Capitolo 31

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(Canzone consigliata: Elastic Heart - Sia).

Isabelle.


Tre mesi dopo...


Non riuscivo a dormire ormai da settimane.

Forse per il caldo afoso estivo, che puntualmente mi faceva sudare talmente tanto da ritrovarmi i capelli incollati al viso.

Forse perché per la prima volta in vita mia ero felice.

Forse perché avevo paura che tutta quella felicità sarebbe durata poco.

Forse perché Aaron puntualmente mi svegliava anche nel cuore della notte per dimostrarmi quanto mi amava visceralmente.

Non lo sapevo il vero motivo per cui non riuscivo ad avere un sonno degno di nota.

Ma quella mattina, quando vidi il sole sorgere e rendere i lineamenti di Aaron più morbidi, feci i conti con me stessa.

Perché, in realtà, il motivo nel profondo di me stessa lo sapevo.

La psicologa una volta mi disse che il vero dolore è sordo.

Quel dolore che non ti fa soffrire tutti i giorni, ma quello che è come un'ombra sulla tua spalla.

Un macabro promemoria che se in quel momento tu pensi di essere normale, in realtà non lo sei.

Quel dolore che ti spinge molto spesso a chiederti: «Perché non riesco a piangere?»

Il dolore sordo, mi disse, è uno dei peggiori.

Perché credi di dimenticarlo, ma lui non dimentica te.

E di certo, quella mattina, aveva tutta l'intenzione di farmi ricordare di lui.

Nonostante avessi passato dei mesi meravigliosi in compagnia di Aaron e avessi finito di dare tutti gli esami per rilassarmi un po' durante l'estate, c'era sempre qualcosa che dentro di me non andava.

Sempre quel piccolo schiocco al cuore anche quando ridevo con lui.

Come una presenza onnipresente che non era affatto gradita, a dirla tutta.

E proprio quella mattina, quando ore dopo Aaron aprì gli occhi e mi regalò uno dei suoi sorrisi che mi costringevano sempre a rotolarmi nelle lenzuola con lui, avevo deciso di andare da lei.

Di andare da Grace.

Lì per lì Aaron era rimasto interdetto ma, appena aveva visto la mia determinazione, non perse affatto tempo.

E in un lampo ci ritrovammo sulla sua moto.

Quella stessa moto che la prima volta che l'avevo vista non avevo nessuna intenzione di salirci sopra. Quasi mi venne da ridere al pensiero di come le cose cambiano con il tempo.

Forse lui si sarebbe sentito in imbarazzo ad assistere a una discussione che non ero sicura che avrebbe portato a un risvolto positivo, ma avevo bisogno di lui per non crollare.

Quindi sì, quella mattina decisi di essere egoista.

Ovviamente, sapevo che Grace si trovava a casa di mio padre.

A casa mia.

Ma, in realtà, non la sentivo più davvero così.

Il mio posto sicuro, ormai, era tra le braccia di Aaron e nel sorriso della mia migliore amica.

E mi fece male al cuore pensare a quanto un tempo quel posto era il mio rifugio.

Ma non lo era più, ed era tremendamente triste.

Mind (Soul spin-off)Where stories live. Discover now