Capitolo 25

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(Canzone consigliata: Skyfall - Adele).

Isabelle.

«Come facevi a sapere dove trovarmi?» Chiesi quasi schifata a quella donna che una volta era stata la parte più importante della mia vita.

Nives era ancora accanto a me in piedi, ma non era affatto dispiaciuta quando cominciò a guardarla anche lei con disprezzo.

Era un passo avanti a me, come se volesse proteggermi.

«Sono sempre tua madre, Isabelle.» Alzò le spalle. «La direzione del campus mi ha dato le informazioni necessarie, ma una tua compagna mi ha detto che saresti tornata solo oggi.»

Sicuramente era stata quella ragazza del piano di sopra, non si faceva mai gli affari suoi.

La guardai dalla testa ai piedi e constatai che era vestita normalmente, come una mamma normale. Forse si era ricordata che non aveva più l'età per andare in giro vestita come una spogliarellista?

Non ero tanto stupida da pensare che avesse cambiato totalmente la sua visione di vita solo perché si era riconciliata con mio padre.

Presi le chiavi dentro la mia tracolla e mentre camminavo spedita verso la porta, sibilai acidamente: «Non ti da il diritto di essere qui comunque.» Mentre infilavo le chiavi nella toppa mi girai a guardarla di nuovo dalla testa ai piedi. «Sarai anche mia madre sulla carta, ma moralmente non lo sei Grace

I suoi occhi così simili ai miei mi guardarono pieni di dolore, ma a quel punto poteva anche essere una falsità.

Una madre non abbandona sua figlia.

Una madre non scappa nel cuore della notte senza salutare.

Una madre risponde al telefono quando una figlia la chiama.

Una madre abbraccia la figlia, per ricordarle che lei ci sarà anche quando non vorrà.

Lei non era una madre.

Nemmeno per me.

Entrai nella mia stanza seguita da Nives che aveva ancora la sua valigia in mano, ma prima che riuscissi a chiudere la porta, Grace entrò come se fosse casa sua e si chiuse la porta dietro le spalle.

Inspirai. «Vattene.» Espirai.

«Dobbiamo parlare, Isabelle.» Disse e guardò la mia amica come se volesse che sparisse.

Col cavolo.

Guardai Nives per chiederle se le dispiacesse di rimanere, non ce la facevo ad affrontarla da sola. E il fatto che Grace avesse tutto quel potere su di me mi disturbava e non poco, cazzo.

Ma la cosa più bella del mio rapporto con Nives era che non servivano parole, perché lei appena ricambiò il mio sguardo, annuì e si mise seduta sul mio piccolo divano.

«Peccato che io non ne abbia la minima voglia, già il solo fatto che stai respirando l'aria del mio nido mi sta facendo venire una crisi nervosa.» Risposi a Grace mentre poggiavo la borsa sul tavolo.

«Ascoltami.» Supplicò. «Solo... Ascolta, okay?» Mormorò come un cane bastonato.

Falsa.

Dio, quanto era falsa.

Ma non seppi il perché, mi ritrovai a farla un cenno col mento per farla parlare.

Lei si schiarì la voce, evidentemente a disagio. «Ho sbagliato così tanto nella mia vita, Isabelle... Ma l'unica cosa giusta che ho fatto è stata sposare tuo padre e avere te.»

Mind (Soul spin-off)Where stories live. Discover now