Sembra presa dalla conversazione.

«Luke» Sorride, con gli occhi ancora saldi al telefono.

«Oh, Luke?», faccio con un sogghigno malizioso sul volto, prendendola in giro.

«Be', è successo tutto di fretta -»

La campanella suona, saluto Norah velocemente e mi addentro in quel carcere. Domani vado a fare la rinuncia agli studi...questa volta davvero. La centottantamillesima volta è sempre quella buona.

«Giuro che ti racconto tutto!», esclama correndo per tutto il corridoio. È così buffa che mi scappa una risata.

Non appena apro la porta della classe
sospiro esausta e mi ricordo il mio odio per il corso di matematica. C'è un motivo, però: lo odio perché è l'unico che...

«Piccola Thompson, anche tu qui?»
...ho con lui.

Lo fa sempre, ogni volta che ci vediamo qui deve dire questa frase, io non rispondo quasi mai, mi limito ad alzare gli occhi o a sospirare ma ora ne ho abbastanza.

Fuck The Rule (in revisione)Where stories live. Discover now